Francesco Vietti, Hotel Albania. Viaggi, migrazioni, turismo, Roma, Carocci, 2012 (original) (raw)
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Dalle esplorazioni geografiche al turismo virtuale: l'Albania rivisitata sulle orme di Aldo Sestini
FROM GEOGRAPHICAL EXPLORATIONS TO VIRTUAL TOURISM: ALBANIA REVISITED ON THE TRACKS OF ALDO SESTINI. – The paper aims at spreading knowledge about the Albanian territory detaching from the stereotyped image of a legendary archaic land set apart from the current socio-economic world and future geopolitical scenery. The attempt starts with a recovery of the Italian regional studies on Albania carried on during the Fascist Period and for long time neglected. The research moves from the representations of the Italian geographers, particularly through Aldo Sestini’s landscape photographs taken during his scientific fieldworks and explorations, to suggest new readings of the present landscape, directed both to a proposal of virtual and corporeal cultural tourism in Albania as well as to a critical thinking on the territorial and landscape impacts of the socio-economic change occurred in the country during the 20th Century.
Una scuola alberghiera in Albania
Il Decreto Luogotenenziale N. 118 del 21 maggio 1942 che istituisce la " Scuola Alberghiera " in Albania Nella relazione che accompagna il Decreto del 21 maggio 1942 che istituisce la " Scuola Alberghiera in Albania " si legge: «L'Albania ha uno spiccato carattere turistico, ed è bene che abbia un'industria alberghiera veramente degna del Paese, ma si ponga mente che l'albergo ha una funzione di ospitalità non solamente per coloro – stranieri – che visitano il Paese, ma anche per tutti i cittadini che si muovono da un punto all'altro del territorio per ragioni varie: quindi l'elevazione materiale e funzionale di un albergo deve essere perseguita non solamente per il carattere turistico, ma per una ragione eminentemente sociale. Difatti è notorio che la frequenza di un albergo lascia nell'individuo che vi è stato ospite una impressione di cose ordinate e pulite (quando naturalmente si tratta di un ottimo albergo) che giovano al miglioramento di se stessi e delle proprie abitudini. L'Albania, che si avvia verso una migliore era di progresso, deve anche in questo campo evolversi e venire incontro, non solo alla corrente cospicua di ospiti che ha attualmente, ma anche a quelle che in un prossimo futuro si indirizzeranno verso questo Paese e per desiderio di conoscerlo e per ragioni di studio e di sport e per motivi commerciali. Un ottimo albergo costituisce, civilmente parlando, non solo un punto di incontro, ma anche una fonte di prestigio per il Paese che li possiede, con riflessi d'ordine economico che è facile intravedere.»
Dalla migrazione alla costruzione identitaria: riflessioni su una Albania in mutamento.
Questo breve articolo prende spunto da quello che è stato il mio lavoro di tesi 1 , all'interno del quale ho provato ad analizzare la migrazione albanese utilizzando una griglia metaforica che mi consentisse di leggere le sue dinamiche come si trattasse di un rituale di passaggio alla vita adulta. Per seguire da vicino il circuito migratorio ho condotto una parte di ricerca a Torino e una parte in Albania (soprattutto nelle città di Tirana e Durazzo); una etnografia multisituata sembrava essere l'unica strada percorribile all'interno di uno scenario così complesso e articolato.
Parlava controvento del paese in fiamme e della fuga di uomini donne bambini che avevano i nostri stessi nomi, la stessa lingua nostra, gli sguardi luminosi spiccicati ma più ricolmi di paura, naturalmente. A tratti doveva urlare per farsi sentire dai suoi amici, «partirò ai primi di agosto, se tutto va bene», e quel tono di voce alto, concitato, mulinava nell'aria con un'eco di urgenza, come una questione di vita o di morte troppo a lungo taciuta. 1
Pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni: l’inatteso riflesso dell’Albania di Hergé e Scott Adams
Forum Italicum: A Journal of Italian Studies, 2018
Sembrerebbe che tanto il fumetto e il suo codice quanto lo stereotipo insistano sul medesimo spazio; facendo riferimento ad esso e cercando di ricostruirne dimensioni e limiti, il saggio ricostruisce il modo in cui è possibile comprendere come funziona il meccanismo dell'immaginario che muove i fumetti di due grandi autori e, dunque, la struttura della loro figurazione. I due autori in questione sono Hergé, al secolo Georges Rémi, capostipite della scuola fumettistica franco-belga-considerato il Balzac della nona arte, probabilmente anche per la tipicità dei suoi personaggi, è l'ideatore, nel 1929, del più tipico di essi: Tintin-, e Scott Adams, disegnatore americano, creatore, nel 1989, delle diffusissime strisce di Dilbert. Entrambi gli autori ricorrono a un luogo con le peculiarità dell'Albania e ne fanno il punto di innesco del processo di immaginazione: l'effetto che ne scaturisce può essere inatteso e deflagrante.