«Lo esige il decoro del teatro»: l’ispettore d’orchestra della Scala nella prima metà dell’Ottocento (original) (raw)

La documentazione ottocentesca del Teatro alla Scala, sparpagliata tra diversi archivi milanesi, permette di ricostruirne quasi giorno per giorno la gestione amministrativa e l’organizzazione interna. Il nucleo più significativo è rappresentato dal fondo Spettacoli pubblici conservato nell’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, solo di recente fatto oggetto d’indagine, sia per l’amministrazione del teatro sia per l’organizzazione orchestrale: sono oltre cento cartelle di testimonianze, distribuite in maniera discontinua tra la fine del secolo XVIII e la Restaurazione, e invece più esaurienti, con faldoni anno per anno, dalla Restaurazione all’Unità. È così possibile, ad esempio, conoscere gli organici, le forme di reclutamento e assunzione dei musicisti, la disposizione dell’orchestra, le norme che regolavano i rapporti tra orchestra, governo e impresa, le differenti mansioni tra primo violino, maestro al cembalo e direttore d’orchestra e via dicendo. Un ruolo scomodo spettava all’ispettore d’orchestra, che dipendeva direttamente dalla direzione teatrale: era incaricato di vegliare sulla condotta degli orchestrali e di redigere rapporti quotidiani riportando gli abusi e le negligenze dei suonatori. Lo studio dei materiali relativi a questa figura mira da una parte a descriverne nel dettaglio le mansioni, anche attraverso le vicende biografico-professionali dei diversi personaggi che tennero la carica, dall’altra a restituire lo stato dell’orchestra scaligera, in un periodo di cruciali riforme, trasformazioni e innovazioni.