“Mercanti in fiera”. Note su una giurisdizione speciale, (original) (raw)
parlare di fiere porta immediatamente una immagine alla mente: quella delle fiere francesi che vissero il loro periodo di massimo splendore tra la fine del Xii e gli ultimi anni del Xiii secolo. "gli incontri fra le civiltà più avanzate del sud e del nord del continente avvenivano nel breve territorio della Champagne, nel quale si tenevano le famose fiere, il più grande mercato internazionale del tempo". Si trattava-prosegue armando Sapori, autore del brano riportato-di convegni in cui "uomini che parlavano lingue diverse e che avevano usi e costumi diversi prendevano ad avvertire, inconsapevolmente ma sempre meglio quel senso dell'europa che già era balenato nel trovarsi insieme dei cavalieri crociati lungo le vie dalla Scozia alla palestina". 1 a questo sentimento, quasi eucaristico, di fratellanza avrebbe contribuito anche una sostanziale uniformità delle tecniche commerciali e del diritto applicato alle transazioni. a tale visione universalistica ma per certi aspetti quasi sacrale dei raduni commerciali si contrappone, rivestendola di una miriade di colori, la descrizione che delle fiere ci ha lasciato Fernand Braudel: "la fiera è baraonda, fracasso, musica popolare, festa, il mondo alla rovescia, disordine, talvolta tumulto". 2 la città è presa d'assalto da una schiera di venditori di rimedi miracolosi, indovine, giocolieri, prestigiatori, funamboli, buffoni, cavadenti, musici, cantanti girovaghi, prostitute ed attori: varia umanità che si affianca ai commercianti e fa da variopinta cornice alle loro transazioni. a sovrintendere la fiera, in entrambi i suoi aspetti, è il potere locale che interviene, programma, dirige, coordina. la fiera, oltre che di due anime, è infatti istituzione dotata anche di una doppia veste: si tratta di un raduno commerciale a prevalente presenza