The Beneficial Owner of the Companies in the Anti-Money Laundering Legislation, between Property Rights and Management Powers (original) (raw)
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In a world where economics has become globalized and the cross-border dimension of corporate crime has grown exponentially, the jurisdictional issues become central. The compartmentalization of production into global corporate groups, joint ventures and supply chains not only increases the risk of commission of crimes and human rights violations by multinational or transnational corporations, but also undermines state enforcement efforts. The essay focuses, therefore, on the new forms of extraterritorial jurisdiction – both genuine and “camouflaged” under an extremely extensive notion of territoriality – from a twofold perspective: effectiveness of criminal law and protection of the fundamental rights of persons (individuals and corporations prosecuted by different national authorities, in search of a reasonable balance. In un mondo in cui l’attività economica si è globalizzata e la dimensione transfrontaliera del crimine di impresa è esponenzialmente cresciuta, il tema dell’estensione spaziale delle leggi penali nazionali assume rilievo centrale. La parcellizzazione della produzione in gruppi societari, joint venture e catene di approvvigionamento globali, oltre a fomentare reati e violazioni di diritti umani da parte delle imprese multinazionali o transnazionali, erode la capacità di enforcement degli Stati. Il saggio si concentra, così, sulle nuove forme di giurisdizione extraterritoriale – sia autentiche che “mimetizzate” sotto una nozione di territorialità dilatata all’estremo – da una duplice prospettiva: efficacia della risposta punitiva e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti (individui e società) sottoposti a procedimento penale da parte di molteplici autorità nazionali, nell’ottica di un equilibrio ragionevole.
Ugo Pioletti The legal nature of confiscation of the profit of the crime
2020
Ogni articolo di dottrina proposto per la pubblicazione, con la sola eccezione di quelli provenienti dai Direttori e dai membri del Comitato Scientifico, viene inviato in forma anonima a due Revisori estranei al Comitato Scientifico, a seconda della competenza richiesta dal lavoro inviato, la cui identità resta conosciuta solo ai Direttori. I Revisori, nel termine di quindici giorni, restituiscono ai Direttori una scheda in cui esprimono un motivato giudizio, che potrà essere di indicare l'articolo come meritevole di pubblicazione, non meritevole di pubblicazione o meritevole di pubblicazione a condizione di effettuare interventi migliorativi, che dovranno essere segnalati. In quest'ultimo caso, la Direzione della Rivista provvederà ad informare l'Autore della necessità di tali interventi ed al controllo da parte dei Revisori di quanto gli hanno richiesto.
2017
Nell’ambito di un lavoro orientato a comprendere il ruolo della rule of law sull’equilibrio fra sicurezza e libertà nell’ambito di sistemi democratici di qualità, il presente capitolo si propone principalmente di offrire una panoramica, comparativa e diacronica, sull’andamento di quelle che sono le minacce alla sicurezza che gli stati (Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Polonia) devono affrontare. L’obiettivo non è meramente descrittivo, ma chiama in causa una prima ricognizione, che sarà poi sviluppata nei capitoli successivi, sul ruolo della rule of law, correlando le variazioni riscontrate negli indici di criminalità con possibili contemporanee variazioni su due fronti che potrebbero agire quale variabile indipendente sull’andamento dei crimini: da un lato le trasformazioni nelle condizioni ambientali (cambiamenti culturali, ma soprattutto economici), dall’altro i mutamenti di carattere politico-istituzionale. All’interno di quest’ultimo caso, un’ulteriore distinzione importante è quella fra gli interventi che mirano a influire sulle condizioni ambientali (politiche sociali) e gli interventi che mirano a influire direttamente sull’impianto istituzionale (politiche di sicurezza). 1. Misurare le minacce alla sicurezza per valutare la qualità democratica 2. L’evoluzione del tasso di criminalità 3. Criminalità comune 3.1. Reati contro il patrimonio 3.2. La reazione non istituzionale al crimine: legittima difesa e giustizia sommaria 3.3. Reati contro la persona 4. Criminalità organizzata 4.1. Il problema di una definizione comune 4.2. Le nuove frontiere tra criminalità organizzata e criminalità finanziaria 4.3. La prostituzione 4.4. I reati legati agli stupefacenti 5. Criminalità politica 5.1. Violenza politica, scontri di piazza e repressione 5.2. La minaccia terroristica 6. I crimini d’odio: razzismo, xenofobia e omofobia 6.1. Pregiudizio e violenze fino al 2008 6.2. Dopo il 2008: la crisi economica e il capro espiatorio 7. Conclusioni
2000
Introduzione L'analisi del servizio giustizia-ancor più nel settore penale-è stata generalmente sottratta ad indagini di carattere tipicamente economico concernenti la produttività degli uffici. Gli stessi centri di elaborazioni dati e gli appositi dipartimenti presso il Ministero della Giustizia, ad esempio, si sono spesso limitati alla raccolta di dati statistici ed alla creazione di indicatori generici di qualità del servizio 1. Tali parametri, tuttavia, si sono spesso mostrati poco utili sia dal punto di vista analitico sia al fine di proporre soluzioni migliorative. Repressione del crimine, senso di sicurezza e legalità, sostanziale uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge, presunzione di non colpevolezza sino al giudicato, ragionevole durata del procedimento, garanzie di difesa per l'imputato, tutela giudiziaria per le vittime, separazione dei poteri, sono alcuni dei valori per i quali siè spesso voluto guardare alla sola efficacia, piuttosto che al modo di attuarli in maniera efficiente. Ciò ha prodotto, non di rado, il risultato pratico di misure e provvedimenti né efficaci, né efficienti. Attraverso l'utilizzo delle simulazioni, la valutazione del lavoro degli uffici giudiziari può risultare più semplificata ed estendersi alla portata riformatrice di una norma o di interi progetti di riforma. L'uso del sistema di simulazioni
