Mediterranea-ricerche storiche, n. 27. aprile 2013 (original) (raw)
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Mediterranea-ricerche storiche, n. 54, aprile 2022
La presenza di armeni in Italia risale al Medioevo, e in età moderna ebbe come fulcro la colonia mercantile di Livorno e la città di Venezia. Benché rilevanti, tali presenze rimasero "isole" di una diaspora armena che dal Mediterraneo si estendeva alla Persia fino alle regioni indiane, formando un "commonwealth" strutturatosi lungo le rotte commerciali che collegavano l'estremo Oriente all'Europa, passando per l'Impero ottomano. Proprio la crisi di questa vasta compagine imperiale, durante la Prima guerra mondiale, travolse il tessuto plurale della coabitazione, sconvolto dalle politiche di "ingegneria demografica" tese a rendere più omogenea la società ottomana. La rete della diaspora armena favorì l'arrivo di profughi armeni anche in Italia dove, a partire dall'immediato dopoguerra, si andò strutturando una comunità stabile che ha trovato in Milano il suo più importante centro. Quella armena fu la prima ondata di profughi stranieri accolti dallo Stato italiano, costituendo una comunità significativa, seppur numericamente contenuta, fino ai giorni nostri. Giunti ormai alla terza generazione, gli armeni "italiani" hanno saputo, specie dal secondo dopoguerra, essere una presenza vivace in campo economico e soprattutto culturale.
Mediterranea-ricerche storiche, n. 55, agosto 2022
di suscitare un rinnovato interesse per le questioni inerenti ai rapporti tra aristocrazia ed enti monastici 6. Su questi ultimi, in proposito, la storiografia novecentesca di ambito tedesco ha evidenziato sostanzialmente l'esistenza di due tipologie di monasteri istituiti dai laici, quali l'Eigenkloster o monastero privato, che si contraddistingue per gli stretti vincoli giuridici mantenuti con i suoi fondatori, e l'Hauskloster o monastero di famiglia, il quale presenta, invece, con i suoi promotori legami giuridici assai labili, basati solitamente sulla consuetudine e sul prestigio 7. Sulla base degli studi condotti in Toscana, Kurze ha provato, tuttavia, a chiarire meglio il concetto di monastero privato, evidenziando come, in realtà, fossero esistiti anche «monasteri di famiglia con status modificato di Eigenkloster» 8. Lo studio che qui si presenta tenta di inserirsi, così, in questo filone d'indagine, provando a riflettere sull'esistenza di Eigenkirche ed Eigenkloster, ossia di chiese e monasteri privati fondati da laici, nella Sicilia del XII secolo, a partire dallo studio degli atti di Adelicia Avenel Maccabeo, esponente di una delle più importanti e influenti famiglie dell'aristocrazia normanna durante il regno di Ruggero II e Guglielmo I 9 .
Mediterranea-ricerche storiche, n. 57, aprile 2023
32 In the first reunion with the Imperial Council, Sultan Mehmed III appointed his tutor Mehmed Pasha as vizier and gave him a seat in the divan. Shortly after, he promoted Ferhad Pasha, second vizier and ally of Safiye Sultan, to the grand vizierate.
Mediterranea-ricerche storiche, n. 58, agosto 2023
Widows were victims of two stereotypes that opposed the holy widow, caste and charitable, to the immoral and lustful one. Beyond artistic and literary transfiguration, economic need guided the choices, while wealthy widows could decide whether and with whom to remarry, the poor ones got married to survive. Widowhood exemplifies contradictions of women's condition. Preachers, relatives and clergymen created a network around the widows to help them and condition their earthly and spiritual choices. All the widows could assume guardianship of minor children and the wealthy ones entered the convents at an old age, after managing properties in the city and in the countryside, that were an indispensable source of income to endow daughters and granddaughters. Childless widows founded and endowed convents.
Mediterranea-ricerche storiche, n. 51, aprile 2021
In formato digitale i Quaderni sono reperibili sul sito www.mediterranearicerchestoriche.it. A stampa sono disponibili presso la NDF (www.newdigitalfrontiers.com), che ne cura la distribuzione: selezionare la voce "Mediterranea" nella sezione "Collaborazioni Editoriali".
Mediterranea-ricerche storiche, n. 56, dicembre 2022
contributi raccolti all'interno di questo dossier sono il frutto delle comunicazioni presentate alle giornate di studio Venise, puissance régionale méditerranéenne. Perspectives économiques, maritimes et politiques, 1669-1797, che si sono tenute il 19-20 novembre 2021 a Nizza. Desidero qui ringraziare il Centre de la Méditerranée Moderne et Contemporaine dell'Université Côte d'Azur per aver finanziato e ospitato le giornate. Ringrazio invece Maria Fusaro e Walter Panciera per aver accettato con entusiasmo di fare parte del comitato scientifico delle giornate. 2 Come scriveva Alberto Tenenti, dal lato del mare si riponevano i beni supremi di Venezia, il dominio che i veneziani volevano era innanzi tutto acqueo, A. Tenenti, Il senso del mare, in A. Tenenti, U. Tucci (a cura di), Storia di Venezia dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. XII, Il Mare, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, 1991, pp. 7-76, p. 8. 3 È interessante notare che per lo storico francese Eugène Labaume (1783-1849), la perdita di Candia rappresenta un punto di svolta non tanto sul piano commerciale, ma sul piano militare, segnando l'inizio della demilitarizzazione della politica e della società veneziana: si veda il contributo di David Laven nel presente fascicolo.