DISCRIMINAZIONE E RAZZISMO. LA SOPRAVVIVENZA DELLA MENTALITA' SCHIAVISTA (original) (raw)

RAZZISMI: RETORICHE E PRATICHE DELLA DISCRIMINAZIONE LINGUAGGI DELLA RAZZA

La razza prima del razzismo: a che punto è la riflessione degli storici A partire dagli anni Novanta del XX secolo le ricerche sulla razza e sul razzismo hanno mutato prospettiva. Molte indagini hanno tentato di ricostruire la genesi del razzismo occidentale guardando ai secoli che precedono la nascita della parola (in Francia, nel contesto dell'affaire Dreyfus) e la legittimazione ideologica degli approcci "scientifici" per la classificazione e la gerarchizzazione dei fenotipi umani, con la nascita di movimenti di massa esplicitamente razzisti. Se in uno studio ancora importante come quello di Mosse le origini dell'approccio razzista venivano fatte risalire al Settecento illuminato (estetismo neo-classico, nascita dell'antropologia), negli ultimi tre decenni filosofi e storici hanno tentato di scavare più a fondo e di stabilire una linea di continuità tra l'eredità classica, il pensiero umanistico, il primo colonialismo europeo e ciò che sarebbe avvenuto dopo l'Ottocento. Questo cambio di paradigma si è accompagnato al ben noto dibattito (Langmuir, Nirenberg e altri) sul rapporto tra antigiudaismo teologico e antisemitismo scientifico che individua nel Quattrocento iberico degli statuti di limpieza de sangre introdotti dai vecchi cristiani per discriminare i conversos un punto di svolta importante. L'attenzione crescente per lo sterminio degli ebrei d'Europa nel XX secolo, insomma, ha avuto riflessi anche sugli storici del mondo antico, medievale e moderno nella chiave della continuità. Se in Benjamin Isaac la nascita del razzismo occidentale è collocata nella tradizione classica (teoria dei climi, concetto aristotelico di schiavitù naturale, imperialismo romano), in un recente libro di Geraldine Heng il focus sposta sul medioevo (visione dei mongoli e dell'Asia, elaborazione dei miti sanguinari antigiudaici, rapporto Irlanda-Inghilterra). Si tratta di una genesi presente anche nel libro di Francisco Bethencourt, che mette sul banco degli imputati il monoteismo cristiano, l'ideologia crociata e le prime classificazioni coloniali europee, facendo il punto sul dibattito internazionale dopo un importante convegno i cui atti sono apparsi nel 2009 (The Origins of Racism in the West). Lo stesso Nirenberg è tornato sul nodo dell'anti-giudaismo tracciandone una storia tanto risalente da principiare nell'Egitto ellenistico. La questione delle possibili radici di lungo periodo della discriminazione anti-ebraica si è sovrapposta-e talvolta si è intrecciata in modo fecondo-con quella dell'atteggiamento degli arabi e degli europei nei confronti nelle popolazioni africane sub-sahariane, prima e dopo l'esplosione della tratta atlantica degli schiavi. Su questo terreno le novità sono state importanti, mentre negli studi più recenti si può apprezzare un approccio comparativo più raffinato che guarda anche alle possibili declinazioni del "razzismo" in contesti non mediterranei e non occidentali (Cina, Giappone, società hindu). L'intervento in breve cercherà di rendere conto dei risultati più innovativi dei dibattiti degli ultimi trent'anni, di individuare i rischi del "continuismo" e di individuare le domande ancora aperte. Fabio Dei (Università di Pisa) Razzismo, neorazzismo, antirazzismo: categorie esplicative dell'azione sociale? Il tema del mio intervento è: che cos'è il razzismo in una fase storica e in un ambiente sociale in cui il termine è usato esclusivamente come accusa di ordine morale? Il razzismo ha la sua storia: quella di una dottrina elaborata da numerosi intellettuali nel corso del XIX secolo e della prima

RAVVEDIMENTO E GIUDIZIO

Il ritrovamento fortuito e la dimessa veste del manoscritto sommarivese potevano assecondare un suo ritorno all'oblio, sollevando così coloro che ne sono stati sfiorati da faticose letture, riscritture, ricerche storiche, proposte di eventi e rappresentazioni.

La schiavitù e la sua giustificazione

2020

Mentre fra gli animali nessuno viene forzosamente impiegato per lavori che non svolgerebbe naturalmente, gli uomini sono in grado di obbligare altri uomini a vivere come meri mezzi. Nell’antica Grecia lo schiavo è trattato come uno strumento. Può essere di proprietà pubblica o privata e viene impiegato in diverse attività economiche. Non c’è una precisa caratterizzazione degli impieghi servili, ma le attività svolte sono per lo più nell’agricoltura, nelle miniere o nei lavori domestici. Il pa..

