Immagine virtuale di specchi conici per anamorfosi: calcolo analitico ed esperimenti (original) (raw)

Memoria e oblio. Scoperta e rilievo digitale dell’anamorfosi murale di J.-F. Nicéron

Nel complesso conventuale di Trinità dei Monti (Roma) è stata recentemente riportata alla luce una pittura murale a secco, attribuita a padre Jean François Nicéron (1613 -1646), che si credeva oramai irrimediabilmente scomparsa: l'opera ritrae San Giovanni Evangelista nell'isola di Pathmos mentre scrive l'Apocalisse accelerato prospetticamente. L'Università Iuav di Venezia, dopo gli interventi di restauro conservativo, è stata incaricata dai Les Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette di redigere il rilievo digitale dell'opera e di indagarne, per la prima volta, la struttura otticoproiettiva. In Trinita dei Monti's convent (Rome) was recently brought to light a wall painting, attributed to Father Jean François Nicéron (1613 -1646), which was thought by now irretrievably lost: the work depicts in accelerated perspective St. John the Evangelist in Pathmos writing the Apocalypse. The University IUAV of Venice, after the conservative restoration's painting, was appointed by Les Pieux Etablissements de la France à Rome et Lorette to draw up a digital survey of this neglected masterwork and to investigate, for the first time, its optical-projective structure.

Anamorfosi dello spread 2018i

SOMMARIO: 1. L'anamorfosi, una prospettiva deformante secondo la quale il tasso di interesse del debito pubblico dipende da fattori interni ad ogni singolo paese. -2. Il paradosso del ribasso dei tassi di interesse in costanza del peggioramento dei fattori politico economici interni -3. Una spiegazione contro intuitiva il tasso di interesse del debito è una variabile dipendente da fattori esogeni: l'offerta di liquidità monetaria. -4. Una conferma empirica: l'andamento sincronico dei tassi tra Spagna ed Italia in presenza di situazioni politico economiche interne diverse -5. Il contenimento del debito sovrano: una proposta.

IL COMPLESSO CONVENTUALE DI TRINITÀ DEI MONTI (ROMA) SCOPERTA, RISCOPERTA E FRUIZIONE DIGITALE DEGLI APPARATI ANAMORFICI PINCIANI

The paper describes the research work done, since 2010, by Imago rerum group at the convent of SS. Trinità dei Monti (Rome). It involved a large group of researchers belonging to the University Iuav of Venezia, focused in preparing the digital survey and the critical interpretation of the anamorphic paintings made there in the Seventeenth century and still preserved in the convent's corridors. Les Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette (France) and the Pontifical Institute of Historical Studies (Vatican) have commissioned Imago rerum group and Iuav to conduct a feasibility study concerning the virtuali-zation of these anamorphic paintings for their digital enjoyment. This project is presented here for the first time.

