«Non dubitate che l’è mia moier»: un matrimonio in dubbio nella Valpolicella del Cinquecento (original) (raw)

La scelta matrimoniale: Firenze alla metà dell’Ottocento

Popolazione E Storia, 2002

* I dati e i metodi utilizzati per la stima di fecondità e mortalità, nonché quelli necessari per l'analisi della mobilità sociale, sono illustrati nella tesi di laurea di Giambattista Salinari Per lo studio della mobilità sociale: Firenze alla metà dell'Ottocento, discussa nella sessione invernale dell'a.a. 1999-2000, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di Laurea in Storia.

Falloppio & Guilandino: una liaison dangereuse nella Padova del Cinquecento

2006

Davvero ha ragione l'Amleto di Shakespeare quando dice che ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immagini la nostra filosofia. Forse sarebbe il caso di tenerne conto nell'attuale infervorato dibattito sulla natura della famiglia, che continua ad ignorare un semplice dato di fatto: nel corso della storia dell'umanità sono emerse forme di convivenza molteplici. Da sempre la "norma" è rappresentata dalle famiglie al plurale, mentre la famiglia mononucleare così come la conosciamo noi oggi è nata nel XIX secolo per precise ragioni culturali ed economiche.

Giovanbattista di Benedetto fabbro e Domenica vedova, un matrimonio forzato a Pari - Ramerini Marco

https://www.borghiditoscana.net/giovanbattista-di-benedetto-fabbro-e-domenica-vedova-un-matrimonio-forzato-a-pari/, 2023

La storia di Giovanbattista fabbro e di un matrimonio non voluto. Ci troviamo a Pari, alle porte della Maremma, nel seicento. The story of Giovanbattista the blacksmith and an unwanted marriage. We are in Pari, at the gates of Maremma, in the seventeenth century. https://www.borghiditoscana.net/giovanbattista-di-benedetto-fabbro-e-domenica-vedova-un-matrimonio-forzato-a-pari/

Matrimoni omosessuali nella Roma del tardo Cinquecento: su un passo del «Journal» di Montaigne

Quaderni storici 133/45: 107-137, 2010

Aveva sempre saputo che certe sue passioni, assimilate a un'eresia della carne, potevano valergli la sorte riservata agli eretici, cioè il rogo. (Marguerite Yourcenar, L'opera al nero) Nel Journal du Voyage en Italie (1580-1581), Michel de Montaigne racconta la storia di un circolo di uomini al cui interno si sarebbero consumati amori omosessuali consacrati da matrimoni celebrati nella basilica romana di San Giovanni a Porta Latina. Oggetto di tentativi di rimozione e di controverse analisi, l'episodio trova conferma nei frammenti superstiti di un processo per sodomia condotto dal Tribunale Criminale del Governatore contro undici imputati, tutti arrestati a San Giovani a Porta Latina il 20 luglio 1578. I documenti scoperti permettono di formulare nuove ipotesi sul significato di quei riti nuziali e sulla natura dei legami intrecciati fra i protagonisti di una vicenda che si chiuse con otto condanne al rogo, eseguite il 13 agosto 1578.

Alleanze matrimoniali in una comunità agricola ligure nell’Ottocento

Popolazione e storia, 2019

Riassunto Alleanze matrimoniali in una comunità agricola ligure nell’Ottocento Si è esaminata la dinamica matrimoniale della comunità di Riomaggiore in relazione alla trasformazione che nel corso dell’800 ha portato il borgo da un’attività agricola totalizzante verso una progressiva apertura alla nascente società industriale. L’indagine sulle caratteristiche della consanguineità e dell’alleanza tra gruppi parentali ha fatto emergere le tipologie matrimoniali prevalenti e come queste si sono modificate dal primo al secondo Ottocento. In particolare ha evidenziato l’evoluzione da una struttura di relazione nella quale la reciprocità tra differenti gruppi parentali aveva un ruolo centrale verso un’altra che tendeva a privilegiare la consanguineità. L’indebolimento del ruolo primario dell’agricoltura e l’evoluzione delle dinamiche matrimoniali hanno portato ad una attenuazione della coesione interna alla comunità. Tuttavia, nonostante questi cambiamenti senz’altro significativi, i livelli sia di consanguineità che di endogamia, se confrontate con quelli di altri territori, hanno continuato a mantenersi elevati confermando una comunità ancora molto coesa e radicata al territorio. Scarica il PDF: https://popolazioneestoria.it/article/view/934 Abstract Marriage alliances in a Ligurian agricultural community during the 19th century The dynamics of the marriage of the community of Riomaggiore have been examined in relation to the transformation that during the 19th century brought the village from an inclusive agricultural activity towards a progressive opening to the emerging industrial society. The investigation concerning consanguinity and alliance between parental groups has evidenced the prevalent types of marriage and how these have changed from the first to the second nineteenth century. In detail, it highlighted the evolution from a relationship structure in which the reciprocity between different parental groups had a central role towards another that tended to privilege consanguinity. The weakening of the primary role of agriculture and the evolution of matrimonial dynamics led to a weakening of the cohesion within the community. However, despite these significant changes, the levels of consanguinity and endogamy, when compared to those of other territories, have continued to remain high, confirming a community still very cohesive and rooted in the territory. download: https://popolazioneestoria.it/article/view/934

