LA CRITICA MUSICALE ITALIANA DAVANTI A L’ORFEO: 1909-1935 (original) (raw)
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Frammenti di giudizio di valore musicale nel Rinascimento
BSTRACT. Nel corso dell'ultimo decennio, molti musicologi (per esempio James Haar, 1 Jessie Owens 2 e Rob Wegman) 3 hanno puntato l'attenzione verso la storia della ricezione e i concetti di storiografia e giudizio di valore vigenti presso i teorici del Rinascimento. Qui se ne discutono passi sia celebri, sia molto poco studiati, utili alla riflessione su due argomenti cruciali per lo studio della polifonia rinascimentale: le modalità del giudizio di valore e la consapevolezza delle individualità stilistiche. L'obiettivo è duplice: collocare le poche novità nell'ambito di una più vasta rassegna e, sulla base di essa, provare a ricostruire uno scenario storico-critico coerente.
Il Temperamento Musicale Ieri e Oggi [Italian], 1998
Testo in uso nella catedra di Clavicembalo [teaching material in use in the Harpsichord course], Conservatorio G. Verdi, Turin, Italy, 1998
Una spiegazione riassuntiva del temperamento musicale: principi acustici, caratteristiche musicali ed evoluzione storica. [A concise exposition of musical temperament: acoustic principles, musical features and historical evolution. 17pp.] Traduzione dalle versioni originali in Spagnolo e in Inglese (non pubblicata) effettuata dalla cattedra di clavicembalo del Conservatorio G. Verdi di Torino, poi revisata dall'autore. [Translation from the original Spanish and English (unpublished) versions, by the chair of harpsichord of the Conservatorio G. Verdi of Turin, with final revision by the author.]
SILLABO DI RIFERIMENTO PER L'INSEGNAMENTO DELL'ITALIANO DELLA MUSICA
2017
Il sillabo è il risultato di un'iniziativa congiunta della Società Dante Alighieri e del Laboratorio Italiano come Lingua Straniera (Itals) di Ca' Foscari, mirata a for-nire un supporto scientifico al diffuso e crescente interesse per l'italiano da parte di Conservatori, facoltà e scuole di musica in Italia-a seguito di progetti di mobilità scambio internazionali-e stranieri. La Dante e Itals hanno affidato la direzione scientifica del progetto a chi scrive e hanno concordato nel rendere fruibile gratuitamente il prodotto della ricerca, che è quindi in open access nella collana Studi sull'Apprendimento e l'Insegnamen-to Linguistico-SAIL sul sito www.edizionicafoscari.it (BalBoni, 2018b). Come spiega il titolo, è un sillabo di riferimento, non un materiale per l'inse-gnamento. Possono utilizzare liberamente il sillabo, riconoscendone la paternità scientifica: a. gli autori di materiali didattici e gli insegnanti che si creano personalmente i materiali didattici; b. le certificazioni di italiano (a oggi, CELI di Perugia, Cert.it di Roma Tre, CILS di Siena, PLIDA della Società Dante Alighieri) che vogliano aggiungere alle loro prove standard una scheda specifica per valutare la competenza nell'ita-liano della musica (italMusica); c. le certificazioni di didattica dell'italiano riconosciute dal MIUR (a oggi, CE-DILS di Ca' Foscari, DILS di Perugia e DITALS di Siena) che vogliano ag-giungere alle loro prove standard una scheda specifica per valutare la compe-tenza del docente nell'insegnamento dell'italiano della musica.
Musica e identità politica e culturale alla corte di Ottavio Farnese (1545-1586)
La tesi prende in considerazione la committenza musicale di Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza dal 1547 sino al 1586, con particolare enfasi sul primo ventennio del suo governo. Lo scopo della ricerca è, primariamente, quello di contribuire alla ricostruzione storica di uno degli episodi del rinascimento italiano meno studiati tramite l’analisi dell’impiego delle arti, e specificatamente della musica, presso la corte. Principale obiettivo del governo di Ottavio è la legittimazione del suo potere e del suo status di principe: in quest’ottica, la politica del duca è incentrata sulla costruzione di una corte, come contesto di mediazione politica con l’élite politica europea, la nobiltà terriera piacentina e la borghesia parmigiana. Tale mediazione politica è possibile solo a patto che il linguaggio espresso dagli interlocutori sia condiviso: ossia in altri termini, che essi si muovano entro lo stesso orizzonte culturale. La politica culturale di Ottavio Farnese è quindi orientata, da un lato, all’adozione del cosiddetto “linguaggio della preminenza”, ossia all’adeguamento a quelli che possono essere considerati dei veri e propri standard europei della cultura e che permettono di identificare il principe come tale; dall’altro, alla diffusione del modello cortese tra i nuovi sudditi, ossia alla loro trasformazione in cortigiani: questo processo di metamorfosi ha per protagonista la borghesia parmigiana, che, così come Ottavio, deve costruire da zero il suo nuovo status sociale. Le forme del mecenatismo del duca, quindi, sono state prese in considerazione in quanto strumenti di questa “mediazione culturale”: in questa prospettiva, la musica si presenta come oggetto di studio ideale, costringendoci a riflettere non tanto sul suo essere prodotto, ma sul suo essere azione. In particolare, il madrigale si presenta non solo come “rappresentazione” di corte, ma piuttosto come performance di classe nella quale i partecipanti agiscono, giocano - in maniera molto seria - il loro nuovo ruolo politico e sociale, cioè quello del cortigiano. Nei termini della sociologia di Ervin Goffman, la conoscenza della musica era parte dell’equipaggiamento espressivo di cui un individuo si dotava per identificare sé stesso come cortigiano, momento di sostanziazione e presentificazione dell’ideologia politica dominante.
