Costruzione e ripercezione. Note sulla memoria in Husserl e Freud (original) (raw)
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La psicanalisi, la costruzione della mente e le menti indagate: Freud e Groddeck, Husserl e Ryle, Devereaux, 2017
In questo breve lavoro (scritto nel 2017 durante il secondo anno alla facoltà di filosofia) mi propongo di analizzare diverse posizioni riguardo lo studio della mente. Cominciando con una veloce biografia di Georg Groddeck, fondatore della medicina psicosomatica, mostrerò, tramite il suo rapporto con Freud, l’alternativa psicanalitica che egli creò nel corso della sua teorizzazione dello psichico, concentrandomi molto sul rapporto tra i due. In un secondo momento cercherò di analizzare, da un punto di vista prettamente filosofico, l’argomento della “costruzione della mente”, avvalendomi delle teorie di due massimi della filosofia della mente e della psicologia, ovvero Gilbert Ryle ed Edmund Husserl, mostrando come la corrente psicologico-scientifica (madre del localizzazionismo, della psicologia di carattere fisiologico etc) sia sorta e cresciuta a causa di presupposti cartesiani che fecero nascere fallaci interpretazioni della mente. Infine, mostrerò una seconda alternativa alla pura psicanalisi Freudiana, esattamente mostrando l’ampliamento teorico fondato, in tale disciplina, da Georges Devereaux tramite la nascita della sua etnopsichiatria.
Ricostruzione, interpretazione, storicità. Ancora sul rapporto tra psicoanalisi e storia
2016
This essay is a reflection on the possibility of hybridization between history and philosophy, but also between history and psychology. When we think about what might be the common areas of historical research and psychological research and, in particular, psychoanalytic research, we usually think of the categories of construction and interpretation, but also those of narration and temporality. The possible link between the “comprising psychology” of Dilthey and Freudian psychoanalysis is the common goal of understanding the human spirit in all its complexity and unity of thought and instinct. This might be called “critical historicism”. A critical historicism that just inspired by the principles of psychoanalysis can manifest its fundamental character: the rejection of any vision of history as a relentless process towards perfection and well-being of humanity, as a place of linear and incontrovertible progress accomplishment.
Struttura e memoria nell'opera di Morton Feldman
2014
Il ruolo della memoria nella musica di Morton Feldman è stato tematizzato da Feldman stesso fin dagli anni Ottanta e poi da molti contributi musicologici sulla sua opera. Tuttavia è mancata nella maggior parte dei casi una prospettiva più specificamente cognitivista, basata sul riconoscimento della relazione tra percezione, schemi strutturali e memoria. Gli studi sulla memoria hanno dimostrato come essa dipenda fortemente dalla presenza di schemi strutturali tra gli elementi con i quali entriamo in relazione. La presenza di una struttura riconoscibile che metta in relazione i vari elementi di una certa sequenza permette cioè di ricordare quella sequenza più facilmente rispetto ad un’altra in cui non vi siano collegamenti strutturali riconoscibili. Questo vale per sequenze di numeri, come per lettere, parole o suoni. Il modo in cui determinate caratteristiche sonore producono – a vari livelli – relazioni strutturali significative alla percezione è stato indagato tra gli altri in modo particolarmente approfondito da Albert Bregman che nei suoi studi su quella che viene definita Auditory Scene Analysis descrive i meccanismi che consentono al nostro sistema uditivo di rintracciare/riconoscere/costruire relazioni strutturali significative tra i suoni. In questo lavoro vengono analizzate alcune opere di Feldman appartenenti ai diversi periodi compositivi che si possono delineare all’interno della sua produzione, contraddistinte da caratteristiche affatto diverse. I principi dell’ASA saranno alla base dell'analisi che in questa prospettiva metterà in evidenza come le scelte compositive operate da Feldman in alcuni casi tendano ad assecondare la formazione di strutture percettive significative ed in altri invece a contrastare la formazione di relazioni strutturali. Nella sua produzione più tarda Feldman sembra infine tentare una paradossale ossimorica sintesi tra questi estremi. I principi dell’ASA forniscono inoltre una cornice esplicativa all’interno della quale dare ragione delle conseguenze di queste scelte sulla percezione e sulla memoria.
La Dottrina delle Possibilità in Husserl tra Riconoscimento e Intersoggettività
Dialettica&Filosofia, 2023
One of the most neglected aspects of Husserl's philosophy is certainly the phenomenological notion of "possibility" [Möglichkeit / Vermöglichkeit], which in the course of Edmund Husserl's great production has taken on multiple forms and meanings, in order to allow some fundamental questions to emerge and prove the legitimacy and the internal coherence of entire phenomenological method. The question which, to this regard, is decisive and which this short contribution aims to highlight is the following: what relationship exists between "consciousness" and "possibility"? Is it possible to establish a precedence of consciousness on empirical possibilities, or the latter are determined spontaneously and only subsequently enter into a relationship with transcendental consciousness? By analyzing this kind of problem, it will be clear that a fundamental role is played by the subjective and intersubjective kinesthetic dimension of recognition [Wiedererkennen], which provides a plausible possible solution to the question proposed.
La coscienza in Husserl e Rosmini: intenzionalità e riduzione
2016
This paper aims to examine the two main issues of Husserl’s phenomenology, intentionality and reduction, as well as the issue of consciousness in Antonio Rosmini. This should be done not by searching a possible combination between the two authors, but by investigating the differences and trying to grasp the stakes of their reflection. So, without trying to compare the incomparable, with Rosmini we will investigate some issues that also Husserl intended to deal with. From another point of view – or, perhaps, from completely different points of view – we will finally search for that common viewpoint that avoids too easy comparisons and, according to different paths, asks to look at ‘the things themselves’.