Considerazioni su alcuni culti nella Messarà di epoca storica e sui rapporti territoriali fra Festòs e Gortina (original) (raw)
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Nel ciclo d el vademecu m per il viaggiatore-visionari o An to nio Possenu ded ica un o lio alle mo ntagn e della Garfagna na : la bagnan te c he si immerge in una fantastica 'bocca delle Fa te' pa re -a nc he per i 'vecchìc ni' ch e ne spiano le nu di tà -u na s traord ina ria rivis ita zio ne dei tem i sei-se ttece n teschi d i Susan na e i vecc hìont. o, meg lio a ncora , del bagno di Diana e d elle sue ninfe, fu nesto per Atteo ne, spettatore involontario. Ma la ninfa de Ua 'bocca delle Fat e', st and o al co mmen tato re d i Possen tt. Iaco po Lazzeresc hi Cervell i l , è a nche la trasposizione delle Fate-Ni nfe che, nelle tr adizio ni ri feri te nel tardo Seicent o da l Mìco ul. d ava no no me a lla Grotta d elle Fate d i So raggio: «ne lle ba lze d'un gran sasso trovasi una meravigliosa cavern a com uneme nte chiama ta la gro tta delle fat e, con ta nt'ordine e simet ria d i sta nz e, c he pa re più tosto fa ttura d' ingegno so Architetto, che scherzo della natura . Crede il volgo ignorante che in que sta spelo nca habita ssero anticamen te le Fate, che p redi cevan o le cose a vve nire, e faceva no ta nte a ltre cose miracolose: e c iò po t é esser vero, per di aboli ca illusione, essend o se m pre stato solito il demonio in ga nna re gli h uomini con l'a pparen ze d el bene » 2.
LA LISSÈ PETRE IN OD. III, 293-296 ED I TERRITORI DI GORTINA E DI FESTÒS IN EPOCA ARCAICA Ovest 3 . L'autorità dello studioso inglese è stata seguita dalla maggior parte della critica successiva. Secondo alcuni, come S. West, non esisterebbe un punto preciso della costa meridionale di Creta atto a soddisfare tutte le condizioni descritte 4 . Nel presente contributo vengono avanzate tre ipotesi di natura filologica, geograficotopografica e storica: MATTEO D ' ACUNTO 266 3 PM II, pp. 86-91. Cfr. in tal senso anche l'opinione di TARAMELLI 1899, p. 296: «Lissae pétrh … che io ritengo fosse un luogo di approdo situato sul golfo di Matalla o di Messarà più a Sud di Dibachi in un luogo dove le colline del gruppo di Phaestos giungo-no al mare, formando una biancheggiante scogliera, contro cui si infrangono le onde del largo»; et TARAMELLI 1901, pp. La lissè petre corrisponde al Capo Lithinos: questo rappresenta il confine tra il territorio della polis di Gortina, che si sviluppa verso Est rispetto al capo, ed il territorio della polis di Festòs, che si sviluppa verso Nord rispetto ad esso.
La tomba del Giardino Faccenna ed altri contesti arcaici di Vaste, nella Messapia
FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2011
* Desidero ringraziare il prof. F. D"Andria, direttore delle indagini sul campo nel sito di Vaste, per avermi affidato lo studio dei contesti presentati in questa sede. L"autorizzazione allo studio dei materiali è stata concessa dal Soprintendente Archeologo Dott. A. De Siena su parere del Dott. A. Alessio. I disegni dei materiali sono di F. Malinconico; le elaborazioni digitali della cartografia si devono all"arch. F. Ghio. Foto dei materiali: Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.
