Senza impegno: una rassegna intorno al pamphlet di Walter Siti (original) (raw)
Related papers
Walter Siti: un altro impegno.
L'intervento ha l'obbiettivo di sondare le modalità di impegno insolito nell'opera letteraria di Walter Siti. A partire da una certa concezione del realismo e da alcune posizioni ironiche nei confronti delle pratiche politiche "classiche", si tenterà di individuare le dinamiche di partecipazione all'impegno nelle scritture dell'io di Siti.
Restando Fuori: un focus su "La natura è innocente" di Walter Siti_La Balena Bianca
La Balena Bianca, 2020
Restando fuori Un focus su La natura è innocente di Walter Siti Nel campo letterario italiano, ogni nuovo romanzo di Walter Siti rappresenta un avvenimento significativo, data l'importanza che questo autore ricopre nella pro-duzione letteraria dei nostri tempi. Alcuni giorni fa è uscito per Rizzoli La natura è innocente, che aggiunge un nuovo tassello al coerente mosaico rappresentato dall'ormai ventennale produzione romanzesca dell'autore modenese. Dopo aver spe-rimentato diverse forme narrative-prima tra tutte l'autofiction, che lo ha consacrato e da cui ha tentato di allontanarsi con i suoi ultimi romanzi-Siti si confronta per la prima volta con uno dei generi più praticati in questi ultimi anni: la biofiction, ossia la narrazione della vita di un personaggio reale diverso dall'autore ibridata, sia sul piano del contenuto che della forma, a elementi finzionali. Nel romanzo di Siti le vite raccontate sono due e procedono a capitoli alternati: quella del catanese Filippo Addamo, condannato dopo l'omicidio della madre, col-pevole di tradimento e di abbandono del tetto coniugale, e quella di Ruggero Freddi, ex pornoattore romano con laurea e dottorato di ricerca, professore universitario a contratto e sposo prima dell'anziano principe Giovanni del Drago, poi del collega pornoattore Gustavo Leguizamon. Probabilmente a causa della cattiva congiuntura-non solo editoriale-in cui il libro è uscito, molto scarsa è stata la risonanza che la critica e la stampa gli hanno dato. Per questo abbiamo pensato di dedicare al romanzo una sorta di tavola rotonda virtuale. Una riflessione in più puntate in cui di volta in volta ciascun critico darà un proprio punto di vista; uno sguardo plurale e critico su un libro che, apparente-mente, parla di cose che ora non ci riguardano, ma forse va più a fondo dei discorsi confusi, retorici e terrorizzanti che in questo momento occupano gran parte del nostro orizzonte.
Riassunto · Il saggio esplora una parte meno nota della produzione di Walter Siti -quella poetica degli esordi -partendo dalle le dieci liriche contenute nella raccolta Un goccio di sangria per arrivare ai versi inseriti nel testo di Scuola di nudo. Dopo aver messo in luce le continuità tra la raccolta e le poesie nel romanzo l'autrice si interroga sulla funzione e sul ruolo dei testi poetici nella scrittura di Siti : essi permetterebbero l'emersione di contenuti pulsionali oscuri, che la prosa ridimensiona e razionalizza. Parole chiave : Walter Siti, poesia, Un goccio di sangria, Scuola di nudo, autofiction.
«Il carnaio di ora»: autofiction, desiderio e ideologia nell'opera di Walter Siti
2017
La tesi indaga l’intera produzione romanzesca di Walter Siti, che comprende la cosiddetta trilogia autofittiva (Scuola di nudo, Un dolore normale, e Troppi paradisi) e le opere che ad essa seguono (Il contagio, Autopsia dell’ossessione, Resistere non serve a niente e Exit strategy). Due fasi della scrittura sitiana che stanno in rapporto contraddittorio tra loro. Sebbene durante la conclusione di Troppi paradisi, infatti, il protagonista-sosia dell’autore dichiari di non voler piu scrivere di se, i romanzi seguenti dimostrano sempre un rapporto di correlazione, di opposizione dialettica con le modalita di scrittura dell’autofiction. L’io fintamente autobiografico dell’autore/narratore tende a riemergere anche laddove sembra che l’opera guardi al romanzo in terza persona. L’indagine e condotta tenendo in considerazione la rilevanza di questo io paradossale in relazione sia al desiderio soggettivo, plasmato dalla perversione e da un conflitto edipico irrisolto, sia al discorso ideolog...
