Resti di un edificio rurale (seconda metà V-IV sec) in contrada Gelso, nel territorio di Acicatena (Catania). (original) (raw)
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2012
The archaeological excavation conducted by the Soprintendenza di Catania in 2007 brought to light a Roman farm, characterized by multiple phases (from the third to the seventh century A.D.) in the area of a previous Hellenistic settlement (fourth-third centuries b.C.). In the late Byzantine period (between the eighth and the first half of the ninth century) a threenaved basilica, with a narthex, was built, destroying in part the remains of the farm, as well as those of the late antique settlement. The basilica underwent various modifications before being transformed into a stone dump. The plan is similar to thoe of other Sicilian religious buildings traditionally dated between the fifth and the sixth century A.D. and shows that it was wellrooted in the Late Antique tradition. The centrality of the settlement (not far from the Roman aqueduct that crossed the area, and next to a road in use betwen the Roman and the Late-medieval periods) explains the continuity of the settlement at a junction that was clearly important in this area. Introduzione 1 Lo scavo condotto in località Valcorrente, contrada Grammena, area inserita nel progetto di lottizzazione industriale del Comune di Belpasso, è stato effettuato dal Servizio Archeologico della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, in proprietà e a spese di privati 2. L'insediamento si trova sulla sommità pianeggiante di una bassa altura, facente parte di un sistema di colline delle basse pendici sud-occidentali etnee, digradanti verso la valle del Simeto (l'altezza massima si aggira attorno ai m 250 s.l.m.). Geologicamente tali colline, non di natura vulcanica, sono costituite da depositi sedimentari marini del ciclo infrapleistocenico e rappresentati principalmente da sabbie e limi con associati depositi conglomeratici relativi a facies fluvio-deltizie. Si tratta di terreni pedologicamente non molto fertili, sfruttati in passato per coltivazioni cerealicole, ma con presenza di qualche sorgente e di limitati flussi idrici nel sistema idrografico superficiale, di cui fa parte il piccolo torrente Alimeni). Le testimonianze più antiche della frequentazione del sito sono rappresentate da un frammento di skyphos a vernice nera, del tipo attico con piede ad anello toriforme, disco inferiore risparmiato e decorato da un cerchio a 1 I dati di questo scavo sono stati presentati al 15th Symposium on Mediterranean Archaeology (SOMA), Catania 3-5 marzo 2011 [BONACINI, TURCO, ARCIFA, c.d.s.]. Nel testo i numeri di US sono segnalati in neretto. 2 La segnalazione dell'esistenza di un'area archeologica intorno ai ruderi di una chiesetta fu fatta dal sig. V. Bruno, cultore della storia di Belpasso e difensore delle memorie sul territorio. L'indagine archeologica, effettuata nel 2007 con fondi messi a disposizione dal Comm. R. Abate, proprietario dell'area in cui è prevista la realizzazione di un centro commerciale, è stata seguita dalla dott.ssa E. Bonacini, con la direzione tecnica della dott.ssa M. Turco. La documentazione grafica è stata realizzata dall'ing. G. Zapparrata, per la planimetria della cd. 'Basilica'; da G. La Scala per la planimetria dell'edificio rurale tardoromano; da S. Sequenza per lo Scheletro 1. La documentazione fotografica di scavo e dei reperti è stata eseguita da E. Bonacini, quella finale e le riprese aerofotografiche da G. Barbagiovanni. Lo studio antropologico dello Scheletro 1 è stato effettuato dal dott. S. Lisi e gli esami al radiocarbonio dal prof. L.