La revoca dello stato di liquidazione: interessi in gioco e questioni ancora aperte
2017
L'articolo analizza in dettaglio la disciplina della revoca dello stato di liquidazione di cui all'art. 2487-terc.c. Sebbene l'introduzione di tale norma nel 2003 abbia avuto il merito di sancire in modo chiaro e definitivo la revocabilit\ue0 dello stato di liquidazione delle societ\ue0 di capitali, molti altri aspetti restano ancora in ombra. Fra questi ultimi, assumono particolare rilievo: (i) la possibilit\ue0 di revocare lo stato di liquidazione nelle societ\ue0 di persone; (ii) l'ambito di applicazione temporale della disciplina in esame; (iii) le interconnessioni tra il recesso dei soci dissenzienti e lo scioglimento della societ\ue0; (iv) le modalit\ue0 di preventiva eliminazione di talune cause di scioglimento; e (v) gli interessi sottesi alla facolt\ue0 di opposizione dei creditori. Sotto tale ultimo profilo, peraltro, l'autore ritiene preferibile adottare, in una prospettiva sistematica, un'interpretazione restrittiva circa l'individuazione dei creditori legittimati.This article provides a detailed analysis of the Italian regulation concerning the revocation of corporate liquidation pursuant to Article 2487-ter of the Italian Civil Code. Although this Article - enacted in 2003 - stated in an incontrovertible manner the revocability of voluntary liquidation of limited companies, many other related aspects still remain unclear. In particular, the following are examples: (1) the possibility of extending the same legal principle to partnerships; (2) the temporal scope of the application of this regulation; (3) the relationships between the right to withdraw exercisable by dissenting shareholders and the company liquidation; (4) the procedures for the preventive elimination of factors determining the closure of the relevant company; and, (5) the interests underlying the right of opposition for creditors. In this last regard, the author considers a restrictive interpretation about the identification of entitled creditors to be more coherent under a systematic point of view
The goal of this research project is to verify which advantages and disadvantages are connected to different instruments to raise equity, through which Italian Medium-Sized Enterprises (MSEs) could face the global recession, credit crunch, possible entrepreneurial succession and the international competitive challenge. The project's focus is on the necessary change in MSEs' capital structure which should shift from a model based on the cash-flow and bank debt to a model with higher equity, which will enable them to face the credit crunch and the entrepreneurial succession as well as adequately promote innovation. It has been used an "objective and rationale" approach based on the analysis of institutional web-sites and on the information obtained during some explorative interviews with sector experts. Consequently, the research purpose is to build a theoretical framework, useful to compare three financial options (Private Equity, AIM Italia-MAC, MTA), that are still little exploited by Italian firms.
La moneta della banca centrale come Attività contabile
Appunti di contabilità forense, 2021
Traduzione: La moneta della banca centrale: Passività, Attività o patrimonio della nazione? Documento di ricerca Cornell Legal Studies 20-46 (44 Pagine) Pubblicato: 17 Nov 2020 (…) 4.4-La moneta della banca centrale come Attività L'ultimo grande concetto contabile è "asset". Attualmente, le banche commerciali contabilizzano le loro disponibilità di CBM come attività finanziarie liquide, in cui la banca centrale è la controparte che detiene una corrispondente passività finanziaria. Per le ragioni che abbiamo dato sopra, la seconda e quindi anche la prima hanno un supporto molto debole nei quadri giuridici attualmente esistenti che regolano le CBM. Per quanto riguarda il trattamento delle CBM come attivi finanziari delle banche commerciali, i sistemi giuridici riconoscono una un'ampia classe di attività che non sono semplici crediti, [76] e le architetture di pagamento riconoscono che i debiti possono essere regolati usando una varietà di attività di regolamento oltre ai crediti. Così, anche se un saldo positivo di CBM non può essere descritto come un "credito" nei confronti della banca centrale, l'entità che detiene quel saldo può usarlo per estinguere un'obbligazione che ha nei confronti di un'altra entità. Quindi, anche se un'entità con un saldo positivo delle CBM non ha un credito nei confronti della banca centrale, ha un'attività utilizzabile. Dal punto di vista legale, quindi, le banche commerciali potrebbero continuare a contabilizzare le loro disponibilità di CBM come attività, anche se questo può sembrare controintuitivo. Una domanda interessante e, per un economista, ancora più controintuitiva è se le banche centrali potrebbero contabilizzare le CBM come propri "attivi". Sorprendentemente, se adottiamo le definizioni definizioni degli IFRS, la risposta sembra essere un sì qualificato: "Un'attività è una risorsa economica presente controllata dall'entità come risultato di eventi passati"; "Una risorsa economica è un diritto che ha il potenziale per produrre benefici economici"; "I diritti che hanno il potenziale per produrre benefici economici [includono] diritti che non corrispondono a un'obbligazione di un'altra parte". [77] Le CBM sono create dall'esercizio di poteri statutari allo scopo di controllare l'ammontare totale di liquidità nel sistema finanziario e di determinare se le riserve debbano essere create in qualsiasi particolare transazione. Le CBM sono quindi "controllate dalla" banca centrale. Le CBM create dalle banche centrali permettono loro di ottenere in cambio attività di valore economico, come i titoli acquistati sul mercato aperto, che producono benefici economici perché generalmente pagano un tasso di interesse più alto delle stesse CBM.