« L’opera apologetica di Eusebio di Cesarea », dans Costantino I. Enciclopedia costantiniana sulla figura e l’immagine dell’impera tore del cosidetto editto di Milano , t. II, Roma, 2013, p. 117-127 (original) (raw)

>Bottega di Paolo Romano, Isaia da Pisa e “Maestro di Pio II”: Lunette coll’Ostensione del capo di sant’Andrea (1463-1464)<, ne «La Basilica di San Pietro in Vaticano», a cura di Antonio Pinelli, Franco Cosimo Panini Editore, Modena 2000, «Testi/Schede», pp. 860-864, e «Atlante**», p. 1138

Tutti i diritti riservati. essuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e attraverso qualsiasi mezzo elettronico o meccanico, incluse fotocopie, senza il preventivo permesso scritto di Franco Cosimo Panini Editore.

Basilio di Cesarea nella «Vita Gregorii Theologi» (BHG 723), in "Studi e rassegne su Antico, Tardoantico e Medioevo", a cura di C. Crimi, R. Gentile, L. Giordano, M.D. Spadaro, Acireale-Roma 2013, pp. 59-72

Il biv o" di Gregorio Nazianzeno [da qui in poi VGT = Vita Gregorii Theologi] 1 , posto sotto il nome di Gregorio Presbitero di Cappadocia in parte dell'amplissima tradizione manoscritta, ha accompagnato le opere del grande Padre sin dalle prime edizioni a stampa. È un testo che ha conosciuto uno straordinario successo; ci è noto oggi da almeno centottanta manoscritti 2 e fu tradotto in svariate lingue: latino 3 , arabo, armeno, georgiano, siriaco 4 . Offrendo ai lettori una biografia del Nazianzeno sostanzialmente compatta e senza sfilacciature, questa Vita si è costituita come una vulgata tanto autorevole quanto diffusa, sulla quale si è fondata in buona misura l''icona' del Teologo nel mondo bizantino.

Basilio di Cesarea e Gregorio di Nissa in Terra d'Otranto, in Circolazione di testi e scambi culturali in Terra d'Otranto tra Tardoantico e Medioevo, a c. di A. C., con la collab. di F.G. Giannachi e S.J. Voicu, Città del Vaticano 2015, pp. 41-58.

1 Cfr. e g. Poeti bizantini di Terra d'Otranto nel secolo XIII, a cura di M. GiGAnte, Napoli 1979 (rist. Galatina 1985: Storia e cultura, 4); La tradizione degli scholia iliadici in Terra d'Otranto, a cura di E. SciArrA, Roma 2005 (Bollettino dei classici. Supplementi, 23). 2 Per una sintesi sugli studi sui manoscritti greci salentini cfr. D. ArneSAno, La minuscola « barocca » Scritture e libri in Terra d'Otranto nei secoli XIII e XIV, Galatina 2008 (Fonti medievali e moderne, 12), p. 7. 3 Cfr. e g. J. iriGoin, L'Italie méridionale et la tradition des textes antiques, in Jahrbuch der österreichischen Byzantinistik 18 (1969), pp. 37-55 (= iD., La Tradition des textes grecs Pour une critique historique, Paris 2003 [L'âne d'or, 19], pp. 439-465); iD., La tradition manuscrite des tragiques grecs dans l'Italie méridionale au XIII e siècle et dans les premières années du XIV e siècle, in Bisanzio e l'Italia Raccolta di studi in onore di Agostino Pertusi, Milano 1982 (Scienze filologiche e letteratura, 22), pp. 132-143 (= iD., La Tradition cit., pp. 537-552). 4 Per la Liturgia di Basilio cfr. A. JAcoB, La traduction de la Liturgie de saint Basile par Nicolas d'Otrante, in Bulletin de l'Institut historique belge de Rome 38 (1967), pp. 49-107; iD , Le cahier préliminaire du codex Ettenheim-Münster 6 de la Badische Landesbibliothek de Karlsruhe, in Synaxis Katholike Beiträge zu Gottesdienst und Geschichte der fünf altkirchlichen Patriarchate für Heinzgerd Brakmann zum 70 Gerburtstag, Teilb. I, herausgegeben von D. AtAnASSoVA, T. chronz, Münster 2014 (Orientalia -Patristica -Oecumenica, 6.1), pp. 301-316.

D. Nuzzo, Le iscrizioni cristiane della basilica urbana di Porto (scavi 1991-2007 e indagini dell’Ottocento) e la produzione epigrafica di imitazione filocaliana, in Vetera Christianorum, 46, 2009, pp. 293-314.

Le indagini condotte negli anni 1991-2007 a Porto 1 hanno interessato l'area in cui, nella seconda metà dell'Ottocento, erano state messe in luce le strutture di un edificio di culto cristiano, ritenuto dal de Rossi lo xenodochio di Pammachio 2 . Tale identificazione prendeva spunto dalla notizia di S. Girolamo della costruzione a Porto, nell'anno 398, di uno xenodochio da parte di Pammachio 3 e dall'analisi della planimetria dell'edificio allora scoperto, che mostrava una serie di ambienti che si aprivano intorno al quadriportico centrale. Tuttavia il ritrovamento di lastre iscritte, ritenute assimilabili alla produzione epigrafica filo-1 Le indagini, condotte dalla Soprintendenza archeologica di Ostia, sono state dirette da L. Paroli. L'edificio è stato riscoperto nel 1991: S. Coccia, L. Paroli, Indagini preliminari sui depositi archeologici della città di Porto, Archeologia Laziale, 11, 1993, 175-180. Referenze fotografiche: nn. 1-8, 15-20 (Soprintendenza archeologica di Ostia);