Fragmenta disiecta di Gaudiolo da San Vito al Tagliamento scriba patriarcale (1360-1378). Roma, ISIME, 2010, Fonti per la storia della Chiesa in Friuli - serie medievale, 10 (excerpt). (original) (raw)
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Nell'autunno del 1363 il patriarca Ludovico della Torre (1359-1365) 1 si trovava a San Vito al Tagliamento, quando alle porte di quel castello si presentarono le truppe del duca Rodolfo IV d'Asburgo (1358-1365) con i loro alleati friulani, tra i quali primeggiavano i potenti e temuti Spilimbergo 2 . La tregua era nuovamente rotta. Il duca d'Austria, sceso in Italia in chiave anticarrarese, rischiava di impossessarsi in breve tempo dell'intero principato ecclesiastico aquileiese 3 .
Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2020
The book publishes the documents contained in the three existing registers of Eusebius de Romagnano who came to the Patriarchate in 1318, in the age of his full maturity, and here died, in Aquileia, in 1337. Being a publicus notarius as early as 1297 in Novara, Eusebius added to his former dignity of canon of the Baptistery of Parma also the prebends of the parish of Bela Cerkev (nowadays in Slovenia), as well as of canon of Aquileia. Under the patriarch Paganus de la Turre, Eusebius’ career could be carved out thanks to his status of a clergy and his skills of notary and chancellor. As his registers evidence – one of which was defined by the notary himself ‘protocollum sive breviarium instrumentorum et aliarum scripturarum publicarum’ – Eusebius was a man of curia, perfectly conscious of the role he played in his different offices as a judicial notary, as well as of scriba and personal notary of patriarch Paganus (and of his vicars).
Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2024
This volume collects the documents - dispersed in various files of several miscellaneous registers preserved in three different archives in Friuli - of two cleric-notaries active in the Aquileian curia at the beginning of the patriarchate of Bertrand (1334-1336). The first, Giovanni di Pietro dalle Fratte di Gaeta, worked in the service of Saint-Geniès in Avignon, from where he followed the prelate to Friuli, before disappearing without a trace; the second, Pietro di Giovanni da Baone, who was entrusted, among other things, with drafting the document marking the establishment of the Collegiate Church of Udine, had at the time already begun his career which would lead him to end his days as bishop of Treviso. The fragmentary nature of the registers, however, underlines the undoubted thematic unity of the documents contained therein, linked to their exquisitely ecclesiastical nature: ostensiones of beneficial titles, collactiones, minutes of the curia of the diocese of Aquileia, as well as of its much larger ecclesiastical province.
Non è facile a prima vista riscontrare, in un registro notarile, per quanto particolareggiato sia, informazioni dirette sul notaio che l'ha redatto, in quanto ci si trova di fronte ad uno strumento professionale che, come tutti gli strumenti di tal genere, non dovrebbe lasciar trasparire alcuna forma di coinvolgimento personale da parte di chi lo utilizza. Con questo non si vuole negare la possibilità di ricostruire anche grazie ad un registro la figura storica di un notaio. Infatti, dalle persone che vi ricorrono, dalle presenze di determinati testimoni in atti di diversa natura, dalle poche e spesso inconsapevoli informazioni personali, che sfuggono alla penna del notaio, è possibile ricostruire il tessuto sociale nel quale egli lavorò, i rapporti all'interno della città in cui visse, gli eventuali spostamenti, e nella più fortunata delle ipotesi, delinearne con buona approssimazione la vicenda storica 1 .
