Musica e Performance Nella Commedia di Plauto e Terenzio (original) (raw)

Plauto e Terenzio in volgare (1486-1530)

in M.C. Figorilli, D. Vianello (a cura di), La commedia italiana. Tradizione e storia, Bari, Edizioni di Pagina , 2018

La fortunata iniziativa ferrarese di portare in scena, di fronte a un pubblico di corte, commedie di Plauto e di Terenzio in volgare diede origine a una larga produzione testuale, documentabile prima in area padana, e successivamente anche in area veneziana. Il poco che ancora possiamo leggere di questa produzione ha avuto origine in gran parte grazie a tarde iniziative editoriali veneziane. In questo lavoro si passano in rassegna i testi dei volgarizzamenti plautini e terenziani arrivati fino a noi e si offre un'idea generale del rapporto che dovette intercorrere fra essi e le rappresentazioni teatrali di cui abbiamo notizia.

Un teatro di carta. Gli incunaboli milanesi di Terenzio e Plauto.

Il seguente contributo prende in esame il numero elevato d’edizioni di Terenzio e Plauto impresse a Milano negli anni 1474-1500, al fine di verificare le ragioni d’una produzione tanto consistente di stampe delle opere dei comici latini, a quale pubblico si rivolgessero, l’incidenza sul mercato librario cittadino, e il rapporto, se vi fu, con la coeva cultura teatrale della corte sforzesca. L’analisi bibliografica di alcuni esemplari degli incunaboli ne ha messo in luce la destinazione principalmente scolastica, confermata dall’adozione di una veste editoriale molto semplice; dall’assenza d’illustrazioni; dallo sforzo di aggiornamento dei commenti ai testi; dal confronto tra le date della loro messa in stampa; e da quanto si legge nelle lettere di dedica. S’esclude dunque una relazione tra questi libri e gli allestimenti di Comoediae che negli stessi anni animavano la scena italiana. Le recite all’antica, sostenute dagli umanisti romani e fiorentini e dal mecenatismo di Ercole I d’Este, non furono a Milano accolte con entusiasmo, sebbene il teatro fosse tra gli interessi di studio degli intellettuali presenti in città e attivi nei progetti editoriali analizzati in questo studio. This paper aims at considering the large number of editions of Terence and Plauto’s Comedies printed in Milan during the years 1475-1500, in order to investigate on the one side the reasons of such a large printmaking, and on the other one the to which kind of audience it was directed, its importance in the Milanese book market, and its influence on the contemporary theatrical culture of the Sforza’s court. The analysis of some specimens of these incunabula shows their specific scholastic function, due to the presence of teachers such as Giorgio Merula and Giovan Battista Pio at the Universities of Pavia and Milan. This conclusion is supported by numerous pieces of evidence: the use of a very simple editorial graphic, the absence of xilographies, the continuous philological update of the commentaries to the texts, and the explicative contents in the letters of dedication. The results of this inquiry lead to exclude a connection between the printing of the Milanese incunabula of latin comedies and their frequently attested representations, with different intentions, in Florence, Rome, and Ferrara in the same period.

Note in margine alla metrica di Plauto e di Terenzio di Cesare Questa

in avanti Q.) 1 ha visto la luce a quarant'anni esatti dalla pubblicazione di quella Introduzione alla metrica di Plauto che è stata per tutto questo tempo testo di assoluto riferimento per tutti coloro i quali si siano occupati di prosodia arcaica e di metrica scenica repubblicana 2 . Dopo una breve sezione introduttiva (1-14) densa di considerazioni di carattere generale utili anche da un punto di vista metodologico 3 il volume si articola secondo la ripartizione tradizionale dei ma-* A proposito del volume di C. Questa, La metrica di Plauto e di Terenzio (Ludus philologiae, 16), Urbino, Quattro Venti 2007. Per molte ragioni concorrenti ho deciso di non modificare, nella sostanza, l'impianto del ragionamento che provai a svolgere in occasione della presentazione del volume organizzata a Milano dagli amici dell'Università Cattolica il 27 novembre 2007: ripropongo qui dunque (certo più distesamente, e con l'aggiunta di una serie corposa di osservazioni di dettaglio) le riflessioni che argomentai allora in massima sintesi (il che, come si vedrà, ha finito per rendere questo mio lavoro simile, assai più che a una recensione, a una raccolta, spero almeno coerente, di Lesefrüchte, di note a margine del tutto selettive). L'incontro milanese, che prevedeva, oltre alla mia, la presenza di Maurizio Bettini e dell'autore, è occasione che ricordo con grande piacere: l'invito mi venne da Mario Cantilena, che ringrazio cordialmente; un grazie altrettanto cordiale, per la loro affettuosa presenza, vorrei rivolgere anche a Giuseppe Aricò, a Silvia Barbantani e ad Antonietta Porro.

Aprile-maggio 1922: i giovani attori della scuola elementare di Ostia recitano Plauto, in A. D’Alessio, N. Giustozzi, A. Tulli (eds.), CHI È DI SCENA. Cento anni di spettacoli a Ostia antica 1922-2022, Electa, 2022, 34-42

A. D’Alessio, N. Giustozzi, A. Tulli (eds.), CHI È DI SCENA. Cento anni di spettacoli a Ostia antica 1922-2022, Electa, 2022

All'efficacia della narrazione in mostra hanno contribuito in maniera determinante le fotografie e i filmati storici messi gentilmente a disposizione dall'Archivio Luce Cinecittà, dalla Biblioteca Museo Teatrale SIAE e dal Museo Biblioteca dell'Attore di Genova. Si ringraziano i prestatori che hanno generosamente concesso le loro opere e tutti coloro che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione della mostra:

Le metafore nel "Poenulus" di Plauto

This work reflects on the usage of metaphors inside the original text of the "Poenulus"; it' s really interesting to notice how metaphors can be used, at the same time, to produce comic situations, as well as they can represent colloquial idioms, belonging to the spoken language.

Adporto uobis Plautum. I 'Menaechmi' fra apparato critico e apparato scenico

Dionysus ex Machina 5, 2014

In Plautus’ theatre, words were literally brought to life in a performative system of masks, music and stage action. Attempting to translate that theatre for scenic purposes in modern times means first of all adapting it to the language of 'monstration' in contemporary theatre. Therefore, philologists must cooperate with theatre professionals in order to create a mise en scène dutifully respectful of the original text, but also approachable for a contemporary audience. This work aims to analyse the results of the collaboration between a scholar who is creating a critical edition of Menaechmi and an acting company that has chosen to perform this comedy using the language of Commedia dell’Arte. The result was a play where Plautus' text becomes once again “real” theatre, with its masks, music and scenic choreography, without losing the basic features of the poet from Sarsina.