Il Granprincipe Ferdinando e la Musica (original) (raw)

La tesi prende in considerazione la committenza musicale di Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza dal 1547 sino al 1586, con particolare enfasi sul primo ventennio del suo governo. Lo scopo della ricerca è, primariamente, quello di contribuire alla ricostruzione storica di uno degli episodi del rinascimento italiano meno studiati tramite l’analisi dell’impiego delle arti, e specificatamente della musica, presso la corte. Principale obiettivo del governo di Ottavio è la legittimazione del suo potere e del suo status di principe: in quest’ottica, la politica del duca è incentrata sulla costruzione di una corte, come contesto di mediazione politica con l’élite politica europea, la nobiltà terriera piacentina e la borghesia parmigiana. Tale mediazione politica è possibile solo a patto che il linguaggio espresso dagli interlocutori sia condiviso: ossia in altri termini, che essi si muovano entro lo stesso orizzonte culturale. La politica culturale di Ottavio Farnese è quindi orientata, da un lato, all’adozione del cosiddetto “linguaggio della preminenza”, ossia all’adeguamento a quelli che possono essere considerati dei veri e propri standard europei della cultura e che permettono di identificare il principe come tale; dall’altro, alla diffusione del modello cortese tra i nuovi sudditi, ossia alla loro trasformazione in cortigiani: questo processo di metamorfosi ha per protagonista la borghesia parmigiana, che, così come Ottavio, deve costruire da zero il suo nuovo status sociale. Le forme del mecenatismo del duca, quindi, sono state prese in considerazione in quanto strumenti di questa “mediazione culturale”: in questa prospettiva, la musica si presenta come oggetto di studio ideale, costringendoci a riflettere non tanto sul suo essere prodotto, ma sul suo essere azione. In particolare, il madrigale si presenta non solo come “rappresentazione” di corte, ma piuttosto come performance di classe nella quale i partecipanti agiscono, giocano - in maniera molto seria - il loro nuovo ruolo politico e sociale, cioè quello del cortigiano. Nei termini della sociologia di Ervin Goffman, la conoscenza della musica era parte dell’equipaggiamento espressivo di cui un individuo si dotava per identificare sé stesso come cortigiano, momento di sostanziazione e presentificazione dell’ideologia politica dominante.