Gortina, Mitropolis e il suo episcopato nel VII e nell’VIII secolo. Ricerche preliminari
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Alari fittili nell’Etruria centro-meridionale tra contesti abitativi, santuariali e di tipo rituale
Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico 17, 2021
Introduzione L'alare è un manufatto indissolubilmente connesso alla εστία, attestato fin dall'età preistorica, che si usa per sorreggere legna, recipienti o spiedi o anche solo per contenere il fuoco. Un oggetto antico, la cui funzione, seppure certo mutata, non è stata completamente stravolta dal tempo-fatto raro nell'ambito della cultura materiale-, dal momento che lo si trova anche nei moderni caminetti. Le conquiste della modernità offrono oggi soluzioni diverse al problema del riscaldamento e della cottura dei cibi, rendendoci poco consci della assoluta importanza che il focolare e gli oggetti ad esso connessi dovevano rivestire all'interno di una abitazione antica. Nell'area medio-tirrenica e specificamente in territorio etrusco, oggetto della presente ricerca, il ricorso a manufatti fittili con funzione di alare è documentato soprattutto dal Bronzo Finale e per tutta l'età del ferro. Le attestazioni, che giungono fino al V sec. a.C. 1 * Il presente contributo trae spunto da un Dottorato di Ricerca in Etruscologia svolto presso l'Università di Roma "La Sapienza" tra il 2007 ed il 2009 (XXI ciclo) e che ha avuto per oggetto l'instrumentum da focolare in Etruria tra il Bronzo finale e la fine del V sec. a.C. Ringrazio al riguardo il Prof. G. Colonna che ha seguito con grande disponibilità la mia ricerca, la Prof.ssa G. Bagnasco Gianni per la generosità con cui ha incoraggiato questo scritto e per i preziosi suggerimenti, e il Dott. F. di Gennaro, già correlatore della mia tesi di laurea, per le discussioni ed i consigli. Mi è gradito inoltre ringraziare la Dott.ssa Y. Backe Forsberg per i proficui scambi di idee e per la liberalità con cui mi ha permesso di disegnare e inserire nel catalogo un reperto da San Giovenale attualmente in corso di stampa; e il Dott. F. Vallelonga, Direttore del Museo Archeologico di Chiusi, per avermi concesso di studiare e pubblicare due reperti chiusini da I Forti e Montevenere (su concessione del Ministero per i beni e le 10 Si tratta di una foggia ampiamente attestata su tutto il pianoro di Veio (MURRAY THREIPLAND 1963, pp. 71-73, da ultima BENEDETTINI 2011, tipo N1, con riferimenti). 11 COZZA-PASQUI 1894, cc. 59-60. 12 Le strutture e la stratificazione e delle strutture erano conservate per un'altezza pari a tre o quattro filari di blocchi di tufo; condizioni di particolare privilegio per uno scavo in abitato.
Con Il riso di Demetra (1985), Giuseppe Martorana, professore ordinario di Storia delle Religioni presso l'Università degli studi di Palermo, esplo-rava le forme di religiosità al femminile in Sicilia, individuando tracce di continuità e persistenza che dai culti locali anellenici conducevano fino a forme di devozione cristiana. I contributi raccolti in questo volume intendono rendere omaggio alla sua memoria e riprendere criticamente i temi delle sue ricerche, indagando le narrazioni e le modalità di rappresentazione del sacro e del divino che coinvolgono l'elemento femminile, lungo un arco cronologico che dall'età del bronzo giunge all'età contemporanea e attraversa uno spazio geografico che dal Vicino Oriente conduce fino alla Grecia peninsulare e alla Sicilia. Tra le questioni sollevate, vi sono le minacce legate al mondo femminile; la consapevolezza del potenziale di rischio che alle donne è attribuito; l'a-gentività ad esse riconosciuta nello svolgimento dei rituali e nella par-tecipazione agli stessi; il ruolo del femminile nella tradizione narrativa. Ricorrenti sono inoltre i tentativi di ricostruzione degli spazi riservati al femminile, all'interno di culti specifici. Insieme a questi temi si avanzano riflessioni sulle continuità e sulle risemantizzazioni di elementi pertinenti a una religiosità antica al femminile osservabili in pratiche rituali tutt'ora vigenti. Un filo rosso attraversa questi i saggi: il necessario in-quadramento storiografico di categorie e nozioni abusate come quella di "Grande madre", di "religione mediterranea", di "sostrato", insieme a un ripensamento della categoria, fluida e sfuggente, di "sacro". NARRAZIONI E RAPPRESENTAZIONI DEL SACRO FEMMINILE Atti del convegno internazionale di studi in memoria di Giuseppe Martorana a cura di Daniela Bonanno e Ignazio E. Buttitta Narrazioni e rappresentazioni del sacro femminile a cura di Daniela Bonanno e Ignazio E. Buttitta edizioni Museo Pasqualino ISBN 2 9 788897 035756