Rec. a Grillone, A., La gestione immobiliare urbana tra la tarda repubblica e l'età dei Severi. Profili giuridici, Giappichelli, Torino, 2019 (Pietro Cerami) (original) (raw)
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Non vi parlerò dei beni comuni come si fa nel progetto di legge Rodotà o nel «Manifesto» di Ugo Mattei. Vi parlerò, piuttosto, di assetti fondiarii collettivi, costituenti talvolta delle autentiche proprietà collettive, con l’intento di farvi capire quale funzione possano avere all’interno di una società pos-moderna, quale la nostra italiana del 2013.
Il volume raccoglie gli atti del I Convegno internazionale organizzato dal CISEM, fondato da cinque università italiane ed aperto alla partecipazione di altre università e centri di ricerca italiani e stranieri. I contenuti, che spaziano dall’architettura tardoantica dell’Italia, della Sicilia e di altre province romane, alla scultura, ai mosaici, ai marmi, a temi del restauro e delle coperture delle ville tardoantiche partendo da quelle della villa del Casale recentemente inaugurate, riflettono gli scopi istituzionali con cui è nato il Centro: una migliore conoscenza dell’edilizia residenziale tardoantica, attività scientifiche coordinate e risultati resi noti in tempi brevi. Con questa iniziativa, dunque, il CISEM intende avviare le proprie attività, proponendosi come un punto di incontro e confronto tra gli specialisti di diverse discipline per approfondire, integrare e sviluppare le conoscenze scientifiche in questo settore dell’archeologia tardoantica e, contestualmente, per affrontare in un’ottica “globale” le tematiche legate alla valorizzazione e fruizione di siti e monumenti avvalendosi dell’apporto delle nuove tecnologie applicate ai Beni Culturali.
http://asstor.it/joo/2-uncategorised/52-beni-comuni, 2017
Negli ultimi anni l’attenzione di molti studiosi è stata attratta dai beni comuni, un «altro modo di possedere» che si pone al di fuori del contesto, esclusivamente bipolare, rappresentato dalle attuali forme di proprietà: quella privata e quella dello Stato. I dieci saggi che compongono questo volume vogliono contribuire al dibattito generale su questa materia. Essi adottano un approccio di carattere prettamente storico, nel senso più ampio; il tema dei beni comuni, perciò, viene affrontato da prospettive più varie, i cui termini cronologici partono dal basso Medioevo e arrivano fino alla nostra contemporaneità. La molteplicità dei temi e l’ampiezza dell’arco temporale sono però temperati dal filo rosso che attraversa tutti i lavori e che attribuisce al loro insieme coerenza e compattezza: il territorio toscano. L’interesse per i beni comuni e per le comunità che li gestivano ha obbligato a riprendere la riflessione sulla proprietà, sulle sue forme e sulla sua correlazione con l’organizzazione statale. Una siffatta attenzione, che in ambito storico si è molto attenuata negli ultimi decenni, da qualche tempo è finalmente ritornata prepotente e urgente.