La moda di Gnoli (original) (raw)
La moda di Gnoli antinomie.it/index.php/2021/12/15/la-moda-di-gnoli/ Domenico Gnoli è nuovamente di moda. Il Podium della Fondazione Prada fa da vetrina alla pittura-e alla grafica, e all'illustrazione, e alla produzione scenotecnica-del pittore nato a Roma nel 1933 e morto a New York nel 1970. Fotograficissimo, fotografabilissimo e fotografatissimo invade i feed di Instagram e diventa il "preferito" di molti. Il fatto è notevole, sorprendente, non privo di significato: la moda (fortuna?) italiana di Gnoli è sempre stata ciclica, soggetta a scomparse e ritorni: se poco aggiunge all'incontestata grandezza del pittore, molto racconta delle epoche in cui si è affermata. Quando morì improvvisamente, il 17 aprile 1970, in Italia nessuno sembrò accorgersene: il 1968-l'anno in cui Gnoli aveva preso parte a Documenta 4-sembrava aver esaurito le riserve e forse le stesse condizioni di possibilità del lutto nel mondo artistico italiano: le lacrime versate in sequenza per Leoncillo, Fontana, Pascali e Duchamp avevano idealmente chiuso un'epoca, le piazze e le bombe avevano fatto il resto. Già ci si era dimenticati di alcune sue memorabili mostre italiane, su tutte il trittico del Sessantasette: Il Centro a Napoli, Odyssia a Roma, de' Foscherari a Bologna. Nessun cronista italiano, nessuna rivista d'arte si prese la briga di segnalare la scomparsa di quel pittore che tanto piaceva ai borghesi d'Europa e d'America, forse già scomodo nell'Italia mobilitata. Fu la Quadriennale, con qualche mese di ritardo, a prendersi la briga di ricucire lo