1550: UNA CARTA DI SINTESI. (original) (raw)
2016, Giorgio Sìderi detto Calapodà, Portolano 6. 1550. Saggi e apparati, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, p. 1-70
Nel 1550, l'Oceano Atlantico poteva ben essere considerato un mare Mediterraneo, il più grande di quella catena di mari chiusi tra terre che si estendeva dal Mar Caspio, attraverso il Mar Nero, il Mare Nostrum, e l'Atlantico appunto, fino all'altro mediterraneo per eccellenza dell'epoca, il mare dei Caraibi. Nel 1550, il primo volume delle relazioni di navigazioni e viaggi pubblicate da Giovanni Battista Ramusio descriveva, appunto, le scoperte nell'Atlantico e nell'Oceano Indiano occidentale, e nelle terre che li circondavano sia a Est che a Ovest 1. Gli Atlantic studies di oggi hanno riscoperto da pochi decenni la funzione dell'Atlantico come collegamento, non separazione, tra le rive opposte, e la storia comune che ne deriva, da molto tempo celata dal concetto geografico, relativamente recente, delle acque come elementi naturali di divisione tra le parti del mondo. Ma nel Cinquecento molte carte geografiche mostravano la parte settentrionale dell'Europa e quella dell'America congiunte da un ponte di terre che chiude l'Atlantico a settentrione.