📅 La Papesse Jeanne et ses légendes : conférence - 17 marzo 2022 - Bibliothèque cantonale et universitaire (BCU) | État de Fribourg (original) (raw)

La rainha franca, Jeanne de Ponthieu e il “ciclo delle tre dame” di Pero Garcia Burgalés

Published in "El texto medieval. De la edición a la interpretación" (Santiago de Compostela, 2012)

La cantiga de amor di Pero Garcia Burgalés Ai, Deus, que grave coita de sofrer, trasmessa dal solo codice B (n° 222), non ha ricevuto l'interesse critico che avrebbe meritato, nel contesto di una produzione lirica ampia (possediamo 53 cantigas del trovatore di origine castigliana) 1 e connotata da notevoli peculiarità. Si tratta di una breve cantiga de refran articolata in tre strofe, che presenta la canonica invocazione della morte di fronte all'insostenibile coita de amor generata dalla partenza della donna amata (si fornisce l'edizione critica del testo in appendice). La sofferenza provata dal poeta non è però diretta ad un'imprecisata ed immateriale senhor cortese: il verso che costituisce il refran svela infatti che il personaggio di cui si lamenta l'assenza è nientemeno che una rainha, alla quale viene attribuito l'appellativo franca, utilizzato in poche occasioni nel linguaggio dei trobadores galego-portoghesi nell'accezione, largamente attestata nella tradizione occitana, che indica la nobiltà di un determinato personaggio (Cropp 1975: 83-88; García Sabell 1991: 150-51). Fornisco il testo nella mia edizione: ¡Ai!, Deus, que grave coita de sofrer: desejar mort' e aver a viver com'oj'eu viv', e mui sen meu prazer; con esta coita que me ven tanta

Le figure di ripetizione nella "Vie de saint Thomas Becket" di Guernes de Pont-Sainte-Maxence, in "Anaphora". Forme della ripetizione. Atti del XXXIV Convegno Interuniversitario di Bressanone (6-9 luglio 2006), a cura di G. Peron e A. Andreose, Padova, Esedra, 2011, pp. 121-137

La Vie de Saint thomas Becket di guernes de pont-sainte-Maxence 1 è il più antico e importante poema francese antico dedicato all'arcivescovo di canterbury brutalmente assassinato il 29 dicembre 1170 per mano di quattro cavalieri della corte di enrico ii plantageneto. portata a termine appena quattro anni dopo l'assassinio dell'arcivescovo, la Vie consta di 6180 versi ripartiti in 1236 strofe monorime di cinque alessandrini. essa si pone a cavallo tra due generi letterari diversi: l'agiografia e la storiografia in versi. se da un lato infatti lo scopo principale dell'autore è l'esaltazione di Becket finalizzata a creare un modello edificante per i fedeli, dall'altro l'inserimento nel testo di ampi stralci da documenti legislativi e politici (che occupano ben un terzo del poema stesso) e lo scrupolo di verità, precisione e completezza storica del quale guernes ha dato prova recandosi sui luoghi in cui il santo è vissuto e non esitando ad abbandonare una prima versione del poema perché incompleta e mendace, conferiscono alla Vie un carattere peculiare che la distingue dalle altre vite di santi che il Medioevo ci ha trasmesso. 2 il poema è stato oggetto di studi e indagini a carattere per lo più storicoletterario, storiografico e documentario, 3 mentre sul piano dell'analisi più 1 il testo della Vie sul quale si fonda la presente analisi è quello curato da e. Walberg, La Vie de Saint thomas le martyr par Guernes de Pont-Sainte-maxence, Lund, gleerup, 1922. cfr. anche l'editio minor dello stesso, La Vie de Saint thomas Becket, paris, champion, 1936. recentemente è apparsa un'edizione criticamente rivista del testo edito da Walberg: guernes de pont-sainte-Maxence, La Vie de Saint thomas Becket de canterbury, éditée, traduite et annotée par J.t.e. Thomas, vol. i: introductiun, texte et traduction; vol. ii: apparat critique, notes et tables, Louvain-paris, peeters, 2002, che resta tuttavia imprescindibile.

Giovanna Murano - Fabrice Delivré, Opere sulla potestà ecclesiastica nella biblioteca di Giovanni Pico della Mirandola. "Il libro giuridico nell'Europa medievale e moderna". Torino, 7-9 luglio 2022

2022

Giovanni Pico della Mirandola sarebbe potuto finire sul rogo per l’accusa di eresia che si abbattè su di lui dopo la pubblicazione delle Conclusiones (1486). Lo evitò non solo perché rampollo di una delle tante signorie d’Italia, ma perché protetto oltre che dai Medici, dagli Estensi, dai Gonzaga e in altre grandi e piccole corti. Ma la pesantissima accusa pesò sul suo capo per ben sei anni e ottenne il perdono dal nuovo pontefice, Alessandro VI (Rodrigo Borgia), soltanto il 18 giugno 1493, un anno prima della sua improvvisa morte. Il nutritissimo gruppo di opere sulla potestà ecclesiastica presenti nella sua biblioteca testimoniano questi anni travagliati dedicati a costruirsi una difesa ‘legale’ dalla pesante accusa. Tra i volumi (manoscritti e a stampa) posseduti da Giovanni Pico, nel presente contributo ci soffermeremo sul Liber de ecclesiastica potestate (c. 1437-1438) di Lorenzo d’Arezzo, cappellano papale e uditore di Rota. L’indagine si propone di valutare il peso della produzione giuridica del Quattrocento – dal Grande scisma fino alla contesa tra papa Eugenio IV e il concilio di Basilea – nell’ampia raccolta ordinata dall’Aretino in sei trattati. Ripercorrendo il prologo del libro II (c. 1), che elenca autori e testi, e le numerose allegazioni di un libro-biblioteca, lo studio cercherà di identificare le auctoritates privilegiate riguardanti la potestà, di ricostruire la tradizione di opere assai diffuse, di arricchire la conoscenza di scritti usciti dalla penna di autori meno noti e di capire meglio i processi di selezione testuale e di interpretazione dottrinale.

La Papessa Giovanna. I testi della leggenda (1250-1500). Sismel Edizioni del Galluzzo Newsletter and Special Offer

Sismel Edizioni del Galluzzo www.sismel.it

The present volume gathers the entire literary tradition concerning the legend of Pope Joan and the account of the masculinity test allegedly undergone by every pope after her election, from their earliest records (1250-1254) until the sixteenth century. This book is the only complete collection of all the literary attestations of these two legends, published in their original language (Latin, Greek, medieval vernaculars [German, French, Italian]) and accompanied by an Italian translation. L’opera raccoglie l’intera tradizione letteraria che riguarda la leggenda della Papessa Giovanna e quella della verifica della mascolinità alla quale si sarebbe dovuto sottomettere ogni pontefice dopo la sua elezione, dalle prime attestazioni letterarie (1250-1254) fino al 1500. si tratta dell’unica completa raccolta dei testi che raccontano queste due leggende, qui presentati in originale (latino, greco, lingue vernacolari medievali [tedesco, francese, italiano]) e con traduzione italiana.