Walter Siti, le borgate e il linguaggio
Le strutture testuali de Il Contagio di Walter Siti, gli echi pasoliniani e la messa in scena, in sede di discorso diretto, di una mimesi linguistica aderente al vero.
«Scuola di nudo» di Walter Siti: genere e scrittura
Vorrei proporre in questo intervento una lettura del romanzo d'esordio di Walter Siti (Scuola di nudo, ) che ne rivaluti l'autonomia rispetto alla sua posizione di primo volet della cosiddetta "trilogia autofinzionale", in cui esso è seguito da Un dolore normale ( ) e Troppi paradisi ( ). Si tratta di una scelta in controtendenza, dal momento che espliciti segnali nelle ultime due opere sottolineano non solo l'omogeneità di ispirazione dell'insieme -ovvia per qualunque lettore -ma incoraggiano in qualche modo l'idea di una concezione unitaria . Per quanto legittima, e conforme evidentemente all'ultima (latest, non last) volontà dell'autore, l'ipotesi della trilogia come progetto unitario ha però limiti evidenti: tanto per cominciare, anche qui sarebbe opportuno, come per The Hitchhiker's Guide to the Galaxy di Douglas Adams, il sottotitolo A Trilogy in Four Parts, visto che è difficile escludere dal mondo del Siti autofinzionale la raccolta di racconti La magnifica merce ( ). Di fatto, i segnali "paratestuali" a favore dell'ipotesi unitaria sono più interni al testo che ai suoi margini, e, soprattutto, gli stessi rimandi interni sono solo retrospettivi, rivelando come la "trilogia" si sia costituita più grazie a ritorni ciclici dell'ispi razione sugli stessi percorsi che nell'esecuzione di un piano preventivo. Ultima considerazione, non certo secondaria, è che, nell'abbondante materiale preparatorio della Ad esempio, il riferimento al «sosia» che ha popolato le «mille pagine» a monte di quella in cui la "trilogia" si conclude: cfr. W. SITI, Troppi paradisi, Torino, Einaudi, , p. . Altri indizi sono menzionati e discussi da A. CASADEI, Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo, Bologna, Il Mulino, , p. , nota e pp. ss.
La tesi indaga l’intera produzione romanzesca di Walter Siti (fino al 2016), che comprende la cosiddetta trilogia autofittiva (Scuola di nudo, Un dolore normale, e Troppi paradisi) e le opere che ad essa seguono (Il contagio, Autopsia dell’ossessione, Resistere non serve a niente e Exit strategy). Due fasi della scrittura sitiana che stanno in rapporto conflittuale tra loro. Sebbene durante la conclusione di Troppi paradisi, infatti, il protagonista-sosia dell’autore dichiari di non voler più scrivere di sé, i romanzi seguenti dimostrano sempre un rapporto di correlazione, di opposizione dialettica con le modalità di scrittura dell’autofiction. L’io fintamente autobiografico dell’autore/narratore tende a riemergere anche laddove sembra che l’opera guardi al romanzo in terza persona. L’indagine è condotta tenendo in considerazione la rilevanza di questo io paradossale in relazione sia al desiderio soggettivo, plasmato dalla perversione e da un conflitto edipico irrisolto, sia al discorso ideologico. Si tenta cioè di ricostruire la funzione, feticistica e sintomatica, di questo io al contempo reale e immaginario, che cioè non solo è sintomo dell’ideologia individualistica contemporanea, ma è anche il luogo del godimento del soggetto. Il cosiddetto “discorso del capitalista” (Lacan) trova cioè nel godimento del singolo un appoggio, una “collusione” del desiderio soggettivo nell’operazione ideologica di mantenimento dello status quo. Sfruttando cioè la tendenza alla ripetizione del desiderio, l’ideologia “interpella” (Althusser) l’individuo fornendogli l’illusione di autonomia e di libertà pur collocandolo in un quadro di aspettative prevedibili e compatibili con il sistema capitalistico. Ma la forza dell’autofiction, per come emerge in Siti, è proprio quella di aderire fino in fondo a tale illusione ideologica, di mostrarne le contraddizioni interne e l’inevitabile insostenibilità. L’autofiction si dimostra essere allora una sorta di colpo di coda dell’autobiografia e della centralità che in essa assume il soggetto, rivelando in tal modo il suo fondamento menzognero.