Seconde nozze e identità materna a Firenze tra Tre e Quattrocento

1999

Seconde nozze e identità materna a Firenze tra Tre e Quattrocento [A stampa in Tempi e spazi della vita femminile nella prima età moderna, a cura di S. Seidel Menchi, A. Jacobson Schutte, T. Kuehn, Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 493-523 (Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento; quaderni 51)-Distribuito in formato digitale da "Reti Medievali"] "La femina ch'a molti si marita, a molti dispiace" 1 : in un'epoca-la seconda metà del Trecento-in cui le condizioni demografiche spingono chi è scampato alle epidemie a seconde o addirittura terze nozze, la sentenza lapidaria di Paolo da Certaldo stigmatizza le vedove che, con troppi matrimoni, moltiplicano ad oltranza i legami familiari. Indubbiamente, questa esuberanza genealogica complica una geometria familiare e successoria che, nell'Occidente del tardo Medioevo, ha ormai assunto una configurazione spiccatamente lineare. A Firenze in particolare, un sistema complesso di segni, norme e pratiche disegna i contorni di una identità familiare e sociale centrata sul sangue e sul nome dei padri. Certo, anche qui la parentela è bilaterale-una duplice linea di filiazione, tramite il padre e la madre, unisce i figli ai loro antenati-ma la forte asimmetria del sistema di trasmissione dell'eredità conferisce all'organizzazione familiare una eccezionale inflessione patrilineare. Le logiche profonde di un tale sistema di riproduzione esprimono una concezione della parentela che tenta con ogni mezzo di obliterare i legami creati dalle madri. Le donne messe in circolazione tra le case contano soprattutto in quanto figlie e in quanto spose, date, prese e spesso ridate in matrimonio. Ma le genealogie dei Fiorentini, i loro codici onomastici conservano assai poco la memoria dei legami familiari acquisiti con le alleanze matrimoniali 2. Per altro, la disciplina successoria del lignaggio, che incanala l'eredità nel solo asse della parentela paterna, contribuisce ampiamente a questa amnesia e alla produzione di una potente illusione ottica: quella di un processo di devoluzione dei beni e di riproduzione familiare che non deve nulla all'altra linea di filiazione. Per rendere operante questa sorta di finzione, occorre neutralizzare le ricchezze delle spose, renderle invisibili, ma soprattutto togliere alle madri un importante supporto di identità, la trasmissione patrimoniale, che consentirebbe loro di materializzare a lungo il legame di filiazione e, così facendo, di iscriversi nel tempo e nella memoria delle famiglie. Ora, nella seconda metà del XIV secolo, la sorte riservata alle madri risposate diventa il paradigma di questa maternità negata. Nelle pagine che seguono, mi propongo di indagare sul legame materno concentrandomi proprio sulle 'cattive madri' per eccellenza nell'immaginario collettivo dell'epoca, quelle che risposandosi abbandonano e diseredano i figli. In un noto articolo, Christiane Klapisch-Zuber ha smontato le accuse che i Fiorentini rivolgono a queste donne svelando le profondi contraddizioni di un sistema di riproduzione che si serve delle donne come genitrici negando loro il ruolo di madre 3. Mi vorrei porre qui in un'ottica un po' diversa, seppure complementare, concentrandomi sugli effetti giuridici del legame madre-figli: partirò proprio dalle norme statutarie che, tra Tre e Quattrocento, organizzano la rottura di questo legame in caso di seconde nozze prima di analizzare alcune strategie di ricomposizione, patrimoniali e affettive, che le donne risposate vi oppongono.

L'apostrofe al letto nuziale nella tragedia del primo Cinquecento

Diversamente da quanto accade per la nascita della commedia cinquecentesca, in cui l'imitazione dei testi latini s'intreccia alla tradizione comica medievale, dando origine a una trasformazione profonda dei modelli che vedrà solo in seguito una canonizzazione teorica, la nascita della tragedia è un problema innanzitutto intellettuale: non ci sono, nel Medioevo, esperienze simili, e la nozione stessa del termine è del tutto sconosciuta; la tragedia quindi, secondo le parole di Marzia Pieri 1 , "si pone come mito culturale prestigioso, indefinito e soprattutto aristocratico per pochi eletti".

Pellegrina Vitello: la vicenda di una presunta strega messinese del Cinquecento

Axis Mundi, 2021, 2021

La vicenda di Pellegrina Vitello, donna di origini napoletane accusata di “magaria” (ovvero di stregoneria) e processata a Messina nel maggio del 1555 dal Tribunale dell’Inquisizione, scampata fortunosamente al rogo, è specchio di un evento singolare e, insieme, delle modalità con le quali l’Inquisizione siciliana, specie nell’area occidentale dell’isola, operò e agì nel XVI secolo in merito a casi di stregoneria, eresia o comportamenti considerati dissacratori e immorali, come bestemmie, pratiche di bigamia, incitamenti alla rivolta o atti ritenuti destabilizzanti per l’ortodossia cattolica. Ma è anche testimonianza di una società messinese in fermento economico, commerciale, gravitante attorno al fiorente porto franco della città, nella quale non mancano, tuttavia, casi di usanze, pratiche, rituali connessi a tradizioni, credenze e superstizioni popolari. Messina