Sopravvivere alla morte di Dio? Zarathustra, l'Anticristo e Faust (original) (raw)

«Spirito è la vita che taglia nella propria carne». Zarathustra e il pathos del linguaggio, in U. Curi, B. Giacomini (a cura di), Paradosso, l’affettività del pensiero, Il Poligrafo, Padova, 1, 2012, pp. 143-160.

Alberto Giacomelli «Spirito è la vita che taglia nella propria carne». Zarathustra e il pathos del linguaggio 1 Permeate dall'elemento del πάϑοςda intendersi non solo e semplicemente come carica emotiva, ma soprattutto nel senso di autentica sofferenzale pagine nietzscheane non sono affatto neutrali: esse lasciano il loro fruitore più forte o più debole, più sicuro o più incerto, più angosciato o più sollevato, e comunque mai indifferente. La lettura di Nietzsche invoca dunque un coinvolgimento che non è solo teoretico, ma investe il concetto di esperienza da intendersi come ciò da cui si esce trasformati e trasfigurati, ed acquista senso solo per chi è disposto ad uscire dalla «pace del giorno» propria della quotidianità e ad attuare quella modificazione della propria vita che è la filosofia.

Sopravvivere alla morte di Dio. Nichilismo e libertà nel pensiero di F.W. Nietzsche e nell’Ivan Karamazov di F.M. Dostoevskij

2019

Scopo di questo elaborato è quello di analizzare da un punto di vista alternativo il rapporto tra alcuni aspetti del pensiero nietzschiano e ciò che è incarnato da uno dei protagonisti di quello che è forse il più grande romanzo del celebre scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij: I Fratelli Karamazov («Братья Карамазовы», 1878-80). Come interlocutore ideale del filosofo di Röcken verrà privilegiato quindi non l’autore stesso, bensì il giovane ateo Ivan Karamazov, protagonista del romanzo. Presupposto teorico di questo “dialogo” sarà la lettura di Michail Bachtin del romanzo Dostoevskij in un senso “polifonico”, con la connessa tesi dell‘indipendenza ideologica dell’eroe rispetto all’autore. A partire dalla “Morte di Dio” annunciata nell’opera nietzschiana, si cercherà di mostrare quindi come quella che potremmo chiamare una “geistige Endzeitstimmung” non costituisca un evento isolato profetizzato dall’Uomo Folle nietzschiano, bensì una condizione già comune a molti in particolare negli ultimi decenni dell’Ottocento, la quale a sua volta costituirà la base dell’Esistenzialismo e, più in generale, di vari movimenti culturali del Novecento improntati alla crisi dell’uomo e alla percezione della fine dei tempi.

A. Zauli, Oltre la resilienza. La chrêsis escatologica del martire in relazione alla morte, in Allo specchio dell’altro. Strategie di resilienza di “pagani” e gnostici tra II e IV secolo d.C. a cura di M.V. Cerutti, Cantagalli, 2023 Siena, pp. 231-321.

Andrea Zauli, 2023

L’articolo segue la linea d’indagine diretta a verificare se sia possibile o meno riscontrare atteggiamenti resilienti nel rapporto tra “pagani” e cristiani dei primi secoli. Specificamente si orienta ad osservare la prospettiva cristiana all’interno degli Acta et Passiones Martyrum prendendo in esame l’atteggiamento tenuto dai martiri nei confronti della circostanza critica. L’analisi è condotta a partire da specifici concetti ed espressioni, da riscontri lessicali comuni a più testi e dai relativi contenuti dottrinali che essi veicolano, ponendosi nel solco delle ultime ricerche condotte da Ch. Gnilka. L’articolo è pertanto suddiviso in alcune sezioni. Nella prima si definiscono i concetti in esame, nella seconda si esamina il Martyrium Polycarpi a partire dai suoi capitoli iniziali e quindi si estende l’indagine al resto del testo, nella terza si verifica se sia possibile individuare riscontri analoghi anche in altri documenti martiriali; a conclusione del contributo sono proposte alcune prospettive di ricerca che mirano a fissare precisi elementi utili per avviare un’analisi sulla parte “pagana”, domandandosi, anche nel caso dei giudici, se sia possibile evincere eventuali atteggiamenti resilienti o meno.

Lezioni sullo Zarathustra di Nietzsche 3

La questione del nichilismo riceve chiarimenti essenziali in una serie di frammenti che Nietzsche scrive tra il 1885 e il 1888. Nei frammenti postumi dell'autunno 1887, Nietzsche scrive così:

Stato e diritto secondo Zarathustra

Partendo dalla celebre descrizione dello Stato contenuta nello Zarathustra nietzschiano ("Del nuovo idolo") il paper, con l"ausilio dell"ermeneutica prospettivista e di richiami sistematici all"opera complessiva, mira a ricostruire la teoria del diritto del pensatore tedesco secondo canoni relazionali, evidenziando le criticità di alcune interpretazioni storiche (Baeumler, Rosenberg) e le analogie con le riflessioni teoriche di Paolo Grossi; non solo risulta netto, negli scritti nietzschiani, il rifiuto di una produzione monopolista, accentrata e statica del diritto ma vi sono richiami propositivi ad un ordine dinamico, "sociale", fondato sull"incontroscontro tra le irriducibili volontà di potenza ("quanti di forza") degli individui: un tentativo di sintesi tra il razionale spirito apollineo e l"incontenibile spirito dionisiaco. Nondimeno, un ordine siffatto non si presta a categorizzazioni compiute e definitive ma costituisce un equilibrio instabile, destinato a cambiamenti tanto radicali quanto repentini, a seconda dei risultati concreti prodotti dalle dinamiche interindividuali.

La Corona e il Fantastico. Origini filosofiche e risvolti della leggenda di Federico II come Anticristo

L'immagine storica di Federico II Hohenstaufen 1 è intimamente connessa con un vasto sostrato leggendario relativo alla sua figura di Imperatore. Il suo stesso appellativo, Stupor Mundi, travalicando il significato originario tratto dal lessico militare romano nel quale indica stupefacenti imprese militari al di là del consueto, giunge a designare nel suo caso un nuovo senso dello stupor, squisitamente tipico della cultura medievale cristiana: uno stupor inteso quale "meraviglia" dell'uomo mortale nei confronti del trascendente, del soprannaturale.