L´immagine degli Italiani in Belgio.: Appunti geostorici (original) (raw)

La casa di Paolina. Etnografia intima dell'emigrazione italiana in Belgio

Minatori di memorie. Memoria culturale e culture della memoria delle miniere e della migrazione italiana in Limburgo (belga e olandese) e Vallonia, 2017

Paolina Pacella è morta a novembre del 2014, quattro anni dopo averla incontrata la prima volta, in una piovosa giornata di novembre del 2010 nell’ambito di un progetto di ricerca sull’emigrazione in Belgio della Regione Abruzzo, dedicato alla documentazione di storie di vita di emigrati attraverso la raccolta di video-interviste e di documenti fotografici familiari. Era partita nel 1955 da Pizzoferrato, un paese dell’entroterra appenninico, per raggiungere con i figli il marito Orizio Pasquarelli, minatore in Vallonia. La sua casa di Forchies-la-Marche era il regno dell’accoglienza e della condivisione umana; un piccolo “tempio”, protetto da un minuscolo cortile, popolato di oggetti e di atmosfere che ricordavano il calore di una casa fra le montagne, simile a quelle addossate alla roccia del suo paese natale, in Abruzzo. L’ho incontrata ancora due volte nel corso degli anni, dando avvio alla realizzazione di un documentario basato sulla pratica di un’etnografia intima dell’emigrazione, in contesto domestico e familiare, anche dopo la sua scomparsa. Paolina continua a vivere nel ricordo di chi l’ha conosciuta, e nell’esperienza che ha testimoniato: la memoria ha una consistenza fisica che produce una persistenza temporale, cambia la sostanza del reale e agisce nel presente.

APPUNTI SULLA STORIA DELLA GEOPOLITICA DELL'ENI

Genesi e sviluppo della 'formula Mattei'. Gli esordi in Egitto e in Iran. I contrasti con gli americani. I rapporti con Mosca. Da Cefis a Mincato, come sono cambiati struttura e missione della nuova 'sorella' energetica. FRANCO BRIATICO HA LAVORATO ALL'ENI dal 1955 al 1984, dapprima nella direzione studi economico-tecnici, poi come assistente di Cefis e direttore per le relazioni esterne. I frammenti che seguono sono tratti da un manoscritto che Briatico ha consegnato a Limes perché fosse pubblicato. La sua morte improvvisa non ha permesso la revisione dei testi ed un loro approfondimento. Abbiamo comunque ritenuto utile per il lettore riportarli nella loro veste originale, trattandosi di una testimonianza diretta della politica estera dell'Eni, dal fondatore ad oggi. Ne risulta una rapida (e spesso tagliente) analisi dei protagonisti che hanno di volta in volta gestito le relazioni economico-diplomatiche del Gruppo, da quando l'Eni era rappresentata dal solo Mattei alla privatizzazione.

Gli emigrati sardi in Belgio nel secondo dopoguerra: il caso del circolo “Su Nuraghe” di Flénu (Mons)

2015

Il saggio, dopo una beve descrizione dell’emigrazione italiana e sarda in Belgio tra Ottocento e Novecento, pone l’accento sul ruolo svolto dal Circolo sardo “Su Nuraghe” di Flenu (Mons), nella provincia di Hainaut, sita nella regione della Vallonia, al confine con la Francia. In particolare, viene proposta un’analisi degli oltre 400 soci del Circolo, che ci fornisce dati aggiornati sul sesso, sull’eta e sullo stato civile degli iscritti, ma anche notizie sulla loro provenienza, sui luoghi belgi di residenza e sulle loro professioni. L’articolo si chiude con un’Appendice di interviste a emigrati sardi iscritti al Circolo “Su Nuraghe” giunti in Belgio nel secondo dopoguerra e, in minor misura, negli anni ottanta del Novecento e nel nuovo millennio.

Note di Lettura sulla costituzione delle identità territoriali in Belgio

2017

Il presente articolo analizza il ruolo del rivoluzionario russo Michail Bakunin nei circoli democratici e nazionalisti durante il suo soggiorno in Italia tra il 1864 e il 1867. Esplorando il suo percorso nel contesto delle lotte risorgimentali e del mutevole panorama delle correnti progressiste, si offrirà una migliore comprensione dei contemporanei cambiamenti nell'ambito dei movimenti nazionaldemocratici europei. Allo stesso tempo, attraverso l'analisi del periodo italiano di Bakunin si cercherà di comprendere in che misura le sue esperienze fiorentine e napoletane influenzarono la sua graduale transizione verso posizioni anarchiche.

Predestinazione geografica e colonie degli europei. Il contributo di Attilio Brunialti

Sommario: 1. «Il programma che noi altri si vagheggiava…». - 2. Predestinazione geografica. - 3. Confini della geografia, confini del diritto. - 4. L’Italia per gli italiani. - 5. Scoprire l’ignoto. - 6. L’espansione coloniale si impone. - 7. Senso feroce e mite sentimento: l’organizzazione delle colonia. - 8. Emigrazione e conquista. - 9. Scienza politica, scienza giuridica e sogno coloniale.

A proposito dell'immaginario geografico medievale

Notiziario del Centro Italiano per gli studi storico-geografici, Anno 3, n° 3, dic. 1995) La scoperta della possibilità di una storia dell'immaginario, o delle rappresentazioni collettive, ha fatto sì che tutta una serie di produzioni umane che prima erano state considerate, salvo rare eccezioni 1 , solo dal punto di vista filologico e letterario, o artistico per quanto riguarda le arti figurative, siano state rivisitate e ad esse sia stata conferita dignità di documento storico in quanto testimonianza di stati d'animo altrimenti irraggiungibili. Leggende agiografiche e profane, miti, fiabe, lais ed ogni altro genere di narrazione fantastica, sono stati considerati fonte di preziose informazioni sulle culture che le avevano espresse o anche solo utilizzate e rielaborate. Grazie ad esse, ora, possiamo "interpellare ciò che si rannicchia in fondo alle coscienze individuali, ad un livello inferiore al pensiero attivo (...) immergersi in quel magma disordinato e tuttavia coerente di idee accettate, di ordini, di figure apparentemente vaghe ma le cui ossature sono tuttavia abbastanza solide da costringere le parole ad associarsi in questo o quel modo, che insegnano a comportarsi in certi modi e su cui si trova esposta la totalità di una visione del mondo" 2 Nell'ambito della riflessione su tali studi, in un noto articolo pubblicato sulle Annales, C. Lecouteux, metteva in evidenza come dalla repressione altomedievale delle forme del meraviglioso si fosse salvato l'aspetto geografico, molto probabilmente perché gli autori cristiani non lo avevano giudicato eccessivamente pericoloso 3 .