Libri e dibattiti [M.C. Dentoni, Annona e consenso in Italia 1914-1919] (original) (raw)

P. Nanni, La peste e Margherita. Voci dall'Archivio Datini durante l'epidemia del 1400

Il tarlo dello storico. Studi di allievi e amici per Gabriella Piccinni, a cura di R. Mucciarelli e M. Pellegrini, 2021

Tra le epidemie che seguirono la Peste Nera, quella del 1400 a Firenze fu la più grave. Oltre all'epidemia raccontata dalle cronache, come quella del Morelli, i carteggi del Fondo Datini consentono di ripercorre la peste vissuta dalla gente del tempo. Il saggio esamina in modo particolare le lettere di Margherita Datini: quelle scritte al marito alle prime avvisaglie della nuova epidemia e quelle ricevute a Bologna, dove, insieme a Francesco Datini e alla loro famiglia allargata, trascorse più di un anno per sfuggire al contagio. Ne emergono così voci di donne - come quella della sorella Francesca o della giovane vedova di Bartolomeo Cambioni socio del Datini - e della loro solidarietà. Attraverso la loro sensibilità e le loro vite tocchiamo più da vicino concreti aspetti di storie personali in tempo di peste

Ventotene. Un Manifesto per il futuro, a cura di G. Allegri e G. Bronzini, manifestolibri, Roma, 2014 [con saggi di: Luciana Castellina, Pier Virgilio Dastoli, Luigi Ferrajoli, Lucio Levi, Antonio Negri e un'appendice di Norberto Bobbio (1974)].

2014

Ripubblicazione de Il Manifesto di Ventotene nell'edizione del 1944, con: I Parte. Ventotene. - Introduzione di Allegri e Bronzini (2014) - Prefazione di Eugenio Colorni (1944) - Per un'Europa libera e unita. Progetto di un Manifesto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi - Tesi politiche di Fondazione del Movimento Federalista Europeo (MFE) - Dal Manifesto di Ventotene alla fondazione del MFE. 1941-1943. Intervista con Altiero Spinelli, di Sonia Schmidt. II Parte. Un Manifesto per il futuro. Con saggi di: Luciana Castellina Pier Virgilio Dastoli Luigi Ferrajoli Lucio Levi Antonio Negri Un'appendice finale di Norberto Bobbio (1974).

“Anarchia o dispotismo? Essere liberi senza essere colti”. Alla vigilia del suffragio universale maschile in Italia: Condorcet, erede di Diderot, nelle pagine di Cesare Dalbono in S. Lentini, S.A.Scandurra, QUAMDIU CRAS, CUR NON HODIE. STUDI IN ONORE DI ANTONIA CRISCENTI GRASSI, Aracne

2021

Il problema dell'economia civile ovvero dell'educazione politica in Cesare Beccaria Hervé A. Cavallera Il tempo libero nella pedagogia italiana del secondo dopoguerra Giuseppe Zago Gli esordi: quando la Public History veniva chiamata contro-storia o storia alternativa Carmen Betti Michel de Montaigne e gli Essais: problema dell'identità e spiragli verso la Scienza dell'educazione Giovanni Genovesi Per un seminario permanente di storia della storiografia italiana. La legacy di Giuseppe Giarrizzo Enrico Iachello L'istruzione scolastica della diaspora greca come costruzione identitaria fra impero ottomano e asburgico. Il caso di Konstantinos Koumas Katerina Papatheu «Si procede a tastoni alla ricerca del metodo». Il dibattito sul metodo educativo nelle pagine di «La Coltura Popolare» Gabriella Seveso L'istruzione privata nella Provincia di Catania tra Restaurazione e Unità d'Italia Caterina Sindoni L'associazionismo femminile agli inizi del Novecento. Istanze e riconoscimento dei diritti negati Brunella Serpe Indice XII Questione sociale e istruzione agraria nel Mezzogiorno italiano del XIX secolo Silvia Annamaria Scandurra La Public History of Education e il giornalismo. Una prospettiva storico-educativa per i processi formativi del presente Luca Bravi I progetti sull'istruzione pubblica diffusi da Matteo Galdi attraverso il «Giornale dell'Intendenza di Calabria Citra» (1810-1812) Fabio Stizzo L'epidemico incendio: funeste piaghe, incerti rimedi e arte salutare nell'Europa moderna Silvana Raffaele Storia della neurologia e della psichiatria del bambino attraverso i secoli

C. Coletti, La rappresentazione di un territorio tra promozione e realtà. Rapporti, relazioni ed inchieste dall’Umbria napoleonica, in L’Impero e l’organizzazione del consenso. La dominazione napoleonica negli Stati romani, V. Granata, M. Caffiero, M. Tosti, Rubettino 2013, pp. 445-478

La dominazione napoleonica negli Stati Romani, 1809-1814 a cura di Marina Caffiero, Veronica Granata e Mario Tosti Rubbettino Chiara Coletti La rappresentazione di un territorio tra promozione e realtà. Rapporti, relazioni e inchieste dall'Umbria napoleonica 1. «La division territoriale»: dalla rottura di antichi equilibri alla ricerca di una «ben regolata comune»

Ritratto dell’utopico politico italiano. Lo spazio del consenso nella letteratura del Rinascimento

2012

Anche nella letteratura italiana rinascimentale e postrinascimentale, l’apertura di una dimensione utopica del discorso segna la rottura con l’assolutismo della realta e istituisce uno spazio inedito di digressione della razionalita. Non si tratta di un’operazione senza costi: in tale rottura e compreso un atto di violazione del consenso rispetto ai modelli di razionalita politica tradizionali e, inoltre, una sfida che chiede di essere compensata rispetto alla semantica politica del pensiero cristiano. Come dimostra precocemente la riflessione di Virginio Malvezzi nel suo Ritratto del privato politico cristiano (Bologna, 1635), tale digressione introduce lo schema del diabolos – della separazione – della distanza accumulata rispetto a una prossimita originaria o primigenia. Con la conseguenza di introdurre a sua volta, lo schema della differenza morale nel mondo. Il diabolos e infatti, come dice l’etimo, il nome della differenza in quanto tale. E in questo contesto di oss...

La penna della Controriforma. Milano, autunno 1582

Atlante della letteratura italiana, S. Luzzatto et G. Pedullà (ed.), vol. II, Einaudi, Torino, 2011, p. 249-255., 2011

Carlo Borromeo aveva un «ottimo gusto di uomini»: così suona l'accorta definizione riportata in una lettera indirizzata al prelato, nel 1575, dall'amico Silvio Antoniano, il grande letterato che in gioventù era stato il suo segretario. Il severo cardinale e arcivescovo di Milano sceglieva con particolare attenzione le persone che dovevano aiutarlo nell'ambiziosa opera di riforma disciplinare e spirituale attuata nella diocesi ambrosiana; costoro assolvevano compiti pastorali e educativi e talora entravano a far parte della familia del presule, acquisendo il rango di suoi stretti collaboratori. L'accurata scelta degli uomini costituiva, peraltro, una vera e propria regola dell'operato episcopale, come dimostrano alcune Regule per la vita del vescovo, scritte all'inizio degli anni sessanta del Cinquecento, forse dallo stesso Borromeo, allora poco più che ventenne, oppure da Gabriele Paleotti, il futuro arcivescovo di Bologna: