I necrologi del capitolo di San Pietro in Carnia (1287-1789), a cura di E. Pellin, Roma 2012, «Ce fastu?», 1-2 (2013), 185-186 (pre-print). (original) (raw)
L'edizione del necrologio del capitolo di San Pietro, curata da Elisa Pellin, si presenta particolarmente interessante per le numerose informazioni, relative all'ambiente sociale, culturale, affettivo, cultuale e religioso di una delle comunità cristiane più antiche della Carnia. Il lavoro di edizione è stato compiuto sulla base di due manoscritti: il Necrologium Sancti Petri, conservato presso la Biblioteca Civica di Udine, e il Liber annualium, conservato presso l'Archivio Parrocchiale di Zuglio. Il primo manoscritto è stato realizzato tra il 1358 e il 1359, trascrivendo i legati di un obituario precedente; nel corso del XIV e del XV secolo è, quindi, stato arricchito di nuovi lasciti testamentari; per quanto riguarda le mani che operarono sul necrologio Elisa Pellin ne individua almeno una ventina, riuscendo ad identificarne alcune: molto spesso si tratta di persone legate a vario titolo alla collegiata di San Pietro (prepositi, canonici, camerari, notai): per il XIV secolo si segnalano il notaio Meinardo di Nicola da Tolmezzo, forse il primo estensore dell'obituario, dei preti Bartolomeo di Mussio da Avosacco e Giovanni di Giacomo da Tolmezzo; per il XV secolo si individuano invece le mani di Giovanni di Meinarduccio da Piano, del notaio Nicolò Pogli da Paluzza, dei viceprepositi Giovanni di Domenico da Tolmezzo e Candido di Giuliano da Naunina, e di prete Antonio da Gemona. Fondamentale nell'opera di edizione è stato il confronto con il Liber annualium di Zuglio, copia quattrocentesca del necrologio trecentesco: il secondo obituario è stato realizzato dal notaio Giovanni Pogli da Paluzza, figlio di Nicolò, nel 1446 ed è stato utilizzato dalla chiesa di San Pietro fino al 1789, pochi anni prima della soppressione della prepositura (1810).