Musei del migration heritage (original) (raw)
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razziale» o che presentano descrizioni superate delle «popolazioni nere». Queste richieste, tuttavia, sembrano ignorare un fatto eclatante: in Europa e nelle Americhe, in generale, la "decolonizzazione" dei grandi musei è spesso già stata fatta. E con eccellenti risultati. È stata realizzata non parlando tanto di "decolonizzazione", ma semplicemente aggiornando i musei a partire da quanto le ricerche antropologiche e della storia dell'arte extraeuropea hanno sedimentato negli ultimi decenni. Naturalmente, ci sono anche i casi di musei meno importanti, come il Pitt Rivers di Oxford, dove la "decolonizzazione" inizia adesso. Ma questo è un dato che non cambia il quadro generale.
Musei politiche culturali Minardi
L'interesse per i musei è un evento forse ancora troppo recente. Tuttavia, la sua collocazione all'interno di forme inedite di politica culturale adottate sia dallo Stato che dalle autonomie locali, nonché la sua crescente integrazione con il processo di rinnovamento pedagogico didattico delle attività formative (scolastiche e non) evitano di attribuire all'istituzione museale approcci estemporanei e del tutto casuali, per richiedere, invece, l'avvio di una riflessione più sistematica e metodologicamente orientata ad un'analisi empirica dei fenomeni che ad essa fanno riferimento. Il museo, infatti, potremmo affermare quasi in termini paradossali, è un "oggetto sconosciuto" per l'analisi sociale; se vi è una disciplina, la museologia, che tradizionalmente ne regola le tipologie e ne ordina gli schemi di funzionamento, ed una disciplina (la pedagogia) che recentemente ne studia la traduzione nei termini condizionati della attività didattica, quasi nulla si può dire intorno agli apporti delle scienze sociali alla conoscenza del fenomeno museale. Non vorremmo qui riferirci alla comprensione della genesi del museo, dei significati sociali che esso racchiude e trasmette storicamente a soggetti di altre vicende politico-culturali, quanto piuttosto alle modalità del rapporto che si instaura tra il museo ed il suo pubblico, tra l'organizzazione dei messaggi museali ed il contesto della comunità sociale in cui tale istituzione culturale è inserita. Al centro della analisi sociale del museo, è necessario, a nostro avviso, porre il tema della partecipazione sociale; infatti, la definizione del museo, delle sue funzioni sempre più connesse con l'uso sociale che di esso possono fare gruppi diversamente caratterizzati nel senso dell'età, del livello di cultura, della collocazione nel sistema di stratificazione sociale, non può prescindere dalla sua collocazione all'interno di comunità sociali e territoriali.
Natural History Museum of Milan
2017
Il sito gravettiano di Piovesello sullo spartiacque dell'Appennino settentrionale. Risultati da un'indagine geoarcheologica, archeobotanica, palinologica e archeologica The Gravettian site of Piovesello on the Northern Apennine watershed. Results from a geoarchaeological, archaeobotanic, palynological and archaeological investigation programme Gli insediamenti gravettiani dell'Europa sono tradizionalmente considerati come l'espressione della capacità di adattamento a condizioni climatiche rigide e talvolta estreme (Bocquet-Appel et al. 2005). Nell'Europa meridionale, climi più miti hanno tuttavia permesso di mantenere il popolamento di vaste regioni e di creare le condizioni per una sostenibilità della frequentazione antropica di aree marginali (Willis et al. 2000), come il limite della pianura padana settentrionale e lo spartiacque appenninico. L'influenza del clima mediterraneo ha quindi favorito la resilienza dei gruppi di cacciatori-raccoglitori e permess...
Antropologi tra museo e patrimonio
Antropologia, 2006
Antropologi tra museo e patrimonio Immagine del tempo Chissà perché quando si pensa al museo si pensa al passato. Forse per via delle Muse, o dei musei egizi, etruschi e romani. Quando si pensa a questi popoli li si pensa, opacamente, nel loro tempo lontano, e non nel "vero" tempo della nostra conoscenza di essi: l'archeologia è uno dei settori più moderni e computerizzati della ricerca umanistica. È ancora ammesso qualche gesto romantico, qualche intuizione visionaria, ma poi si fa stratigrafia computerizzata e solo su queste basi si interpreta. Il collezionismo è fenomeno relativamente recente, per certe tipologie (oggetti della gente comune, carte telefoniche, modernariato) è in continua mutazione. Il culto del passato come "bene" è recentissimo e si riferisce a una nuova fondazione antropologica della sensibilità storica che non ha più di 50 anni. Daniele Jalla ha mostrato che il museo inteso come istituzione culturale autonoma ha cominciato a esistere nella legislazione generale da un anno, e in quella applicativa e regionale ancora è in fieri 1. Abbiamo creduto che fossero musei le gallerie d'arte? Forse sì, tanto che Pierre Bourdieu ha messo insieme l'amour de l'art 2 e il carattere radicalmente elitario e santuariale del consumo museale. L'ICOM 3 nasce però sui musei della scienza, i musei di civiltà, quelli archeologici ed etnografici, essi non hanno più di 150 anni di vita e sono in continua revisione di forme comunicative e di tecnologie multimediali. In questo senso non c'è nulla di più attuale, postmoderno, neotecnologico del museo, se lo si intende almeno come mezzo di comunicazione di massa legato alla scolarizzazione diffusa, all'educazione collettiva, alla crescita del turismo di cultura e alla domanda sociale di radici e identità territoriali da costruire e rappresentare. Se devo immaginare il mondo globale posso cominciare con internet e un televisore, ma posso anche cominciare con un museo, non
Qualche tempo fa, un autorevole rappresentante di un passato governo, già allora alle prese con una cre-scente crisi di spesa, per giustificare i tagli al bilancio della cultura sentenziò-se ricordo il senso delle sue parole-che con la cultura non si mangia. Questa af-fermazione è paradigmatica del senso di inutilità eco-nomica e politica con cui i governi italiani del secon-do dopoguerra hanno considerato, con pochissime ec-cezioni, un patrimonio che è potenzialmente più frut-tifero, in termini economici, di quanto non lo siano al-tri settori produttivi italiani; se non altro perché, diversamente da altri prodotti, il pa-trimonio culturale ita-liano, per la sua ric-chezza e unicità, non è soggetto ai rischi del-la concorrenza di Pae-si a basso reddito pro capite. L'affermazione culinaria circa la cul-tura è stata ancor più grave in quanto pro-veniva dalla bocca del ministro dell'Econo-mia che avrebbe do-vuto conoscere il va-lore economico della cultura, in termini di reddit...
Musei locali, territorio ibleo e patrimonio culturale dell'umanità
Sicily contains a high concentration of archaeological and natural sites. The Hyblaean area in particular offers an extraordinary wealth of art and history that has earned it the international recognition of UNESCO. Nevertheless, it is important to have a right policy management and enhancement of heritage and local museums, to which the authors refer.