Pola A., Importazioni falische in sepolture liguri. I più antichi vasi figurati falisci della necropoli preromana di Genova, in S. Giorcelli Bersani e M. Venturino (a cura di), I Liguri e Roma. Un popolo tra archeologia e storia, Atti del Convegno Acqui Terme 2019, 2021, pp. 323-331 (original) (raw)
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Scienze dell'Antichità 24.2, 2018
Nella sua veste attuale rispecchia l'articolazione, proposta da Enzo Lippolis, in tre fascicoli, il primo dei quali raccoglie studi e ricerche del Dipartimento, gli altri due sono dedicati a tematiche specifiche, con la prospettiva di promuovere una conoscenza complessiva dei vari aspetti delle società antiche.
Ricollegandosi alle giornate organizzate l'anno scorso a Lucca sul tema della decorazione scultorea 'in esterno', il convegno, al quale partecipano docenti e dottorandi oltre a una folta rappresentanza di colleghi di altri prestigiosi Atenei, anche stranieri, affronta le forme della decorazione pittorica all'interno degli edifici sacri in età gotica, con una speciale attenzione per gli spazi che la accolgono e per le funzioni che vi si svolgevano. Per quanto riguarda la decorazione pittorica in ambito sacro, gli studi recenti hanno ben indagato la parcellizzazione degli spazi liturgici presente negli edifici di età medievale. La presenza di elementi di divisione che, come il tramezzo, impedivano una fruizione unitaria dell'edificio e del suo completamento pittorico, fa emergere quello che Bruno Toscano ha di recente chiamato il valore 'ambientale', come preparazione alla Parola, delle decorazioni degli edifici in età medievale, che si trattasse di affreschi o di vetrate istoriate, la cui decifrazione dal basso era parimenti difficoltosa. Se, al momento di intraprendere una decorazione pittorica, le esigenze della narrazione venivano attentamente studiate, prestando attenzione alle rispondenze interne (ad esempio tra Vecchio e Nuovo Testamento) che facevano parte del modo di pensare del tempo, ciò che doveva colpire l'uomo medievale-non certo calato, come siamo noi, in una civiltà delle immagini (al tempo le uniche immagini visibili a tutti si trovavano appunto nelle chiese)-era forse l'icasticità di singole figure, la capricciosità di certi dettagli, il lusso dei colori e, più in generale, il carattere sacrale che proveniva all'edificio dal suo essere interamente affrescato. Di qui il titolo del convegno, che non si occupa poi soltanto, attraverso gli esempi presentati, di decorazione sacra, ma lascia spazio anche al tema della decorazione profana, in cui assai diverse sono le esigenze che la pittura è chiamata a soddisfare.
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Labbro breve leggermente svasato, orlo assottigliato, gola. Spalla carenata, ampia vasca emisferica, fondo piano. Ansa verticale sormontante, impostata dal labbro alla massima espansione, sezione a nastro.
La ricerca sulle classi ceramiche d'età rinascimentale, integrando i tra-dizionali studi ceramologici con le indicazioni stratigrafiche acquisite in un quarantennio di scavi, ha ormai permesso di tracciare una griglia affidabile per la definizione delle tipologie, delle cronologie, e con minore solidità, a dire il vero, dei centri manifatturieri. L'attenzione degli studi ha potuto dunque rivolgersi, in questi ultimi anni, soprattutto sulla distribuzione geografica dei tipi, con la conseguente ricostruzione dei flussi di traffico, e su quella che potremmo qualificare come "socio-economica", saggiando cioè la possibilità di mettere a fuoco il rapporto fra tipi ceramici e livello del centro di consumo. Al recente con-vegno pisano "Storie (di) ceramiche", del giugno 2019 1 , è parso questo uno dei temi più vivaci. A dire il vero il rapporto fra contesti ceramici così come vengono pro-posti dalle associazioni stratigrafiche e connotazione socio-economica del "consumatore"-per ricorrere a questo termine d'età contemporanea-non è immediato e biunivoco anche in casi particolarmente felici. I materiali di Palazzo Poggi a Lucca, analiticamente presentati qualche anno fa 2 pro-prio per verificare l'efficacia di questo metodo, associano negli stessi con-testi capi di tono medio-alto e manufatti di diffusione ampia, tanto nella suppellettile da mensa che in quella da cucina. Se ne è indotto che nelle discariche di scarti d'uso finite in vari livellamenti del palazzo si ammas-savano indistintamente le ceramiche della mensa dei Poggi, e quelle del personale di servizio, in piena concordanza con le indicazioni che vengono 1 Storie (di) ceramiche 6. Commerci e consumi. In ricordo di Graziella Berti a sei anni dalla scomparsa, Atti del convegno Pisa 11 giugno 2019, a cura di M. Giorgio, in corso di stampa. 2 G. Ciampoltrini, C. Spataro, Interni (ed esterni) domestici a Lucca fra Cinquecento e Seicento: testimonianze archeologiche da Palazzo Poggi, in Le mura e il palazzo. Lucca fra Cinquecento e Seicento: un itinerario archeologico, a cura di G. Ciampoltrini, Bientina 2015, pp. 69-104.