Nuove mura per Roma repubblicana. Questioni aperte e spunti di ricerca (original) (raw)
Roma medio repubblicana, dalla conquista di Veio alla vittoria di Zama, Roma 2020, pp. 235-253.
Most of the remains of the ancient city walls of Rome, known as the Servian Walls, can be attributed to the reconstruction carried out at the beginning of the 4th century BC with large square blocks of “yellow tufa of Grotta Oscura” (today technically defined as “yellow tufa of the Via Tiberina” or TGVT), whose quarries were located in the territory of influence of the Etruscan city of Veio, conquered in 396 B.C. Almost ninety years after the masterly publication of Säflund, we try to take stock of the state of research today. We will therefore examine here the problems linked above all to the reasons that led to the decision to build a new city wall, the choice of material and route, and finally its specific characteristics, even if it is not possible to propose definitive solutions to the proposed questions.
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Considerazioni sulle mura arcaiche e repubblicane a Roma
Le mura della Roma arcaica sono state per molti anni un argomento dibattuto e spesso oggetto di un accanito negazionismo, legato direttamente all'immagine primitiva della comunità di Roma nei primi secoli della sua storia, secondo la vulgata di una storiografia ipercritica sulle fonti letterarie dell'età regia ed alto repubblicana. Tuttavia le ricerche condotte in Italia centrale tirrenica negli ultimi quaranta anni hanno contribuito a modificare profondamente lo stato delle conoscenze sull'urbanistica tra Bronzo Finale ed età del Ferro, sottolineando il carattere difeso dei maggiori abitati fin dal X-IX secolo a.C. 1 ed ovviamente anche quello dei centri di epoca arcaica 2 . A livello archeologico non vi è ormai più ragione di dubitare che tra il VI e il I secolo a.C. Roma venne difesa da un perimetro di fortificazioni lungo circa 11 chilometri che includeva un'area stimabile intorno ai 400 ettari, corrispondente alla tradizionale città dei sette colli, dimensioni che la pongono tra i maggiori centri fortificati dell'epoca in area mediterranea 3 .
Le mura repubblicane di Mutina
Rinvenimenti riferibili alle fortificazioni e note di urbanistica mutinense Mutina è ricordata nelle fonti letterarie antiche come città fortificata ben prima della sua deduzione come colonia di diritto romano. Infatti, già nel 218 a.C., ossia all'inizio della seconda guerra punica, la città era cinta da mura ed era controllata da un presidio dell'esercito romano. È ben noto il racconto di Polibio che, descrivendo la rivolta dei Galli Boi poco prima dell'arrivo di Annibale in Pianura Padana, ricorda che i triumviri che stavano completando l'assegnazione delle terre nelle colonie di Piacenza e Cremona si ritirarono dietro le mura di Mutina, che venne cinta d'assedioi(1). La città, dunque, fin dalle prime fasi della romanizzazione della pianura padana, costituì un importante polo strategico, trovandosi lungo la via Emilia, arteria stradale di primaria importanza, che univa Ariminum (Rimini) a Placentia (Piacenza), realizzata a partire dal 187 a.C. dal console Marco Emilio Lepido, verosimilmente seguendo un più antico tracciato.
Praeneste: dati nuovi sulle mura - ATTA 21 (2011)
In this paper two excavations along the route of the defensive walls of the ancient Praeneste are described. The results are of considerable importance for the history of the monument. The first one, located on a stretch of the walls of the ancient acropolis, which corresponds to today's town of Castel San Pietro Romano, the subject of a recent restoration, gave the opportunity to identify several stages of construction. The analysis of materials related to foundations allowed to date the oldest satge to the “full” Archaic period (VI-V century BC); round towers built in the most recent phase can be dated to the XV century AD. The second operation allowed to discover the ancient frame of the door opening into another part of the fortifications, which came to light in the area of the Baroque “Porta del Sole”, the lower limit of the upper town. This is a multi-layered, composite structure, from the early third century BC, whose changes suggest, among other things, a 'reliable chronology for the great monument known as the so-called "Propileo".
Roma 30-31 marzo, 1 aprile 2011 edizioni QuaSar e s t r a t t o miniStero per i Beni e Le attività cuLturaLi Soprintendenza per i Beni archeoLogici deL Lazio a cura di Giuseppina Ghini e Zaccaria Mari Coordinamento Giuseppina Ghini L'editore si dichiara pienamente disponibile a soddisfare eventuali oneri derivanti da diritti di riproduzione. È vietata la riproduzione con qualsiasi procedimento della presente opera o di parti di essa. © 2012 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio © Roma 2012, Edizioni Quasar di Severino Tognon srl via Ajaccio 43 -00198 Roma, tel. 0685358444 fax 0685833591 e-mail: qn@edizioniquasar.it www.edizioniquasar.it ISBN 978-88-7140-476-9
Roma: città murata o città aperta?
Contesto storico e indicazione topografica delle cinte murarie dell'Urbe. Conversazione svolta il 22 gennaio 2023 su piattaforma Zoom per il Lions Club "Roma Augustus" su invito del Presidente Bruna Poletti e della coordinatrice del Comitato Città Murate Lucilla Andreolli. Locandina curata da Luca Onorati. Pubblicato su Acedemia.edu il 23 gennaio 2023.
Riflessioni sulle mura di Vulci, in ATTA 27, 2017, pp. 65-88
Sino alla fine del Novecento ben poco resta-va delle poderose mura erette a difesa di Vulci: oltre a notizie delle fonti ottocenteschei(1) e a tracce presenti sul terreno o riconoscibili in foto aeree, rare erano infatti le emergenze, so-stanzialmente riconducibili a qualche breve tratto della cinta per lo più contiguo alle porte Ovest, Nord ed Est, interessate dagli scavi con-dotti dalla Soprintendenza negli anni Cin-quanta del secolo scorsoi(2). Una più appro-fondita conoscenza del sistema fortificato, utile a puntualizzarne la cronologiai(3), a definire la continuità o meno del tracciatoi(4) e a chia-rirne il rapporto con l'impianto urbanistico, è stata così assunta fra gli obbiettivi prioritari del progetto di valorizzazione messo a punto per la creazione del Parco archeologico di Vul-ci, istituito, a conclusione di una fase speri-mentale di circa quattro anni, nel luglio del 1999. Dopo un'accurata revisione delle fonti d'archivio e una mirata analisi delle tracce vi-sibili nelle foto aereei(5), hanno preso avvio le ricerche sul terreno, svoltesi fra il 2000 e il 2010i(6), che si sono concentrate sul tratto della cinta fortificata che cinge la porzione settentrionale del pianoro de La Città (fig. 1). Oltre a porre in luce diversi tratti delle mura, sono stati indagati anche quattro accessi pre-senti in questa parte del perimetro urbano, ov-vero le porte Ovest, Nord, Nord Esti(7) ed Est, accessi ai quali, come nel caso di quelli dei quartieri meridionalii(8), facevano capo im-portanti assi viari che, disponendosi con anda-mento radiale, collegavano Vulci alla costa e RIFLESSIONI SULLE MURA DI VULCI (1) CAMPANARI 1840, pp. 440-441; L. CANINA,
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Dalle cave della via Tiberina alle Mura repubblicane di Roma
in Arquelogía de la Construcción IV. las canteras en el mundo antiguo: sistemas de explotación y procesos productivo. Convegno Internazionale di Studi (Padova, 22-24 novembre 2012) (Anejos de Archivo Espanol de Arqueologia LXIX), Madrid-Mérida 2014, pp. 61-71.