Le sette lampade. La lampada della Giustizia. Presentazione del volume in occasione del Mese dell'educazione, con interventi di L. Gianni, L. Guaianuzzi (Portogruaro, Collegio Marconi, Sala delle Colonne, 23 marzo 2013). (original) (raw)

Elena Valentina Maiolini, L’ombra di Mosè in Saba, Montale e Ungaretti, in Pietro Gibellini, La Bibbia del Belli come provocazione ermeneutica. Lezioni Sapegno 2020, con interventi di Elena Valentina Maiolini e Giovanni Tesio, Torino, Nino Aragno Editore, 2021, pp. 65-114.

Su questo minumum comune di programma c'è lavoro per tutta la nostra generazione: non è per noi tempo di dissensi, di posizioni singolari o di camarille. Aristarco-Baretti reincarnato lascerà di certo questi lussi agli uomini del domani, di noi più fortunati. E per ora: «Buon anno, Scannabue».

«‘La sua lampada è l’Agnello’. La visione biblica della luce», La Rivista del Clero italiano 96/7-8 (2015) 527-539.

Nello scorso mese di giugno si è tenuto presso il monastero di Bose un convegno internazionale di studio su «Architetture della luce. Arti, spazi, liturgia». Ne pubblichiamo la suggestiva relazione del padre gesuita Jean-Pierre Sonnet, noto biblista e docente presso la Pontifi cia Università Gregoriana. Il contributo invita a immergersi nella percezione biblica del cosmo attraverso le narrazioni del tema della luce che attraversano da parte a parte le Scritture. Dal primo capitolo di Genesi all'ultimo di Apocalisse esse stupiscono il lettore con continue variazioni di registro, da quello naturalistico a quello antropologico e teologico. La luce, infatti, nel discorso biblico diviene cifra capace di parlare, con infi nite sfumature, di Dio, della sua potenza creatrice e della sua relazione con l'umanità nella paziente presenza lungo la storia. Essa accompagna la traiettoria di Gesù, a partire dalla stella dei Magi, seguendo poi tutta la dinamica della sua manifestazione in parole e opere fi no alla morte e alla sua manifestazione quale «lampada» della Gerusalemme celeste. «Dolce è la luce e bello è per gli occhi vedere il sole»: parole di Qoelet . Qoelet non potrebbe offrirci una formulazione migliore: la luce è un bene sensibile, un bene visibile; si trova -per così dire -'a casa sua' nello spazio; dipende dalla percezione visiva e da una fenomenologia del visibile; è votata alle arti dello spazio. Nella Bibbia però la luce è prima di tutto una parola, 'ôr in ebraico, phos in greco, una parola che compare nella sequenza delle parole e quin-La Rivista del Clero italiano 7/8| 2015 528 La Rivista del Clero Italiano Jean-Pierre Sonnet di nella sequenza temporale del racconto, del poema, del proverbio, del discorso. Se nell'esperienza vissuta la luce si offre alla visione, alla percezione, nella Bibbia si offre in primo luogo alla lettura. Vorrei qui insieme a voi prendere la luce 'in parola': scoprire come la luce, nella Bibbia, pervenga al linguaggio -al racconto e al poema -e come questo linguaggio narrativo e poetico riconduca alla fenomenalità della luce e ne riconfi guri la percezione. Il mio intervento non avrà quindi la forma di una sintesi enciclopedica (mi domando, anzi, se una simile sintesi sia possibile, tanto è sovrabbondante il tema della luce nella Bibbia). Vorrei semplicemente osservare con voi che cosa ne è della luce quando passa attraverso il prima del discorso biblico.

E.G. Simonetti, La lampada di Ammone come eikôn dell’universo, in Stefano Amendola, Giovanna Pace & Paola Volpe Cacciatore (eds.), Immagini letterarie e iconografia nelle opere di Plutarco, Madrid 2017, 223-230.

