"VISIO BEATIFICA" IN BONAVENTURA? VISIONE DI DIO, BEATITUDINE, BEATIFICAZIONE (original) (raw)

Partendo dalla sorprendente constatazione che negli scritti bonaventuriani censiti elettronicamente il sintagma 'visio beatifica' è hapax e che il rispettivo concetto, comunque presente con perifrasi e varianti, va inserito in una concezione più ampia della beatitudine finale (remuneratio, gloria), si cercherà di indagare: 1) il senso della visio Dei (visio facie ad faciem e speculatio); 2) il senso della beatitudo e il suo rapporto con la felicitas e con le beatitudini (sette, e non otto), in particolare l'ultima, che è la pax, e con la gloria; 3) il senso della beatificazione, ossia a) la beatificabilità, o disposizione a essere resa beata, della creatura razionale, creata fin dal principio proprio a tal fine; b) la beatificatività, o capacità di rendere beati, del Verbo di Dio (ossia la sua capacità, già ab aeterno, e poi nell'incarnazione e redenzione, di beatificare, ragion per cui è visto come Albero della Vita e Libro della Vita); c) la beatificazione pienamente compiuta in patria; d) la progressiva e anticipatrice esperienza di beatificazione in via, nei diversi gradi della "vita spiritualis", così come è descritta tra Itinerarium e Collationes. L'approccio lessicografico e la ricerca nelle concordanze elettroniche 1 ci consente di sfatare subito un luogo comune: il sintagma 'visio beatifica' non solo non è centrale