Anamorfosi della critica. La forma saggio come genere ibrido

Nel 1926 Walter Benjamin scrive che la critica, in quanto attività di mediazione che richiede una distanza prospettica tra chi valuta e l’oggetto della valutazione, è resa impossibile nel Novecento da un ambiente comunicativo, quello imposto dal regime capitalisitco, che costringe alla prossimità e all’immediatezza, a una visione ravvicinata che impedisce di mettere a fuoco gli oggetti. In questo contesto, il saggio rappresenta un tentativo di trasformare la prossimità e il contatto in opportunità di comprensione, proponendo una strategia critica di attraversamento dei testi, nella quale il gesto interpretativo coincide con il corpo a corpo tra scrittura primaria e scrittura secondaria. Riattivando una tradizione che risale all’origine dell’età moderna, il saggio nel Novecento si configura come un genere ibrido, che fa convergere la critica e la letteratura verso uno spazio di elaborazione comune, nel quale si indeboliscono le specificità dei rispettivi linguaggi, si salda l’alleanza tra facoltà analitiche e movimenti della creatività, e si riconoscono allo stile, all’organizzazione formale del discorso, nuove potenzialità conoscitive. In aperta opposizione oppure in dialettica continuità con le tendenze critiche che hanno tentato di strutturarsi secondo modelli ad alto quoziente di formalizzazione, esemplati sui paradigmi delle scienze esatte, il saggio ha mantenuto la critica agganciata a una dimensione retorica e discorsiva, situata nella creatività del linguaggio. La forma del saggio ha permesso alla critica di coniugare le esigenze dell’analisi e le risorse dell’invenzione, riconoscendo nelle potenzialità ricreative della scrittura una modalità di comprensione interna del processo letterario. Attraverso esempi concreti ricavati dalla pratica di saggisti come Giacomo Debenedetti e Cesare Garboli, durante questo seminario si tenterà di mostrare come, lontana dalle pretese sistematiche e dalle teorie generalizzanti, la scrittura saggistica abbia lavorato sull’individualità irriducibile di ogni scrittura, sulla singolarità di ogni esperienza creativa, raccontandola come una storia, sottoponendola cioè a un processo conoscitivo mediato dalle strutture della narrazione.

Muro Immaginifico in mostra

Bocchi, Renato; Jular, Jorge Ramos; Zaparaín Hernández, Fernando (a cura di); Muro immaginifico. Arte e architettura tra Italia e Spagna; LetteraVentidue; 2023, 2023

Il contributo ripercorre il processo progettuale che ha portato all'allestimento della mostra "Muro Immaginifico" tenutasi a Venezia a ottobre 2021, a cura di Jacopo Di Criscio, Damiano Di Mele, Niccolò Di Virgilio e Ciro Priore. L’artificio allestitivo si strutturava sull’idea di suscitatore di immagini e al tempo stesso come prodotto e linea di ricerca: esposizione popolata dai riferimenti illustrativi generatori di una serie di maquette, sculture, teche, miniature e micromondi plastici. Questi sono stati mostrati insieme, su una linea continua, ossatura dell’intero allestimento, a riflettere il rapporto tra i due mondi culturali in dialogo: quello dell'arte e quello dell'architettura tra Italia e Spagna.

Macro e micro fotogrammetria per la virtualizzazione della laminetta orfica (V-IV a.C.) del Museo Nazionale di Vibo Valentia

Affrontare la discussione di applicazioni consolidate di fotogrammetria non costituisce in sé un'attività necessariamente innovativa. Meritano, tuttavia, un costante approccio critico le originali implementazioni offerte non solamente dall'evoluzione tecnologica degli strumenti di acquisizione, ma anche dalle sfide poste a noi rilevatori e più in generale alla teoria delle misure. Le nuove opportunità di descrivere e rappresentare la realtà sono prevalentemente indirizzate al costruito storico e al paesaggio, con riferimento a ordini di grandezza e scale di restituzione conseguenti. Risulta, invece, ancora poco affrontata la codifica e la formalizzazione di pratiche di rilievo per oggetti di piccole dimensioni, con accuratezza e precisione necessariamente più elevate, anche nel caso di ricorso a strumentazioni "image-camera" piuttosto che range-camera. A tale proposito si presenta il caso studio relativo alla documentazione fotogrammetrica di una lamina orfica, particolarmente cogente al fine di affrontare due problematiche al contempo: quella dimensionale e quella delle superfici riflettenti (come l'oro, con cui l'oggetto è realizzato). L'acquisizione, pertanto, è stata condotta secondo due paradigmi: mediante un sistema originario "macro", con ottiche fotografiche dedicate, in condizioni di luce artificiale ottenute sviluppando una specifica tecnica di illuminazione (la Ring Reflection Lighting -RRL), e attraverso un sistema 'micro', un microscopio digitale con luce polarizzata. I risultati delle sperimentazioni sono qui confrontati al fine di annodare le tessere di questa misterica laminetta nell'ambito del Progetto Visualizing Innovative and Social Artworks della Regione Calabria.