Nel presente contributo 1 intendo dimostrare come il caso della lampada di Ammone -presentato inizialmente come mirabilium che suscita lo stupore dei partecipanti al dialogo (θαυμασάντων) 2 -possa essere interpretato come "immagine ter rena" delle dinamiche cosmiche ed emblema non solo del modo in cui Plutarco affronta le problematiche relative ai fenomeni naturali, ma anche dello stretto legame che intercorre tra impostazione epistemologica ed elaborazione cosmologica del Cheronese. A tal fine proporrò un parallelismo tra il caso della lampada di Ammone e le pratiche divinatorie poste in atto presso il santuario delfico, volto a evidenziare come, sulla scorta di una metafisica di chiara marca platonica (rinvenibile in primo luogo nel De animae procreatione in Timaeo) e sulla base di una spiegazione scientifica applicabile ad entrambi questi fenomeni, essi possano intendersi come elementi materiali in cui si rispecchiano, in scala ridotta, le dinamiche cosmiche. 1 Ringrazio molto Michiel Meeusen e Geert Roskam per le preziose indicazioni e i suggerimenti che mi hanno generosamente offerto. 2 Plu., De def. or. 410B.

Donatella Nisi, «La lampada con il mantino verde» fra padri e figli cambiati: appunti sull'uso del colore nelle didascalie della prima produzione teatrale di Luigi Pirandello, 04 febbraio 2016, http://www.ligamina.org/newsletter/2/ligamina-news-2-NISI.pdf

2016

Il working paper è stato diffuso attraverso la newsletter n. 2 del 04 febbraio 2016 di Ligamina Inc, una charity statunitense volta alla conservazione e studio del patrimonio artistico del centro storico di Roma e, in modo particolare, delle sue innumerevoli chiese. http://www.ligamina.org/news.php?lg=ita&id\_news=11 Questi appunti sono focalizzati sul colore degli oggetti di scena e sul loro ruolo nelle azioni dei personaggi della prima produzione teatrale pirandelliana. Mentre una coperta di lana verde evoca in scena la Natura come una via di fuga dalla realtà, una lampada dal mantino verde, presente in diversi testi dello scrittore e anche nel ritratto di Pirandello dipinto dal figlio Fausto nel 1933, ci consente una digressione sul rapporto fra padri e figli dentro e fuori la scena. In this notes the focus will be on color of props in Pirandello's early theatrical works, and their role in the actions of characters. While a green wool blanket evokes on the stage Nature as an escape route from reality, a green lamp shade, which appears in various Pirandello's texts and also in Pirandello's portrait painted by his son Fausto in 1933, suggests a digression on the relationship between fathers and sons inside and outside the stage.

MASSIMO COLELLA, Visioni e valenze della luce zanzottiana ('Conglomerati'), in Trasparenze ed epifanie. Quando la luce diventa letteratura, arte, storia, scienza, a cura di Michela Graziani, con premessa di Luigi Dei, Firenze, Firenze University Press 2016, pp. 293-318.

The paper aims to show and examine the complex semantic network subtly alluded to or clearly expressed by the numerous apparitions, visions, values and valances of light (and of darkness) in Andrea Zanzotto's poetry. Particularly, lògos, memory, landscape, human life, poetry are some of the main elements associated with light in the last collection Conglomerati (2009).

Angelo Vivante e il tramonto della ragione, a cura di L. Zorzenon, Centro Studi Scipio Slataper, Trieste 2017.

Angelo Vivante (Trieste, 1869-1915) è stato uno dei più importanti intellettuali della Trieste di inizio Novecento. Di ottima famiglia borghese triestina di origine ebraica, laureato in Giurisprudenza a Bologna, a trent’anni Vivante abbraccia la causa del socialismo marxista. Studioso, politico, giornalista redattore del «Lavoratore», il giornale del Socialismo triestino di lingua italiana, nel 1912 pubblica «Irredentismo adriatico» (Libreria della Voce), libro destinato a innescare aspre polemiche sulla questione sociale e nazionale a Trieste. Delegato al Congresso di Stoccarda della II Internazionale (1907), Vivante spende il suo impegno politico per la conquista del suffragio universale, per le riforme sociali e i diritti dei lavoratori, per l’internazionalismo socialista e per la pace europea. Pone fine volontariamente alla sua vita alla fine di giugno del 1915, a solo un mese dall’entrata in guerra dell’Italia contro l’Impero asburgico. Il volume raccoglie gli Atti del Convegno triestino tenutosi il 2 dicembre 2016, «Angelo Vivante e il tramonto della ragione», e propone, per la prima volta riuniti in volume, gli scritti maggiori di Vivante pubblicati su riviste e giornali, «Critica sociale», «Avanti!», «La Voce», «L’Unità», «Il Popolo» di Trento, «Il Lavoratore». Contibuti di: Renate Lunzer, Anna Millo, Fulvio Senardi, Marta Verginella, Salvator Zitko e Luca Zorzenon.