LA DIMENSIONE MEDITERRANEA NELLE RELAZIONI ESTERNE DELL’UNIONE DOPO LA PRIMAVERA ARABA (original) (raw)

1. Premessa: la dimensione mediterranea nelle relazioni esterne dell'Unione; 2. La primavera araba; 3. Le risposte dell'Unione; 4. L'impatto della primavera araba sull'Unione per il Mediterraneo; 5. Le prospettive per un rilancio 1. Premessa: la dimensione mediterranea nelle relazioni esterne dell'Unione L'Unione europea, sin da quando era Comunità economica europea e precisamente dagli anni Sessanta, è fortemente condizionata nelle sue relazioni esterne dalla dimensione mediterranea. L'Europa guarda ai vicini Paesi mediterranei in realtà per motivi sostanzialmente diversi da quelli che la portano ad interessarsi, da subito, ad altri scacchieri e che vedono al primo posto ragioni non commerciali. L'area mediterranea è certo in ragione della prossimità un interlocutore naturale, ma è anche una fonte costante di insicurezza e una minaccia alla stabilità politica. In tutti gli strumenti normativi che documentano di un fitto dialogo, ragioni e interessi di natura economica appaiono inestricabilmente legati a quelli di carattere geopolitico 2 . Questa non è l'unica ambiguità nel dialogo tra i Paesi europei e gli Stati terzi mediterranei, un'altra è nella difficoltà a scegliere lo strumento più adatto a costruire rapporti stabili con dei vicini così eterogenei e litigiosi. La risposta data dalla Comunità (poi Unione) a questa imprescindibile esigenza è stata il ricorso ad una molteplicità di strumenti riconducibili ora all'una ora all'altra delle due categorie del bilateralismo e del multilateralismo. Lo strumento fondamentale su cui si costruiscono i rapporti bilaterali è -com'è notol'accordo: ad una prima generazione di accordi commerciali con ciascun Paese dell'area mediterranea risalenti agli anni Sessanta sono stati poi sostituiti dalla fine degli anni Novanta gli accordi euromediterranei di associazione, caratterizzati da maggiore ricchezza di contenuti e complessità istituzionale 3 . Tuttavia, l'obiettivo ultimo della pacificazione non può essere perseguito senza che i Paesi della sponda meridionale comincino a dialogare tra loro per superare le incomprensioni e i conflitti che sono all'origine dell'instabilità politica. Da qui la necessità di un approccio multilaterale che si esprime dapprima in una strategia complessiva della Comunità nei confronti del 1 Il presente scritto è destinato alla pubblicazione nel volume di Scritti in onore del Prof. Giuseppe Tesauro. M. C. BARUFFI, Le competenze esterne della Comunità e dell'Unione europea. Uno sguardo ai rapporti con i Paesi del Mediterraneo, in M. C. BARUFFI (a cura di), L'evoluzione del sistema comunitario a 50 anni dalla sua istituzione, Padova, 2008, p.127 ss.; U. VILLANI Le responsabilità dell'Unione europea nell'area mediterranea, in SIE, 3-2009, p.551 e ss. 3 Sul tema si rinvia ex multis a D. MARCIANÒ, Gli accordi di associazione euro-mediterranei: caratteri e funzioni, in Le relazioni euro-mediterranee. Dai primi accordi all'Unione per il Mediterraneo, a cura di S. CAFARO, ESI 2013, p.67 e ss. 12 Sulle origini dell'UpM si rinvia a quanto scritto in L'Unione per il Mediterraneo, in Studi sull'integrazione europea,