Le note di Pietro dell'Oca da Reggio Emilia (1360-1375). Con un frammento del notaio Pietro da Fosdinovo (1375-1376), Roma, ISIME, 2006, Fonti per la storia della Chiesa in Friuli - serie medievale, 2 (excerpt). (original) (raw)

Il protocollo e i registri di Eusebio da Romagnano, Notaio patriarcale (1319-1320, 1328-1332, 1334-1335), Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2020, pp. 598 (Fonti per la storia della Chiesa in Friuli dell’Istituto Pio Paschini - Udine, Serie medievale 25)

Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2020

The book publishes the documents contained in the three existing registers of Eusebius de Romagnano who came to the Patriarchate in 1318, in the age of his full maturity, and here died, in Aquileia, in 1337. Being a publicus notarius as early as 1297 in Novara, Eusebius added to his former dignity of canon of the Baptistery of Parma also the prebends of the parish of Bela Cerkev (nowadays in Slovenia), as well as of canon of Aquileia. Under the patriarch Paganus de la Turre, Eusebius’ career could be carved out thanks to his status of a clergy and his skills of notary and chancellor. As his registers evidence – one of which was defined by the notary himself ‘protocollum sive breviarium instrumentorum et aliarum scripturarum publicarum’ – Eusebius was a man of curia, perfectly conscious of the role he played in his different offices as a judicial notary, as well as of scriba and personal notary of patriarch Paganus (and of his vicars).

Frammenti dei registri di Giovanni di Pietro dalle Fratte e Pietro di Giovanni da Baone, Notai patriarcali (1334-1336), Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2024, pp. 378 (Fonti per la storia della Chiesa in Friuli dell’Istituto Pio Paschini - Udine, Serie medievale 28)

Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2024

This volume collects the documents - dispersed in various files of several miscellaneous registers preserved in three different archives in Friuli - of two cleric-notaries active in the Aquileian curia at the beginning of the patriarchate of Bertrand (1334-1336). The first, Giovanni di Pietro dalle Fratte di Gaeta, worked in the service of Saint-Geniès in Avignon, from where he followed the prelate to Friuli, before disappearing without a trace; the second, Pietro di Giovanni da Baone, who was entrusted, among other things, with drafting the document marking the establishment of the Collegiate Church of Udine, had at the time already begun his career which would lead him to end his days as bishop of Treviso. The fragmentary nature of the registers, however, underlines the undoubted thematic unity of the documents contained therein, linked to their exquisitely ecclesiastical nature: ostensiones of beneficial titles, collactiones, minutes of the curia of the diocese of Aquileia, as well as of its much larger ecclesiastical province.

Le note di Guglielmo da Cividale (1314-1323), Udine, Istituto Pio Paschini, 2001, Fonti per la storia della Chiesa in Friuli, 5 (excerpt).

Non è facile a prima vista riscontrare, in un registro notarile, per quanto particolareggiato sia, informazioni dirette sul notaio che l'ha redatto, in quanto ci si trova di fronte ad uno strumento professionale che, come tutti gli strumenti di tal genere, non dovrebbe lasciar trasparire alcuna forma di coinvolgimento personale da parte di chi lo utilizza. Con questo non si vuole negare la possibilità di ricostruire anche grazie ad un registro la figura storica di un notaio. Infatti, dalle persone che vi ricorrono, dalle presenze di determinati testimoni in atti di diversa natura, dalle poche e spesso inconsapevoli informazioni personali, che sfuggono alla penna del notaio, è possibile ricostruire il tessuto sociale nel quale egli lavorò, i rapporti all'interno della città in cui visse, gli eventuali spostamenti, e nella più fortunata delle ipotesi, delinearne con buona approssimazione la vicenda storica 1 .

Sereni A., Tra fonte archeologica e fonte testuale: un documento dai “rinfianchi” delle volte di San Francesco ad Assisi, in Per Enzo. Studi in memoria di Vincenzo Matera, a cura di L. Capo e A. Ciaralli, Firenze, Reti Medievali - Firenze University Press, 2015, VIII, pp. 227-268.

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Il registro battesimale di Gemona del Friuli 1379-1404, a cura di F. De Vitt, Udine 2000, «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», 56/1 (2002), 179-183 (pre-print).

L'edizione di questo registro battesimale di Gemona del Friuli si presenta particolarmente interessante per due motivi. Il primo è relativo alla tipologia della fonte, che si rivela primaria negli studi di demografia storica medioevale, e alla sua collocazione cronologica (1379-1404): secondo Hubert Jedin si tratta, infatti, del più antico registro battesimale esistente. Il secondo riguarda invece le modalità di analisi delle informazioni raccolte, che, con l'ausilio di sistemi informatici, sono state pienamente valorizzate.

La Firenze dell'età di Dante negli atti di un notaio: ser Matteo di Biliotto, 1294-1314, a cura di Andrea Barlucchi, Franco Franceschi e Franek Sznura, n. 6 della collana "Studi e Fonti di Storia Toscana", edita dall'Associazione di Studi Storici Elio Conti-EditPress, Firenze, 2020.

2020

I due corposi registri di imbreviature (circa 1.500 atti) lasciatici da uno degli esponenti più in vista del milieu politico istituzionale dell'età di Dante, ser Matteo di Biliotto, sono stati editi fra il 2002 e il 2016 dopo un lavoro preparatorio di anni. Il presente volume raccoglie, su questa base documentaria, nove saggi di altrettanti studiosi del periodo bassomedievale chiamati a misurarsi con una così straordinaria fonte storica ognuno nel suo specifico ambito di competenze. In primo luogo si approfondisce la figura, l’attività professionale e la carriera politica del notaio fiesolano immigrato a Firenze, comparandole con quanto noto alla ricerca sui temi del notariato medievale e della diplomazia in età comunale. Inoltre i rapporti professionali intessuti da ser Matteo con una variegata clientela cittadina offrono prezioso materiale per aprire una finestra sul mondo del lavoro: l’azione internazionale delle grandi compagnie mercantili, l’operosità delle botteghe artigiane e le problematiche dell’apprendistato, l’estrazione della pietra serena alle cave fiesolane, infine l’ambiente dei pittori fiorentini anche meno noti dell’età di Dante, sono gli argomenti esaminati nei restanti contributi.