S. Campagnari, F. Foroni, D. Neri (a cura di), Una sosta lungo la via Emilia tra selve e paludi (original) (raw)
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2019
Architectures de terre et de bois. L'habitat privé des provinces occidentales du monde romain. Antécédents et prolongements: Protohistoire, Moyen Age et quelques expeériences contemporaines, ACTES DU 2 E CONGRÈS ARCHéOLOGIqUE DE GAULE MéRIDIONALE (LYON 1983), a cura di J. LASFARGUES, Paris 1985.
2019
Architectures de terre et de bois. L'habitat privé des provinces occidentales du monde romain. Antécédents et prolongements: Protohistoire, Moyen Age et quelques expeériences contemporaines, ACTES DU 2 E CONGRÈS ARCHéOLOGIqUE DE GAULE MéRIDIONALE (LYON 1983), a cura di J. LASFARGUES, Paris 1985.
2019
In questo articolo sono presi in esame i reperti in vetro rinvenuti nello scavo della mansio di Castlefranco Emilia. All'interno di questo contesto, tale tipo di produzione si colloca a partire dall'età augustea, fino alla fine del II sec. d.C., annoverando fra le forme un notevole numero di coppe e bicchieri.
2019
Il presente contributo tratta la classe della ceramica a pareti sottili, rinvenuta nello scavo della mansio di Castelfranco Emilia (MO). Tale produzione si colloca, in questo contesto, tra la prima metà del II sec. a.C. e gli inizi del II sec. d.C.
Finora scarsamente esplorata e documentata dal punto di vista archeologico a causa, in primis, della presenza, fino al litorale, di fabbriche e edifici industriali oggi per gran parte dismessi, l’area portuale della ripa Puteolana costituisce un contesto di eccezionale importanza e dall’enorme potenziale. Sommersa a scarsa profondità per effetto del bradisismo flegreo, estesa lungo un profilo costiero di quasi 2 km, tra il moderno porto commerciale di Pozzuoli e l’area del portus Julius, la ripa presenta ancora in buono stato di conservazione una serie praticamente ininterrotta di edifici, disposti intorno ai nuclei del vicus Lartidianus e del vicus Annianus. Alle interminabili sequenze di horrea al servizio delle flotte annonarie, fondamentali per lo stoccaggio e la redistribuzione di carichi che non potevano essere movimentati nella sola area, pur imponente, del molo cosiddetto caligoliano, si accostano edifici di servizio, lunghi porticati, botteghe e officine, finanche edifici di culto e veri e propri templi, punti di agglutinazione delle vivaci comunità di peregrini che per secoli affollarono uno dei porti principali del Mediterraneo. A partire dalla fine del 2021, nell’ambito del progetto Tra terra e mare. Studi e ricerche nelle aree costiere dei Campi Flegrei, nato da un accordo di convenzione tra la SABAP per l’area metropolitana di Napoli e l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, con il coordinamento, per la parte subacquea, della Scuola Superiore Meridionale, la ripa Puteolana è oggetto di ricerche archeologiche approfondite: a una prima mappatura da drone dell’intera area sommersa, svolta all’inizio del 2022, è seguita, ed è tuttora in corso, una paziente e minuziosa opera di documentazione in acqua di tutte le strutture, schedate all’interno di un GIS e organizzate in base a caratteristiche costruttive e funzionali, oltre che a una necessaria distinzione delle diverse fasi cronologiche. Soltanto con una ricognizione e documentazione sistematica dell’area, pur vasta e pluristratificata, considerando altresì l’immediato retroterra con i bacini dell’Averno e del Lucrino e le pendici del Monte Gauro anch’essi oggetto di studio del nuovo progetto, e intaccata dalle industrie e dal traffico marittimo ma ancora incredibilmente ricca di dati e informazioni, solo con una conoscenza profonda di tutte le evidenze archeologiche distese sul fondo del mare, facilmente individuabili dalle foto aeree ma di ben più complessa lettura quando l’analisi diviene studio di dettaglio in immersione, questo lungo settore del grande waterfront di quella che fu la Delus minor tardorepubblicana, il terminal annonario dell’Urbe fino alla creazione dei bacini di Claudio e Traiano e il più importante e articolato hub portuale del Mediterraneo occidentale, potrà finalmente essere considerato e studiato, punto per punto, in maniera scientifica e moderna.
Blog post/Una gita in campagna
Col nome di Esercizi Spirituali si definisce una pratica religiosa introdotta da S. Ignazio di Loyola nei primi decenni del 1500. Ufficialmente approvata dalla Chiesa nel 1548, per la grande efficacia spirituale, essa fu subito adottata come mezzo di formazione di uomini del potere economico e politico. Elio Petri -Todo Modo Nel chiuso di un eremo, esponenti del potere politico ed economico si ritrovano per dedicarsi agli esercizi spirituali e fornire così al Paese un'immagine coesa e al contempo penitente, ascoltando le richieste di moralizzazione che sempre più insistentemente provengono dall'opinione pubblica. Non si tratta del weekend appena concluso, ma del 1974 e del 1976. L'eremo è quello di Zafer, i protagonisti sono (presumibilmente) membri della Democrazia Cristiana e gli ideatori di questo ritiro sono Leonardo