Salmo (original) (raw)
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Modena, 7 aprile 2013 Pagina 1 Gianpaolo Anderlini-Bozza non corretta "Abiterò nella tua tenda per sempre, cercherò rifugio all'ombra delle tue ali" (Sal 61,5) Un'introduzione al Sefer Tehillìm 1. Tanak, Sifrè Emèt, Sefer Tehillim Sefer Tehillim, "Libro delle Lodi", o semplicemente Tehillìm 1 , "Lodi/Salmi", è il nome del Libro dei Salmi nella Bibbia ebraica. Fa parte dei Ketuvìm/Scritti (o Agiografi), la terza sezione del canone ebraico. Tehillim sono, di conseguenza, quelli che in lingua italiana, per influsso della traduzione greca dei LXX e latina della Vulgata, chiamiamo Salmi. Mentre la tradizione ebraica è concorde nel definire i salmi Tehillìm, nel testo si ha una discordanza interna, in quanto nella dossologia finale del cosiddetto Primo libro dei Salmi si trova la seguente indicazione: T. Salmo 72,20: כ פסוק עב פרק תהלים ָּי ִש י ֶּן ב ִד ו ָּד ִּלֹות פ ְת ָּּלּו כ : "Sono terminate le tefillot/preghiere 2 di David figlio di Jishàj." La Bibbia ebraica, oltre che col termine Miqrà (= testo da leggere ad alta voce), viene spesso indicata col termina TaNaK, acronimo che indica le tre parti che compongono il canone cosiddetto palestinese di 24 libri, definito nel I sec. E.V.: la lettera taw (t) indica la Torà, la lettera nun (n) i Profeti, la lettera kaf (k) gli Scritti o Agiografi: Torà = Legge 5 Nevi'im = Profeti suddivisi in 4 1 E' interessante notare che la forma tehillìm, plurale di tehillà, "lode", è usata solo per indicare il libro dei Salmi, mentre il plurale regolare è tehillot. 2 Nella traduzione dei LXX troviamo: e nella Vulgata: laudes =. tehillot in ebraico.
SOMMARIO: § 1. Premessa. - § 2. La prima fattispecie. - § 3. L'atto istitutivo del trust. - § 4. Natura ed esecutività della sentenza ex art. 67 L. F. - § 5. Ripartizione dell'attivo e chiusura del fallimento. - § 6. Analisi dell'atto. - § 7. La seconda fattispecie. - § 8. Profili giuridici. - § 9. Conclusioni.
The contribution reconstructs the genesis and the vicissitudes of the first book with movable type printed by an Empoli citizen: Michele da Durazzini; the author has for a long time been confused with two homonyms. The incunabulum testifies to the readings of its author, and the vitality of a center such as Empoli in the second half of the fifteenth century. The volume, printed in 1490 by Francesco Bonaccorsi (printer of the first printed edition of the “Convivio” di Dante) had a very wide circulation; Durazzini introduces specific references to the territory of Empoli that have so far escaped historical research. Il contributo ricostruisce la genesi e le vicende del primo libro a stampa a caratteri mobili pubblicato da un empolese, Michele da Durazzini; l’autore fu a lungo confuso con due omonimi. L’incunabolo testimonia le letture del suo autore e la vitalità di un centro qual era Empoli nella seconda metà del secolo XV. Il volume, stampato nel 1490 da Francesco Bonaccorsi (stampatore della prima edizione a stampa del “Convivio” di Dante) ebbe una diffusione molto ampia; Durazzini introduce richiami specifici al territorio e aspetti di cronaca che sono finora sfuggiti alla ricerca storica.
Philoxenia. Viaggi e viaggiatori nella Grecia di ieri e di oggi. Axion esti: per Lello Zanetto (a cura di Andrea Capra, Stefano Martinelli Tempesta, Cecilia Nobili) - Sesto SG , 2020
Attivo sia come studioso che quale operatore sul campo, Lellè (così era amichevolmente chiamato) Solano, deceduto il 25 settembre 2012 a Nicotera, era quivi nato l'1 gennaio del 1933. Ha concluso il ciclo scolastico conseguendo la laurea nell'Università di Messina e, attratto dall'archeologìa, si è specializzato in "Topografia tardo antica e alto medioevale". Il suo deciso impegno lo ha indotto a fondare il Museo Civico e Archeologico e più tardi un secondo di Petrografia e Mineralogìa. Parecchio solerte e abile a riunire attorno a sé una nutrita cerchia di volenterosi, nei momenti liberi si dava a ricercare possibili siti e dagli scavi recava sovente in sede interessanti manufatti tramandati dalle civiltà fiorite nelle terre del Poro, ma pure oltre. Notevoli le scoperte della cava di granito a Nicotera nel 1972, della stazione paleolitica in area di San Calogero e dell'insediamento rupestre di Zungri. Quest'ultimo, oggi, curato dalla bravissima Maria Caterina Pietropaolo, richiama numerosi visitatori d'ogni latitudine. Del suo amore per il mondo antico è iniziale vivido testimone nel 1967 il volume "Liguri, Siculi e Greci nella Regione del Poro". Seguirà nel 1976 una seria e corposa fatica intitolata "Bruttium paleocristiano", che l'anno dopo gli varrà l'assegnazione del Premio Sybaris Magna Grecia. Su detta cava il 4 marzo 1982 presenterà una comunicazione alla Giornata di studio sul marmo nell'antichità organizzata dall'Istituto di Archeologìa dell'Università di Roma. Riprenderà in successione sviluppando il tutto e affidandolo ad apposita pubblicazione con titolo "La cava romana di granito di Nicotera" accolta nel numero uno di "Quaderni Antropologìa Archeologìa Storia" con l'egida dell'Assessorato alla cultura del Comune di Nicotera nel 1985. Nel medesimo anno darà vita a un lavoro ricco di linde immagini dei ritrovamenti sparsi per il territorio, "Il Museo Archeologico di Nicotera". Per i suoi meriti si avrà la nomina ad Ispettore Onorario della Soprintendenza. Il Prof. Solano già in precedenza, tra 1969 e 1974, aveva espresso peculiari saggi, che aveva affidato alla rivista "Studi Meridionali", il cui fondatore e direttore era il palmese Vincenzo Saletta. Negli articoli, tra i quali si discetta della necropoli romana del Diale, della penetrazione etrusca sulle coste del Tirreno, delle terrecotte figurate da Medma, se ne avvisano anche di tutt'altro genere, come le Lettere di Vincenzo Padula a Mons. Brancia. Questo suo rapporto lo ha spinto a costituire una sezione correlata allo stesso periodico, col cui sostegno ha varato un intrigante convegno titolato "Documenti di civiltà in Terra di Calabria", che si è svolto dal 3 al 4 gennaio del 1974. A detto, cui ho preso parte assieme a un nutrito gruppo di aderenti della sezione oppidese, che nel frattempo avevo messo su, sono stati della partita studiosi nel settore dell'archeologia: Dario Leone, che ha trattato
Belice 1968-2008: barocco perduto barocco dimenticato, 2008
Per la pubblicazione del presente volume si ringraziano i Sindaci e le Amministrazioni comunali di tutte le città della Valle del Belice; inoltre si esprime gratitudine e riconoscenza a quanti con la loro fattiva collaborazione hanno agevolato l' opera:
Sugano dominates the streets that go to Orvieto and towards Alfina. Inhabited since Etruscan times, it was then consolidated as a castrum in the Middle Ages. Originally indicated by the name of the feudal lord Patrignone and also called "castri Leonis", Sugano will be the castle of the Monaldeschi and can be seen depicted on the reliquary of the Corporal in the Cathedral of Orvieto , from 1338.