Divi allo specchio. Intrecci tra televisione e cinema nell'Italia del dopoguerra (original) (raw)
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Italiani come noi. Note sull'intermedialità della cultura visuale del dopoguerra
“Italiani come noi. Note sull’intermedialità della cultura visuale del dopoguerra”, in E. Imbriani (a cura), Atti del Convegno Sud e nazione. Folklore e tradizione musicale nel Mezzogiorno d' Italia, Università del Salento (eISBN 978-88-8305-099-2), pp. 49-63, url: http://siba-ese.unisalento.it/index.php/sudenazione/article/view/12936/11524
Televisione e politica in Italia tra anni Novanta e Duemila
2018
Intervento presentato al seminario internazionale di studi "Comunicazione politica e rappresentazione mediatica tra Italia e Francia. Linguaggi, partecipazione e protagonismo dalla radiotelevisione ai social network (1948-2018)" (Viterbo, Università della Tuscia, 13-14 marzo 2018) La vicenda della televisione in Italia è legata indissolubilmente alla politica, sia dal punto di vista della governance della Rai sia sul piano della comunicazione. La cesura di Tangentopoli non ha cambiato questo stato di cose ma, semmai, lo ha reso ancora più complesso dopo l’ingresso sulla scena politica di Berlusconi, proprietario di tre reti televisive a diffusione nazionale. Allo stesso tempo, le nuove caratteristiche dello scenario politico hanno trovato nel linguaggio televisivo uno strumento insuperabile di comunicazione, anche considerando la centralità del mezzo nella dieta mediatica degli italiani. L’intervento ricostruisce questo processo, arrestandosi alle soglie di una nuova trasformazione, ancora non pienamente sviluppata, che vede un crescente protagonismo di internet e un adattarsi della televisione al suo linguaggio, e che sembra aver innescato anche una nuova evoluzione delle forme comunicative della politica.
"Cinema e identità italiana", a cura di S. Parigi, C. Uva, V. Zagarrio, RomaTre-Press, 2019
The purpose of the paper is to debate an aspect of a little-known region of Italian Silent Cinema, or the vast production of "dal vero" (actualities), a cinematographic non-fiction genre absolutely predominant (in Italy but not only) until 1912, the year of gradual affirmation of the feature-lenght films (whose advent profoundly changing the landscape of distribution and production). In this paper I’m proposing to relate the emergence of the phenomenon of growing Italian Nationalism and Irredentism in the first Ten Years of the twentieth century to the interest which certain élites, leading figures of the nation’s wealthy class, had for propaganda carried out with technical images. The case that I’m going to treat is that of an important Italian cultural society: the Dante Alighieri Society, officially politically inert but in fact deeply involved in the coeval institutional life. The origin of SDA is at the end of the unresolved diverted antigermanic (or “fuoriuscitismo”) of some Trento and Trieste’s movements. Carlo Porro, a Milanese aristocratic and an active member of SDA, since 1911 becomes an influential shareholder of a major film production house: the Milano Films. In 1910 Porro founded a film company, the Pro Italia, with the aim of promoting the "real" Italy, and especially Lake Maggiore, with some actualities. But the goal of Pro Italia is not only to reproduce the natural beauties and the spectacular landscapes of Italy but adheres fully, as I will show through my investigation on the sources, to the political nature of anti-Germanic and reactive nazionalization of the places discussed by the irredentistic propaganda: the edges of Lake Garda, Lake Maggiore and the so-called irredenta lands (the area inhabited by Italian-speaking people still living under the Austrian yoke). This line of action is exposed by several members of SDA during congresses and corporate publications, and provides for the use of various forms of propaganda: postcards, touristic magazines that show an aggressive nationalistic programme, and also some apparently neutral events such as outings and sports. The SDA affiliated show a non-marginal interest to the possible uses of a variety of media vehicles, and this interest inevitably lead to Cinema, as this policy will result in pure bellicism putting the roots of Fascism. No coincidence that the SDA will have a crucial role in the production and distribution of "Inferno" (1911), the first Italian feature film: an important event and a film that, according to historical phenomenon of nationalistic Dantism, indicates Dante as the symbol of a national unity to build inside and outside the borders of the Italian Kingdom.
J. Reich, C. O'Rawe, Divi. La mascolinità nel cinema italiano
Jacqueline Reich, Catherine O'Rawe, Divi. La mascolinità nel cinema italiano Già nel 1967, con il suo Films and Feelings (Faber & Faber), Raymond Durgnat coglieva uno dei nessi cruciali del rapporto fra estetica filmica, sociologia e divismo: «Le star sono un riflesso nel quale gli spettatori scrutano e adeguano la propria immagine di se stessi [...]. La storia sociale di una nazione può essere scritta alla luce delle sue star cinematografiche» (pp. 137-138). Su questa scia Reich e O'Rawe orientano lo studio dedicato ai divi nostrani (Divi. La mascolinità nel cinema italiano, Donzelli 2015), un testo che offre una galleria di ritratti agili ma rigorosi, posti dentro una cornice marcatamente teorica. La doppia matrice del discorso, divulgativa e accademica a un tempo, lungi dal disperdere il denso patrimonio di storie e riflessioni di cui il volume si compone, offre invece un appiglio sicuro agli studiosi di cinema e un viaggio a occhi aperti nel variegato mondo delle stelle made in Italy ai curiosi di costume e ai fan di ogni età.
Scrivere la storia, costruire l'archivio, a cura di Diego Cavallotti, Denis Lotti, Andrea Mariani (Meltemi, Milano-Udine), 2021
Stampato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e dell'Università degli Studi di Udine -Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale. Convegno CUC Scrivere la storia, costruire l'archivio, Udine, 25-26 gennaio 2019.