Le artiglierie della nave pubblica veneziana Croce Rossa (1698-1715). Un’indagine archeologica e archivistica. (original) (raw)
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Nel secolo e mezzo che seguì la battaglia di Lepanto, la marina veneziana si trasformò da una flotta incentrata sulle unità a remi in una basata soprattutto su quelle a vela. Mentre il baricentro si spostava progressivamente dal remo alla vela, le due anime che componevano la marina della Repubblica vennero chiamate a operare congiuntamente nella varie campagne navali che videro impegnata la Serenissima. La cooperazione si rilevò difficile e fornì risultati spesso deludenti, salvo durante il primo decennio della guerra di Candia (1645-1669). Scopo di questo saggio è analizzare le caratteristiche e le modalità di queste operazioni congiunte, cercando di evidenziare i presupposti dei molti insuccessi, e del breve periodo di fortuna, di una collaborazione sovente obbligata.
SOMMARIO: La documentazione costituita dai testimoniali ovvero 'prove di fortuna', i resoconti di base rilasciati dai capitani dei bastimenti per l'apertura della procedura di avaria grossa o comune, non è stata finora mai utilizzata in modo seriale, sfruttandone tutte le potenzialità per la storia della navigazione e per una migliore conoscenza di alcune pratiche mercantili. Vengono così analizzati 397 fascicoli relativi ai testimoniali depositati a Venezia nel periodo 1735-1764, che coincide con l'ultima e ben conosciuta fase di rilancio della marina mercantile della Serenissima. L'identificazione delle tipologie dei bastimenti e dei loro nomi, l'analisi della consistenza degli equipaggi, delle rotte e dei tempi di percorrenza, l'individuazione dei luoghi e dei motivi ricorrenti delle 'fortune di mare' consentono di gettare nuova luce su alcune problematiche particolari, senza trascurare gli aspetti legislativi e l'impatto che l'istituto giuridico dell'avaria e la sua concreta applicazione hanno avuto nello stabilirsi dei rapporti fiduciari nell'ambito del commercio globale. PAROLE CHIAVE: storia della navigazione, testimoniali, prove di fortuna, naufragi, rotte commerciali, Venezia. VENETIANS SEA PROTESTS FOR GENERAL AVERAGE (1735-1764) ABSTRACT: The sea protests, the basic reports released by the captains of the ships opening the dossier of a general average, represent a source that has never been used serially, exploiting all its potentiality for maritime history and for a better understanding of mercantile practices. This article analyzes 397 files relating to the sea protests deposited in Venice from 1735 to 1764, a period which coincides with the latest and well known revival of the Venetian merchant marine. The identification of the classes of ships and their names, the analysis on the composition of the crews, on trade routes and on travel times, the identification of the locations and the recurring reasons of the 'fortune di mare' allow us to shed new light on some specific problems, without neglecting the legal aspects and the impact that the legal institution of general average and its practical application had in the establishment of trust in the context of global trade. Le 'prove di fortuna' e il rilancio della marina mercantile veneziana 1. La procedura per il riconoscimento di avaria grossa o comune (general average) è un antico e noto istituto del diritto marittimo, in parte già codificato nel diritto romano per quanto riguarda il getto vo-lontario di merci. Lo scopo di questa normativa, che nel corso del Me-dioevo andò sempre più articolandosi e che trovò amplissima diffusione in area mediterranea, è quello di suddividere tra tutti gli interessati, armatori e mercanti, i costi affrontati per garantire la salvezza com-plessiva del carico e del bastimento in caso di eventi di estremo pericolo:
Dalla galea alla nave di linea. Le trasformazioni della Marina veneziana (1572-1699)
The composition, the organization and the functioning of the Venetian Navy have been the subject of numerous studies for the medieval time and the XVIth century, but the historians have disregarded the XVIIth century. Yet, this period plays a crucial role in the naval history of the Serenissima. Whereas to the verge of the XVIIth century, the Venetian Navy was composed exclusively of galleys, a hundred years later it consisted of a majority of ships-of-the-line, while the Venetian triremes, which were always used in period of peace to assure the police of the Adriatic and the sea Ionian, acted only by balancing force in the wars. The present work considers this evolution, under the aspect either operational then administrative and organizational
Un corpo di polizia marittima: le galeotte veneziane della Dalmazia (1670-1684)
Per le difficoltà di trovare nel Cinque-Seicento tracce e definizioni intorno a un tema quale quello della Policey tedesca o della Police francese, cfr. S. Contini, Quali le funzioni di polizia?, in L. Antonielli (a cura di), La polizia in Italia nell'età moderna, Rubbettino, Soveria Mannelli 2002, pp. 65-80, p. 66. 2 Cfr. A. Tenenti, Venezia e i corsari, Laterza, Bari 1961, pp. 158-159. Lo studio delle galeotte può rientrare anche in quella necessità di porre un nuovo e maggiore accento da parte della storia navale sulle operazioni in acque costiere e interne (lagune, delta, estuari, fiumi, laghi e acque interne più in generale) sottolineata qualche anno fa da Jeremy Black. Cfr. J. Black, Rethinking Military History, Routledge, London-New York 2004, p. 159. 3 Sulle origini politico-ideologiche della presunta legittimità del dominio veneziano sul Golfo, cfr. G. Fasoli, Nascita di un mito, in Studi storici in onore di G. Volpe, vol. I, Sansoni, Firenze 1958, pp. 455-479. La Repubblica non voleva chiamare l'Adriatico mare proprio per affermarvi la propria sovranità. S. Anselmi, Da Goro a S. Benedetto del Tronto: il commercio marittimo, in Id., Adriatico. Studi di Storia, secoli XIV-XIX, Clua, Ancona 1991, pp. 365-382, p. 365.
La gestione degli equipaggi nei vascelli veneziani tra Sei e Settecento
Tra il 1645 e il 1695, seguendo un'evoluzione comune a tutte le principali flotte europee, la marina veneziana costituì una squadra da battaglia di navi da guerra a vela. Con il nome di Armata grossa, la nuova squadra si andò ad affiancare alla tradizionale Armata sottile, formata da quelle unità a remi che nei secoli precedenti avevano determinato le fortune navali della Repubblica. Per quanto le navi a vela veneziane collaborassero già da molto tempo con le unità a remi, esse avevano quasi sempre avuto una funzione di appoggio e non erano mai state dotate di una specifica struttura autonoma: nella maggior parte dei casi si trattava di mercantili che venivano noleggiati da armatori privati e attrezzati per le esigenze belliche, un espediente favorito dalla debole distinzione esistente tra unità da guerra e da trasporto. Venezia aveva fatto largo uso di navi noleggiate durante il conflitto con i turchi del 1499-1502, ma il loro deludente impiego, ribadito dalla successiva guerra del 1537-41, aveva lasciato nuovamente campo libero alle galee, affiancate in un secondo tempo dalle più potenti galeazze. 1 Soltanto agli inizi del Seicento le navi tornarono a occupare un ruolo di primo piano nella marina veneziana. In precedenza, tuttavia, le unità impiegate dalla Serenissima erano state nazionali e i loro armatori quasi 1 Cfr.