Il concetto di dolore: definizioni, contesti di interesse e modelli teorici (original) (raw)
2010, Psicologia clinica del dolore
Sebbene il dolore sia un'esperienza comune a tutti gli esseri umani, definire questo termine in modo sintetico ed esauriente è un'impresa non facile. La difficoltà maggiore consiste nel descrivere in poche parole una realtà complessa e totalizzante, il cui significato viene costruito in maniera soggettiva dalla persona che la vive, e che è costituita da specifiche componenti fisiopatologiche, psicologiche, comportamentali e socio-culturali, la cui gestione integrata richiede conoscenze in costante aggiornamento oltre a un dialogo continuo tra diverse figure professionali. La parola dolore spesso è pronunciata dal paziente quando si rivolge al medico per spiegare e comunicare il proprio star male. Questo vissuto è causato dalla percezione di un cambiamento inaspettato e inaccettabile, che da una parte impaurisce e dall'altra, mediante una domanda di salute, rafforza la volontà di ripristinare lo stato precedente (Notaro et al. 2009). Da una prospettiva funzionale, il dolore agisce come un sistema di allarme in grado di indicare precocemente la presenza di un danno. In questo senso, esso svolge un ruolo di chiaro valore adattivo per la salute e il benessere degli esseri viventi. Del resto, se il danneggiamento o la mancanza di un sistema sensoriale come la vista o l'udito possono essere in larga parte compensati attraverso lo sviluppo di funzionalità complementari, senza la percezione del dolore gli esseri umani rischierebbero di trovarsi in situazioni pericolose per la loro sopravvivenza (Zimmerman e Handwerker, 1988). Proprio in virtù della sua imprescindibile funzione di difesa della vita, il dolore è stato definito come il quinto segno vitale, al pari di frequenza cardiaca e respiratoria, pressione arteriosa e temperatura corporea (Stephenson, 1999).