Testimonianze edilizie tardo-antiche dal sito di Campetti, area S-O, a Veio (RM), 2018
BullCom CXXII, 2021
Nel corso della seconda metà del XVI secolo, verosimilmente non oltre l’ultimo ventennio, quest’area a ridosso della via Cassia, nelle adiacenze del punto di confluenza del Fosso dei Frati con quello dell’Acquatraversa28 (fig. 7, C), viene interessata da una frequentazione a carattere artigianale/ produttivo
During 2022, archaeological exploration continued in the area of the Archaic sanctuary of Hephaestia, in the northern sector of the Palaeopolis peninsula. The investigations, in continuity with those of last year, were conducted in the natural valley, adjoining the sanctuary to the W. The oldest idetified levels of frequetation are thick layers containing Proto- geometric ad Geometric pottery, which attest to the extent of the settlement inhabited by the local population in the Early Iron Age, from the 11th to the early 7th cent. B.C., before the life of the sactuary (mid-7th to late 6th cent. B.C.). The most conspicuous phase is from the Classical-Hellenistic period (5th-2nd cent. B.C.), referring to the Athenian cleruchy. Several rooms have been excavated, the largest having a rectagular floor plan, a off-centre entrace and built couches (klinai) along the inner sides, and can be interpreted as a banquet hall (hestiatorion). The finds (both pottery ad coroplastic) hint at the symposium ad cult sphere (terracotta statuettes of deities and small altars). The smaller neighbouring rooms, featuring a recurring plan with a raised platform on four sides and a quadrangular central space, can also be referred to the same function. This complex of hestiatoria could well be connected to a sanctuary, to be found nearby. According to the excavated stratigraphies, the area was abandoned as early as the end of the Hellenistic period.
During 2022, archaeological exploration continued in the area of the Archaic sanctuary of Hephaestia, in the northern sector of the Palaeopolis peninsula. The investigations, in continuity with those of last year, were conducted in the natural valley, adjoining the sanctuary to the W. The oldest idetified levels of frequetation are thick layers containing Proto- geometric ad Geometric pottery, which attest to the extent of the settlement inhabited by the local population in the Early Iron Age, from the 11th to the early 7th cent. B.C., before the life of the sactuary (mid-7th to late 6th cent. B.C.). The most conspicuous phase is from the Classical-Hellenistic period (5th-2nd cent. B.C.), referring to the Athenian cleruchy. Several rooms have been excavated, the largest having a rectagular floor plan, a off-centre entrace and built couches (klinai) along the inner sides, and can be interpreted as a banquet hall (hestiatorion). The finds (both pottery ad coroplastic) hint at the symposium ad cult sphere (terracotta statuettes of deities and small altars). The smaller neighbouring rooms, featuring a recurring plan with a raised platform on four sides and a quadrangular central space, can also be referred to the same function. This complex of hestiatoria could well be connected to a sanctuary, to be found nearby. According to the excavated stratigraphies, the area was abandoned as early as the end of the Hellenistic period.
This paper should be cited as: F. Collura, "Kalé Akté – Calacte. Una città greco-romana della Sicilia settentrionale (VI secolo a.C. – V secolo d.C.). Lo stato delle conoscenze ed alcune note inedite". Preprint 2012
Il presente lavoro è un sunto delle ricerche condotte da oltre un decennio nel sito dell’antica Kalé Akté, nel territorio dell’attuale comune di Caronia (provincia di Messina, Sicilia). Si è preso parzialmente spunto da alcuni studi eseguiti nell’ultimo trentennio tramite saggi di scavo condotti a cura delle Soprintendenze di Siracusa e Messina, solo in parte editi. Per il resto, quanto esposto è il risultato delle ricerche personalmente condotte sul posto, per le quali si è avuto occasione di discutere con alcuni studiosi che hanno eseguito qui ricerche, tra cui G. Scibona A. Lindhagen.
This paper should be cited as: F. Collura, "L’impiego del laterizio di tradizione siceliota nell’edilizia di Kalé Akté (Caronia, Me) e dei centri della Sicilia settentrionale. III secolo a.C. – II secolo d.C.". Preprint 2011
Le ricerche archeologiche condotte nel sito della polis di Kalé Akté - Calacte (Caronia, Sicilia) hanno evidenziato un largo impiego di laterizi come materiale da costruzione a partire dalla media età ellenistica. Si tratta di mattoni di grande modulo, la cui area di diffusione è peculiarmente concentrata nel settore centro-settentrionale della Sicilia. La città si distingue per un utilizzo di questi manufatti che non ha eguali nel panorama dei centri siciliani e della Magna Grecia e si ricollega a motivazioni plurime, prettamente di ordine pratico ed economico. Il lavoro è un'occasione per ripercorrere le fasi di introduzione e diffusione del mattone cotto in Sicilia in età ellenistica e, allo stesso tempo, fare luce sulle caratteristiche architettoniche degli edifici della città calactina, attraverso la proposizione di rinvenimenti solo parzialmente noti al momento.
Torre di Satriano II. La residenza ad abside. Abitato e società in età arcaica., 2018
Studio dell'edificio absidato e delle sepolture circostanti, rinvenuti a Torre di Satriano, località Masseria di Satriano, nel 2002.