"Imagini, Galeria, Adone: strutture macrotestuali e percorsi ecfrastici tra Marino e Filostrato", in "L'Adone di Giovan Battista Marino. Mito – Movimento – Meraviglia", Atti del Convegno Internazionale (Berlino, 1-2 luglio 2019), a cura di R. Ubbidiente, Aracne, Roma 2021, pp. 381-402 (original) (raw)

Il mito adonio nel dialogo fra le arti dal sodalizio Dolce-Tiziano all'Adone di Marino

"A ritrarlo, ancor morto ma bello, / insegni a la mia penna il tuo pennello". Il mito adonio nel dialogo fra le arti dal sodalizio Dolce-Tiziano all'Adone di Marino, 2020

Thesis on the myth of Adonis and its intertextuality in both Art and Literature between Renaissance and Baroque periods in the Italian context, where in 16th century many Academies were founded and the partnerhip between the author Lodovico Dolce and the famous venetian painter Titian (Tiziano Vecellio) took part, giving birth to a myth reinterpretation and reformulation practice, which allowed a gradual shift away from the ovidian tradition that peaked in the first half of the 17th century with "L'Adone", the famous poem by Giovan Battista Marino, and with its pictorial adaptations.

Giovan Battista Marino, Adone (2 voll), Milano, Rizzoli, 2013

Thy firmness makes my circle just J. Donne Les maîtres baigneurs sont prudents, sachant rarement nager M. Proust 1 G. Galilei, Lettere, a cura di A. Favaro, rist. Barbèra, Firenze 1966, vol. XIII, num. 1595 (vd. anche la lett. num. 1593, dalla quale si intende appunto l'invio della lettera galileiana al Marino). 31/01/13 6 introduzione mu so de M de no in pu ne M ria pe M an di ze rin sta ca di av un sp rin di, elo gio ce, lett Ro e s 167 glia nel a S

Il dragone, l’Apostata, l’Altro. L’imperatore Giuliano ritratto da Gregorio di Nazianzo. Orazioni IV e V. Intervento al Colloquio internazionale interdisciplinare Alter/Ego. Incontri e scontri nella definizione dell'Altro e nella determinazione dell'Io. 21-22-23 novembre 2017, Università di Macerata

2017

Avvalendosi del commento di noti studiosi dell'argomento, il contributo intende affrontare alcune suggestioni offerte dalle orazioni IV e V che Gregorio rivolse contro Giuliano. Dall’epiteto con cui per primo Gregorio lo etichettò, Giuliano è l’Apostata per antonomasia, ‘colui che si è allontanato’ dalla retta dottrina nel tentativo chimerico di restaurazione pagana. Proprio gli epiteti voluti per il rinnegato, gli aneddoti scelti per caratterizzarlo, le incarnazioni diaboliche suggerite per assimilarlo ci offrono di Giuliano un ritratto a tinte fosche ma dai tratti indelebili. Ne risulta l’immagine di un ossesso (ἐπλεήστη δαιμόνων) e di un buffone (φιλοσκῶπτης), stigmatizzazioni che esprimono l’emarginazione a cui era condannato l’altro pagano: leitmotive dei due testi sono l’ipotesi della possessione demoniaca e la metafora teatrale, che assimila la politica giulianea a una delirante pantomima e la sua stessa figura a quella del guitto, altro eccellente outsider. Egli è l’altro assoluto, rispetto all’Io collettivo della cristianità rappresentato dal Teologo: è il male incarnato della Storia retta provvidenzialmente, è il Dragone, simbolo del paganesimo morente. È l’altro negativo rispetto ai positivi modelli di cristianità, il fratello Gallo e lo zio Costanzo che Gregorio gli oppone attraverso un’insistente σύγκρισις. Paradigmatico persino il titolo scelto dal Cappadoce per i due discorsi: non orazioni, non banali invettive, ma Λόγοι στηλιτευτικοί, perché il nome di Giuliano resti scolpito su stele d’infamia, esposto per sempre alla pubblica riprovazione: una condanna impietosa alla cui partecipazione Gregorio invita l’intera ecumene. L’io ecumenico rappresentato dal Teologo risuona potente contro la voce dell’antieroe, l’altro, l’Apostata: un contrasto che riflette il conflitto religioso e culturale del IV sec. tra società cristiana e sopravvivenze pagane.

«Un barocco novissimo: la 'forma-galeria' nella produzione poetica della Neoavanguardia», in «Parola all'immagine. Esperienze dell'ecfrasi da Petrarca a Marino», a cura di Andrea Torre, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2019, pp. 249-265

2. luciano anceschi, Barocco e Novecento, con alcune prospettive fenomenologiche, milano, rusconi e paolazzi, 1960.

Marino all'occhiale. La lingua dell'Adone tra «chiarezza, purità, convenienza, ornamento, diversità» secondo Tommaso Stigliani

«La sintassi del mondo». La mappa e il testo, a cura di L. Bardelli, E. Caporiccio, U. Conti, A. D'Ambrosio, C. Facchin, M. Romanelli, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2023, pp. 317-30, 2023

L’articolo si propone di individuare gli aspetti più significativi della critica condotta nell’Occhiale (1627) da Tommaso Stigliani contro il lessico dell’Adone di Giovan Battista Marino (1623). Le note di Stigliani, pur definendo in negativo le regole della lingua del poema eroico, contribuiscono tuttavia a mettere in luce parte della novità e della ricchezza degli elementi lessicali, tradizionali e non, del poema mariniano.