Carraro, edizione tesi di laurea del 1933 sui Santi Felice e Fortunato di Vicenza (original) (raw)
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F. M. Giani, "Gaudenzio Ferrari. Isaia; Storie della vita e della Passione di Cristo; San Francesco; San Bernardino", in "Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari", a cura di G. Agosti, J. Stoppa, Milano, Officina Libraria, 2018, pp. 172-199, 2018
La scheda propone una panoramica sulle vicende materiali e critiche relative all'intervento ad affresco di Gaudenzio Ferrari sul tramezzo della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo (1513). La prima parte affronta in maniera sintetica i principali snodi che interessano la storia dell'edificio, dalla fondazione a oggi. La seconda è dedicata al tramezzo, che viene descritto evidenziando le particolarità iconografiche, tracciando le coordinate stilistiche e gli episodi più significativi per la fortuna degli affreschi dal Cinquecento all'Ottocento. Il testo è corredato da una spalletta bibliografica contenente rimandi esaustivi alle fonti archivistiche, alla letteratura artistica e scientifica in relazione sia alla storia della chiesa che a quella degli affreschi.
Understanding Hagiography. Studies in the textual transmission of early Medieval Saints' lives, ed. P. Farmhouse Alberto - P. Chiesa - M. Goullet, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo , 2020
Volume pubblicato con un contributo del Centro de Estudos Clássicos da Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa com o apoio de Esta actividade é financiada por Fundos Nacionais através da FCT-Fundação para a Ciência e a Tecnologia, I.P., no âmbito do projecto UIDB/ELT/00019/2020.
ex. Memoria di Adriano. Studi in onore del maestro Franceschini (1920-2005) nel centenario della nascita, a cura di F. Cazzola, C. Guerzi, C. Mezzetti, Deputazione provinciale ferrarese di storia patria. Attie memorie. Serie V, vol. II, Ferrara, 2022
SouuaRlo: L. "Ad inuigilandum super gregem sî,tî/m". Il controllo della ritualità battesimale nella visita pastorale di Ermolao Barbaro (I454-L460). -2. "Reformatio in capite ecclesiae" : G. M. Giberti. -3 . " In libro eorum nomina describat" . Le anagrafi parrocchiali e il Concilio di Trento (1545 -1563 . -+. " Quod seruetur deuetum Concilii" .Lalegislazione ela pratica anagrafica nella diocesi di Verona dopo il Concilio di Trento. Anche se gli esordi di una precisa quanto continua norm atLva ecclesiastica in mat er'a anagtafica (1) risultano indissolubilmente legati al Concilio di Trento e aglt eventi che ne seguirono, le vicende e i vescovi preposti alla diocesi veronese tra la seconda metà del XV e gli rnrzr del XVI secolo anticiparono di molto l'introduzione di una Legtslazione attenta e dettaglLata della ptatrca anagtafrca parrocchiale e it controllo della sua corretta applicazione, L'azione capillare ed emblem attca del vescovo Gian Matteo Giberti per la regolamentazione e per l'istituzionaltzzazuone della registrazione anagtaftca, quale aspetto imprescindibile della moderna " cîlra animarîlm", segnò senza dubbio uno tra t momenti più signific atrvr dell'intero episcopato gibertino; una svolta che a di-(") Nel testo che segue sono state utrhzzate le seguenti abbreviaziont: (t) Cfr. i recenti contributi di C. Povoro,Achiui parrocchiali e dibattito storiografico,rn Archiui e cbiesa locale. Studi e contributi. Atti del corso di archiuistica ecclesiastica 6lenezia, dicembre 1989marzo 1990), a c. di F. Cavazzana Romanelli, I. Ruol, Venezia,1993, p^gg. 209-216; Ioevr, Per una storia delle comunità, in "Annali ueneti", I l-, L984; Anagrafi parroccbiali e popolazione nel Veneto tra XVII e XIX secolo, a c. di F. Agosti, Vicen za, L989 , pagg. 5 -9; La "contt delle anime". Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a c. di G. Coppola e C. Grandi, Bologna , 1989. 'Studi storici Luigi Simeoni', XLIX (1999), pp. 189-237 [ISSN 2035-8768] 190 ARCHIVIO MINORE stanza di qualche decennio non mancò di suscitare l'attenzione e l'amm ftazione dei padri conciliari a Trento.
BMonMusPont XXX, 2012, 2014
Il lavoro di edizione dei materiali epigrafici rinvenuti da Lorenzo Fortunati negli anni 1861–1862 lungo la via Prenestina, nei pressi della cosiddetta Villa dei Gordiani, sta dando diversi risultati che da un lato apportano nuovi elementi alla storia delle collezioni Lateranensi, dall’altro apportano nuove acquisizioni scientifiche al Lapidario Profano ex Lateranense. La revisione della documentazione conservata all’Archivio Segreto Vaticano, Archivio Storico e Archivio Fotografico dei Musei Vaticani, Archivio di Stato e Archivio Centrale dello Stato di Roma, accompagnata dall’esame autoptico delle iscrizioni, ha permesso di giungere alla ricomposizione delle epigrafi CIL VI, 18876 e 21624. CIL VI, 18876, il cui testo fu trascritto dal Fortunati e allo stesso modo riportato dallo Henzen, fu vista diminuita della prima riga dal Bormann, che la schedò in CIL VI, 15693. Diverso è il caso di CIL VI, 21624. Fortunati rinvenne il reperto già frammentato, ma ignorò il testo presente nel frammento minore, rimasto sinora inedito. In fase di allestimento delle iscrizioni nelle pareti del Palazzo Lateranense, ci si accorse che i due frammenti erano solidali, pertanto furono inseriti insieme entro un riquadro di intonaco. Dopo il 1963, con il trasferimento in Vaticano, si perse traccia della loro unità, riproposta in questo articolo. The editing works of the epigraphic material discovered by Lorenzo Fortunati in 1861–1862 along Via Prenestina, near the so–called Villa dei Gordiani, is furnishing diverse results: on the one hand this material produces new elements for the history of the Lateran collections while, on the other hand, providing new scientific acquisitions for the Lapidario Profano (ex–Lateran). The revision of the documentation, conserved in the Vatican Secret Archives, the Historical Archives and Photographic Archives of the Vatican Museums, the State Archives and the Central Archives of the Italian State in Rome, and accompanied by the autoptic examination of the inscriptions, allowed us to arrive to recompose the epigraphs CIL VI, 18876 and 21624. CIL VI, 18876, the text of which was transcribed by Fortunati and reported in the same way by Henzen, saw the reduction of its first line by Bormann who catalogued it in CIL VI, 15693. The case of CIL VI, 21624 was different. Fortunati discovered the find already fragmented although he ignored the text found on the lesser fragment, until now unpublished. During the installation phase of the inscriptions on the walls of the Lateran Palace he realised that the two fragments belonged to one inscription. They were consequently placed together inside a plaster frame. With its transfer in 1963 to the Vatican, trace of their unity was lost and is now proposed in this article.