Carlo Borromeo e il cattolicesimo dell’età moderna. Nascita e fortuna di un “modello” di santità, a cura di Maria Luisa Frosio e Danilo Zardin, Milano, Bulzoni, 2011, pp. 275-310 (Studia Borromaica, 25). [ISBN 978-88-7870-609-5], 2011
Musiche per Carlo al tempo di Federico Il quattrocentesimo anniversario della canonizzazione di Carlo Borromeo rappresenta un'occasione preziosa per tornare a confrontarsi con l'eredità culturale e intellettuale di una figura che, pur fra i suoi molteplici interessi, ha dato un contributo indubbiamente significativo anche alla storia della musica sacra tardorinascimentale. In questo senso, la musicologia più recente ha contribuito a una più perspicua definizione del ruolo effettivamente svolto dal Borromeo nell'ambito della riforma della musica da chiesa, inserita nel più ampio quadro della riforma liturgica tridentina, mettendo a fuoco il suo contributo sia nelle fasi pre-paratorie del Concilio, sia nel successivo periodo post-conciliare 1. Vi è tuttavia un altro aspetto di quella che potremmo definire l''eredità musi-cale' di Carlo che merita di essere messo in luce, ed è quello che riguarda la proliferazione, soprattutto in àmbito milanese, di musiche di vario genere in qualche modo legate alla sua figura, che continuò indiretta-mente a esercitare un influsso significativo sugli sviluppi della musica liturgica locale anche dopo la sua scomparsa, soprattutto nei decenni successivi alla sua canonizzazione 2. Fra le musiche composte in onore di Carlo la prima (e forse la più nota) è il mottetto policorale a otto voci Deficit gaudium di Giulio Ce-1 Non è questa la sede per ripercorrere gli esiti raggiunti dai diversi studi sull'argomento. Fra i numerosi contributi musicologici interamente o parzialmente dedicati a questo tema ci si limita a rimandare, oltre che all'ormai classico L. LOCKWOOD, The Counter-Reformation and the Masses of Vincenzo Ruffo, Wien, Universal Edition, 1970, allo studio di C. A. MONSON, The Council of Trent Revisited, «Journal of American Musicological Society», LV, 2002, 5, pp. 1-37; alla monografia di R. L. KENDRICK, Celestial Sirens: Nuns and their Music in Early Modern Milan, Oxford, 1996 e al saggio, dello stesso autore, Musica e Riforma nella Milano di Carlo Borromeo, in F. BUZZI-D. ZARDIN (edd.), Carlo Borromeo e l'opera della 'Grande ri-forma': Cultura, religione e arti del governo nella Milano del pieno Cinquecento, Milano, Credito Artigiano, 1997, pp. 177-184. 2 L'argomento, già trattato in precedenza (si veda soprattutto KENDRICK, Musica, pp. 182-183, Epilogo: echi musicali del culto del santo), viene qui sinteticamente ripreso per meglio contestualizzare le musiche di Ardemanio nel più ampio quadro della produzione musicale ispirata alla figura del 'nuovo' santo. La rassegna di musiche composte in onore o in me-moria di Carlo che si ripropone in questa sede non ha pretese di esaustività e riprende per lo più quella inclusa nel citato articolo di Robert L. Kendrick. 275
Interessi musicali nelle riviste letterarie italiane: 1896-1947
L'articolo illustra una prima ricognizione dell'incidenza di articoli musicali in 11 riviste letterarie italiane, pubblicate nella prima metà del Novecento. I materiali di questo articolo sono poi confluiti nella tesi di dottorato «Interessi musicali nelle riviste letterarie italiane. 1900-1950».