Storie di cronache e reliquie: la nascita del patriarcato di Grado nelle prime cronache veneziane In principio fu Paolo Diacono. Lo storico friulano, nel secondo libro dell'Historia Langobardorum, racconta che, in seguito all'invasione longobarda del 568-569, il patriarca Paolo (o Paolino), 1 abbandonò Aquileia per riparare a Grado. Il trasferimento non intendeva probabilmente essere definitivo, se è attendibile la notizia dello stesso Paolo Diacono (III, 14) secondo cui Probino, il successore del patriarca Paolo, sarebbe morto ad Aquileia. 2 Il doppio episcopato non si verificò che un cinquantennio più tardi, quando anche su pressione di Bisanzio Grado abbandonò le posizioni scismatiche tricapitoline, alle quali Aquileia rimarrà fedele fino al 698-699, eleggendo a vescovo Candidiano, mentre il clero aquileiese (sostenuto dal duca del Friuli e dal re longobardo) elesse l'abate Giovanni. 3 Non vi era dunque un iniziale intento di trasferimento di sede, stando almeno al resoconto di Paolo Diacono. Tuttavia è proprio quest'ultimo a informarci del fatto che il patriarca, rifugiandosi a Grado, portò con sé i "segni" del ruolo ecclesiastico e della chiesa stessa 1 Sulla controversia a proposito della liceità del titolo patriarcale, accettato da Paolo Diacono, mi limito a citare R. Bratož, Il cristianesimo aquileiese prima di Costantino tra Aquileia e Poetovio, Udine-Gorizia 1999, 61-65. 2 Di questo avviso R. Cessi, Le origini del ducato veneziano, Napoli 1951, 101 n. 1. A conferma di ciò G. Cuscito sottolinea che i successori di Paolo continuarono a proclamarsi patriarchi di Aquileia anche a quanto risulta da altri documenti, quali la supplica all'imperatore Maurizio del 591, cfr. La fede calcedonese e i concili di Grado (579) e di Marano (591), in M. Roberti (a cura di), Grado nella storia e nell'arte, in Antichità Altoadriatiche (1980)/1, 207-230, in particolare 215. 3 Una sintesi degli avvenimenti in D. Rando, Una chiesa di frontiera. Le istituzioni ecclesiastiche veneziane nei secoli VI-XII, Bologna 1994, 13-15.
L’esistenza nel Friuli di età patriarcale di due affiliazioni cividalesi dell’ospedale di S. Spirito in Sassia di Roma (anche se il sodalizio ebbe una durata relativamente breve) rappresenta una novità per chi si è occupato dell’argomento, oltre che la conferma della vivacità nel proliferare delle succursali in un’età, quella della cosiddetta cattività avignonese, in cui si credeva invece che l’Ente romano avesse subìto una battuta d’arresto alla sua fase espansiva. Mentre la filiale di Gemona - ben più conosciuta e di più antica fondazione - nel corso del Trecento attraversava una profonda fase di declino, a causa di una serie di distruzioni che ne richiesero la riedificazione e continui interventi da parte tanto dei precettori di Roma, quanto dei patriarchi di Aquileia, nello stesso arco di tempo e in quella che allora era la prima cittadina della regione, la fraterna di S. Maria dei Battuti e quella dei Fabbri di Cividale, poi intitolata a S. Spirito, vivevano il loro momento di massimo fulgore.
Chiesa e Storia, 2020
Il saggio descrive, seppure brevemente, le fasi che, nel 1819, favorirono l’erezione dell’arcipretura «nullius dioecesis» di Cerignola – cittadina della provincia foggiana – a sede vescovile, unita «aeque principaliter» alla vicina Ascoli Satriano, evidenziando il carattere enigmatico assunto per l’occasione dai membri del Capitolo locale, abili nel trasformare gli iniziali frapposti ostacoli all’istituzione della nuova cattedra episcopale nel solenne accompagnamento del canto del Te Deum che, l’8 ottobre di quello stesso anno, inaugurò il ministero del vescovo Antonio Nappi (1819-1830), designato da papa Pio VII (1800-1823) primo vescovo delle diocesi unite di Ascoli Satriano e Cerignola. The paper describes, albeit briefly, the phases that, in 1819, led to the erection of the «nullius dioecesis» deanery of Cerignola – a town in the province of Foggia – as an episcopal seat, united «aeque principaliter» to the nearby Ascoli Satriano. It highlights the enigmatic character that the members of the local Chapter assumed for the occasion, as skilled as it was in transforming the initial interposed obstacles to the establishment of the new episcopal seat into the solemn accompaniment of the Te Deum hymn which, on October 8 of that same year, inaugurated the ministry of Bishop Antonio Nappi (1819-1830), designated by Pope Pius VII (1800-1823) as the first bishop of the united dioceses of Ascoli Satriano and Cerignola.