J. Aumont, Le montreur d'homme. Essai sur le cinema (original) (raw)

Suole di vento. Jean Rouch fra antropologia e cinema

ACHAB Recensione : Identità catodiche, rappresentazioni mediatiche di appartenenze collettive di Pietro Vereni a cura di : Gianni Trimarchi 66 Recensione : Il Contemporaneo di Giorgio Agamben a cura di : Valerio Fusi 2 ACHAB

Jean Rouch, l'enigma del filmare - Filmcritica

2017

Il cineasta francese si situa al centro del film "L’ Enigma di Jean Rouch a Torino – Cronaca di un film raté", realizzato da Marco di Castri, Paolo Favaro e Daniele Pianciola, presentato nella sezione “Venezia Classici Documentari” della settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: affettuosa e intima cronaca di ciò che accadde a inizio anni Ottanta a Torino, quando Rouch si unì a tre giovanissimi registi in erba (Chiantaretto, di Castri, Pianciola), appartenenti al gruppo KWK, per raccontare - in un film semi-improvvisato - di quella città, delle sue nebbie industriali e della sua anima metafisica, un vero e proprio luogo di ricerca interiore per artisti e intellettuali di ogni tempo. Cronaca di un film "raté": perché quell’ "Enigma" (1986) che Rouch volle raccontare così spontaneamente rimase sempre un film a metà, forse un po’ sbagliato, letteralmente deragliato nella corsa finale.

Aa. Vv., Le prosimètre à la Renaissance

Studi francesi, 2008

In questo volume vengono presentati gli atti del Convegno internazionale tenutosi a Parigi il 4 marzo 2004 sul genere del prosimètre nel periodo rinascimentale. Nell'avantpropos, Frank LESTRINGANT presenta il volume sottolineando l'intento di rivalutare la forma 'mista' del prosimetro. Le conclusioni vengono affidate a Nathalie DAUVOIS la quale, alla luce dei contributi presentati, insiste su una nuova definizione del genere, indipendente dalla sola ricezione di Boezio, e che vede nel prosimètre la summa dell'arte dei Grands Rhétoriqueurs.

Guy de Maupassant, Théâtre

2012

Il volume riunisce per la prima volta le pieces messe in scena quando l’autore era vivente, in ordine di pubblicazione: tuttavia A la feuille de rose, maison turque, che e stata pubblicata solo nel 1945, ma e stata recitata dal 1875, e posta all’inizio del volume; mentre l’A. ha deliberatamente espunto Mme Thomassin, reclamando la mancanza di un manoscritto autografo di Maupassant, e suggerendo che lo scrittore abbia solo fornito lo spunto a William Busnach, l’unico ad aver firmato la piece. ...

Il cinema di Arthur Penn (Le Mani, 2009)

I travestimenti sono studiati per trasformare la verità in un'entità che faccia parte della nostra vitao dalla quale, sforzandosi di vivere, si possa sperare di essere salvati. James Baldwin, Dimmi da quanto è partito il treno Il fatto che scrivere sia un atto dell'immaginazione sembra confondere e far infuriare chiunque.

Dall’interno all’esterno. "Intérieur à Arcachon" di Édouard Manet (L'Uomo Nero, 2016)

in "L'Uomo Nero", 13 (2016), pp. 12-27 , 2016

In 1871, Édouard Manet painted "Interieur à Arcachon". The French-Prussian War was over and the painter had joined with his family in the south of France. In this picture it seems that Manet has painted a domestic scene differently than the precedents works, for instance "Le Déjeuner dans l’atelier" (1868-69), in which the painter had reshaped the interior spaces emphasising the planar surface of canvas. Like this painting, however, "Intérieur à Arcachon" might contain a more intimate meaning connected with the development of Manet’s art. This essay aims to read this painting as a pivotal painter’s work after the war, that wants stress a distance with the others of 1860s. If with "Le Déjeuner dans l’atelier" Manet seems to paint – using his stepson Léon as alter ego – the passage from the late romantic and realistic subjects (the armoury on the chair, at left) to an image that pays attention on the immediacy of vision (the still-life on the table is maybe a metaphor of this will), with "Intérieur à Arcachon" he represented the passage from inside to outside. In particular, in this canvas, Manet worked on the theme of the gaze – or better, of the beholder – representing his wife Suzanne watching the seascape through the window, ancient metaphor of the painting, and, in that moment, new symbol of the view of the modern and dynamic world. In this way, the painting puts itself in continuity with some of previous Manet’s works, as well as those of Morisot, Degas, Monet, and before of Caillebotte’s pictures.

Il cinema attraverso Gilles Deleuze. La Furia Umana n.10, autumn 2011 ISSN: 2037-0431

Costruire nuove immagini come nuove armi. Per questo basterà fondere come in un"unica sostanza percetti, affetti e concetti. Non troverete infatti una sola immagine nei due testi in cui il pensiero di Gilles Deleuze sposa il cinema. E quelle che verranno, di immagini, giungeranno direttamente dai vostri ricordi, dalle vostre emozioni e dalle vostre percezioni. L"arte conserva . E ciò che conserva è appunto un blocco di sensazioni, composto di percetti e affetti. Tali sono allora i percetti, insiemi di percezioni o sensazioni in grado di sopravvivere a chi li prova. Così come gli affetti, che non sono sentimenti, ma dei «divenire che travalicano colui che passa attraverso loro[2]» tanto da riuscire a farlo divenire altro. È così che l"arte può rivelarsi intrinsecamente monumentale. Proprio come un monumento, infatti, essa sottrae delle percezioni e delle affezioni al tempo presente per consegnarle al futuro, e nel conservarle, «le rende indipendenti da chi le ha provate trasformandole così in percetti e in affetti[3]».

IL CINEMA A MISURA D'UOMO DI NICOLAS PHILIBERT

Il cinema a misura d'uomo di Nicolas Philibert, Cinecritica n.54/55, settembre 2009 Philibert ha fatto sua l’espressione “programmare il caso”. Lungi dall’essere un piano programmatico che sottenda ad un metodo strutturato, una ricetta da ripetere in ogni situazione e film, una strategia di trattamento di un soggetto che possa divenire strumento seriale equivalente in per ogni pellicola di Philibert, questa espressione riesce ad essere la definizione migliore – posto che sia utile avvalersi di definizioni – per descrivere la complessità del cinema del cineasta francese.

Il Diavolo e il Negromante (Huon d'Auvergne)

Medioevo e Rinascimento, XXXVI, 2022

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