Migrazioni trans-mediterranee 1898-1906. Confini, spazi e identità nei gruppi anarchici italiani in Egitto (original) (raw)
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Anarchismo e Colonialismo: Gli anarchici italiani in Egitto (1860 – 1914)
In questo articolo proporrò una ricostruzione della storia della comunità anarchica italiana d'Egitto dalle sue origini, intorno al 1860, fino al primo dopoguerra 1 . Il testo si occuperà sia degli aspetti prettamente militanti e politici, sia di quelli ideologici e culturali. In un secondo momento passerò in rassegna la variegata produzione scritta degli anarchici italiani in Egitto, al fine di esaminare come essi si siano rapportati al colonialismo e piú in generale alla questione etnica. Si vedrà come il loro discorso non fosse esente dall'esprimere pregiudizi orientalisti e razzisti nei confronti della popolazione autoctona.
«Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale», 2014
"Migrants, workers, anarchists. The construction of the Left in Egypt, 1870-1914" The article focuses on the anarchist network based in Egypt, and more specifically in Alexandria, during the decades before the First World War and shows the role played by Italian exiled militants in establishing activities such as the Université populaire libre founded in 1901, clandestine printing press which supported the development of trade unions, the translation and circulations of leaflets, periodicals and political pamphlets. The spread of anarchists ideas is discussed as part of a larger context in which the integration of Egypt into world economy provided spaces for the dissemination, appropriation and reworking of different radical ideas and projects. By looking at the role of labour migration in forging specific intersections of ethnic and class identities the article shows the impact of different radical networks in forging local working class activism and practices. The role played by these connections suggests the need to reconsider nationalist and elite narratives of Middle Eastern history as well as Eurocentric ideas about global radical movements’ periodizations and trajectories. Keywords: Italian anarchists, Egypt, global radical movements before WWI, Mediterranean & Middle East, labour migrations
Viaggiatori italiani in Egitto fra Cinquecento
Viaggiatori. Circolazioni scambi ed esilio , 2019
Riassunto: L’Egitto, per la sua storia e cultura millenaria, ha attratto fin dall’Antichità viaggiatori e mercanti provenienti da paesi anche molto lontani dal continente africano. In realtà conosciamo la lingua e la storia di questa antica civiltà da meno di 200 anni, da quando un giovane filologo francese J.- F. Champollion scoprì la chiave di lettura della scrittura geroglifica. A partire dalla spedizione napoleonica del 1799 si riaccese l’interesse per questo popolo del passato, scatenando in Europa i primi effetti di quella che divenne una vera e propria egittomania. Ma prima di questa riscoperta, favorita dalle splendide tavole della Description de l’Égypte, redatta dai savants al seguito di Napoleone, come era visto l’Egitto? Perché viaggiare in un paese che ormai da secoli aveva perso il ruolo di centro culturale del Mediterraneo, svolto nell’Antichità? I primi viaggiatori in Egitto furono ovviamente gli Egizi stessi che, verso la fine della loro civiltà, potevano vedere nel loro paese vestigia antiche già di migliaia di anni, ma è sul periodo tra Cinquecento e Settecento che focalizzeremo la nostra attenzione. In questi tre secoli in particolare, si potranno individuare infatti quattro categorie di viaggiatori: il mercante, il pellegrino, lo scienziato e, anche se piuttosto raro, il viaggiatore per diletto. Attraverso alcuni esempi di viaggiatori italiani dell’epoca cercheremo di “vedere” l’Egitto attraverso le loro esperienze e le loro parole: vedremo così nascere i prodromi di quella che sarà l’Egittologia e l’Egittomania. Non si tratterà dunque di un’analisi letteraria o filologica dei testi, ma della ricerca di quegli aspetti che porteranno lentamente alla riscoperta della civiltà egizia attraverso i tesori celati e trafugati nelle tombe o dall’osservazione dei monumentali templi e delle piramidi.
Stampa e nazionalismo in Egitto a cavallo tra Ottocento e Novecento
Oriente Moderno, 2021
The late nineteenth and early twentieth centuries in Egypt saw new concepts of community emerge to replace the extant, traditional forms of identity based on local loyalties. This paper will explore the role played by language and journalism in this re-imagining of identity, and its use by the elite in shaping perceptions of the Egyptian people, nation and language. A fundamental element of this process was the development in the use of the term ummah in the discourse of many thinkers of the Nahḍah, from its meaning signifying the global community of Muslim believers, into a symbol of the modern nation-state, a re-interpretation which I discuss drawing, notably, on the unpublished writings of the journalist Aḥmad Luṭfī al-Sayyid. This perspective enables an exploration both of the competition between traditionalist values and the secular, multicultural model of early Egyptian nationalism, and of the multifarious colonial influences on the pro-Europe anelite in this struggle for a vision of Egypt's future.
Mutamenti mediterranei. Gramsci nella transizione tunisina post-rivoluzionaria
2017
L’opera di Antonio Gramsci – largamente coincidente con i lunghi anni della detenzione carceraria perpetrata dal regime fascista – costituisce indubbiamente uno dei più originali contributi che gli studi italiani abbiano apportato al panorama nove- centesco delle scienze sociali (Dei 2012a), nonostante che l’eredità intellettuale del pensatore comunista sardo sia stata tardivamente e solo parzialmente accolta all’infuori dai circuiti della sinistra marxista europea prima degli anni Settanta (Hobsbawm 2011). Nel presente contributo, si tenterà di applicare fruttuosamente le lenti della teoria e dell'analisi gramsciana al contesto tunisino contemporaneo, segnato da una complessa transizione democratica post-rivoluzionaria. Differenti categorie del pensiero gramsciano (Rivoluzione passiva; egemonia; blocco storico) rivelano la loro applicabilità trans-culturale e metastorica, a patto di tenere in considerazione le specificità dei mondi sociali locali
La migrazione egiziana in Italia da una prospettiva transdisciplinare
La mobilità sistematica di alcuni gruppi di popolazione rappresenta una sfida per tutte le discipline del territorio: essa infatti mette in crisi l'idea della stanzialità su un territorio unico che è considerata la norma nelle scienze sociali, sin dall'idea di Durkheim che la popolazione sia un 'fatto territoriale fisso' (1895). In questo articolo, i tre autori analizzano la complessità delle trame socio-spaziali create dalle 'non-comunità egiziane' (Ambrosini, 1994), nel costruire reti transnazionali che influiscono sulle dinamiche interne di un territorio periferico di una metropoli europea. A questo fine, si analizza la testimonianza di un giovane egiziano del paese di T., mettendo in luce le tattiche di insediamento nel territorio europeo, la porosità o ostilità delle realtà urbane, la molteplicità e fluidità delle identità etniche e religiose dei migranti, e i diversi significati delle loro pratiche spaziali. I tre autori (una urbanista che studia la costruzione di spazi transnazionali da parte dei migranti egiziani in Italia, una esperta di cultura arabo-islamica con un focus sull'organizzazione socio-spaziale dei quartieri informali al Cairo, un antropologo che ha lavorato e fatto ricerca in diverse strutture di accoglienza) illustrano l'utilità di questa 'propensity to trespass' (Hirschman, 1981) tra diversi ambiti scientifici, più che mai indispensabile nello studio dell'attraversamento delle frontiere, in direzione di una mediazione 'esperta' che sappia tener conto di come le nuove articolazioni dei movimenti migratori generino resistenze e risignificazioni degli spazi urbani.