Capitolo 1 PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA E DIVIETI DI DISCRIMINAZIONE

Primo capitolo di La tutela antidiscriminatoria. Fonti, strumenti, interpreti, 2019

Sommario: 1.1. I significati dell'eguaglianza.-1.2. L'eguaglianza come garanzia del pluralismo sociale. Il ruolo antimaggioritario delle corti.-1.3. L'eguaglianza come eguaglianza redistributiva e mezzo di integrazione sociale.-1.4. L'eguaglianza come diritto umano e come diritto della "persona situata".-1.5. Eguaglianza e non discriminazione nello spazio comune europeo.-1.6. La tutela antidiscriminatoria nel sistema della Convenzione europea di salvaguardia dei diritti del-l'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).-1.7. La funzione dell'eguaglianza nel processo di integrazione europea.-1.7.1. Il divieto di discriminazioni basate sulla nazionalità.-1.7.2. La cit-tadinanza europea e la solidarietà transnazionale: nascita e crisi di un'idea.-1.7.3. Il divieto di discriminazioni basate sul genere.-1.8. La nuova stagione del diritto antidiscriminatorio. Fonti e ambiti di applicazione.-1.9. Il principio di non discriminazione come «leva di Archimede».-1.9.1. In principio era Mangold.-1.9.2. I percorsi tortuosi del dopo Mangold.-1.9.3. Verso la costruzione di un controllo d'eguaglianza diffuso.-1.9.4. Chi ha paura dell'effetto diretto?-1.9.5. Il revival dei contro-limiti e "l'identità costituzionale".-1.10. L'evoluzione della tutela an-tidiscriminatoria.-1.10.1. Il "vecchio" diritto antidiscriminatorio.-1.10.2. Le teorie che hanno ispirato le nuove fattispecie di discriminazione.-1.10.3. La nozione di discriminazione nel nuovo diritto antidiscriminatorio.-1.10.4. Eccezioni ai divieti di trattamenti differenziati e giustificazio-ni alla disparità di effetti.-1.10.5. La natura autonoma e la funzione rimediale dei divieti di di-scriminazione.-1.10.6. La struttura del giudizio di discriminazione.-1.11. Il valore contrastato dell'eguaglianza.-1.11.1. I nuovi confini dell'eguaglianza: una "solidarietà fra estranei".-1.12. Mobilitazione legale e mobilitazione sociale.

DISCRIMINAZIONE, HATE CRIMES, RAZZISMO: LA QUESTIONE NAPOLITANA

2020

I diritti civili in Italia, discriminazione e razzismo: la questione napolitana. Il tema del razzismo come discriminazione etnico-culturale, sociale in Italia verso il Mezzogiorno: il caso della Pandemia. Il lavoro dell’Accademia Napoletana per la difesa dei diritti civili. Crimini d’odio, intolleranza, razzismo e istigazione all’odio e alla violenza alla luce della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, la Raccomandazione n. (97) 20 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa del 30 ottobre 1997, la Decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio dell’UE del 28 novembre 2008 e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (OSCE) 9/2009 "Combating hate crimes". La Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, deliberata dal Senato della Repubblica Italiana

DEVIANZA MINORILE E GIUSTIZIA RIPARATIVA

Cassazione penale, 2022

L'autore illustra la particolare attitudine della Restorative Justice a fornire risposta al problema della criminalità minorile, sottolineando le peculiarità di questo modello di giustizia rispetto agli istituti penal-processuali che si basano sull'elemento della "riparazione". The author illustrates the particular attitude of Restorative Justice to provide an answer to the problem of juvenile crime, underlining the peculiarities of this model of justice with respect to criminal-procedural institutes that are based on the element of "reparation".

LA CORRISPONDENZA DEL DETENUTO: IL CONFINE TRA LA RIEDUCAZIONE E L'ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA

Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28309 del 5 aprile 2018, ha ritenuto legittimo il trattenimento di una missiva indirizzata dal detenuto ad una congiunta, precisando che "sia in ragione della finalità del regime differenziato di cui all'art. 41 bis ord. pen., sia di quella della limitazione della corrispondenza di cui all'art. 18 ter ord. pen., per il mancato inoltro della corrispondenza non è necessaria la prova della commissione di reati o della pericolosità della missiva, ma è sufficiente il ragionevole timore di un pericolo per l'odine e la sicurezza degli istituti 1 "