Tra Meduna di Livenza e Portogruaro. I consorti di Panigai da traditori del patriarca a cittadini del borgo del Lemene, "Atti dell'Accademia San Marco", 23 (2021), 747-765 (pre-print). (original) (raw)
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Reti medievali rivista, 2017
Whole volume in open access: http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/issue/view/393\. Article in open access: http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/5101 The essay examines the accounts about the “white biennium” 1300-1301 provided by Dino Compagni and Giovanni Villani, as well as by their readers and modern interpreters (Leonardo Bruni, Niccolò Machiavelli and Scipione Ammirato up to Isidoro Del Lungo and Robert Davidsohn). The scrutiny and the comparison with other minor chronicles of the 14th century (see «Reti Medievali - Rivista», 17 [2016], 2, 113-151) leads to a new interpretation of these witnesses, which explains the evasiveness in the account by Dino Compagni and provides not only a new reading of the overall sense of this historical phase but also of the specific sense of Dante’s reference to these facts in the canto VI of the Inferno.
This paper analyses the last excavations carried out by the Soprintendenza Archeologica del Molise, the Università degli Studi di Lecce and the Universidade de São Paulo, from 2005 to 2007, at Campomarino (CB). Many evidences, about the proto-historic settlement, testify early relationships with other settlements of the Adriatic coast during the late Bronze and Early Iron Age.
I l 13 dicembre 1182, da Velletri, papa Lucio III (1181-1185) prese sotto la propria protezione l'abbazia di Santa Maria di Sesto al ne di tutelarne i diritti e il patrimonio, minacciati dalle mire di Ezzelino II da Romano 1 . La bolla ponti cia, ottenuta probabilmente grazie all'interessamento del patriarca di Aquileia Gotfrid/Go redo (1182-1194) 2 , presenta un'elencazione analitica delle proprietà abbaziali, manifestando la ricchezza e l'importanza strategica raggiunte dall'ente monastico in Friuli alla ne del XII secolo 3 . Tra i possedimenti sestensi, dislocati prevalentemente nella pianura tra Livenza e Tagliamento e in alcune zone montane, è citato anche Savorgnano (Sovergnanum). L'origine di questo insediamento è discussa: una prima ipotesi tenderebbe a considerarlo come parte integrante dell'antica corte di Sesto, che compare già tra i possedimenti abbaziali nella charta dotationis del 762 4 ; una seconda, invece, pur con le dovute cautele, propenderebbe a inserirlo in una corte, situata tra Reghena e Lemene, citata per la prima volta tra i beni del monastero in un diploma del re d'Italia Berengario I, emanato nell'888 5 .
La nostra riflessione parte da un brano di Cicerone, già presente nelle fonti latine della nostra Memoria 1 , ma che qui riproponiamo nella edizione di Antonio Russo (ed.), Scettici antichi, Torino 1978, p. 305. Il testo traduce il libro III. 91 del De natura deorum edito nel 44 a.C. 2 : «…E fu Critolao, in fin dei conti, a provocare la distruzione di Corinto, e Asdrubale quella di Cartagine: furono costoro a distruggere dalle fondamenta quelle due perle del mare, non un qualche dio adirato, che, per giunta, voi dite che non si può adirare affatto!» 3 . Il testo è solitamente collegato alla scuola scettica e/o, a due suoi esponenti, Carneade di Cirene (214-129 a.C.) 4 e Filone di Larissa (morto nell'84 a.C.) 5 . Sul testo di Cicerone e Carneade, reso celebre da Alessandro