The project Generations, in Parma inattesa (original) (raw)

Il Progetto Artena

Città Open Source. Spazio Pubblico Network Innovazione Sociale. Atti Workshop Biennale Spazio Pubblico 2013, 2014

In questo saggio presentiamo brevemente il servizio di analisi, strategia e azione per la rinascita del borgo dell’omonima cittadina laziale che il nostro gruppo ha ideato e gestisce da circa un anno. Si tratta della prima applicazione dei principi della biourbanistica (neuroergonomia, biofilia, sostenibilità strutturale, leggi della forma, delle scale, e costruttale) al design per il cambiamento sociale, sotto forma di un servizio di analisi, strategia e azione per la rinascita del borgo di Artena (Roma). Esso è al contempo una ricerca sperimentale, e una procedura di prototipazione.

FUTURO ARTIGIANO: L'AGIRE GENERATIVO TRA COMUNITÀ E NETWORK

Quaderni di ricerca sull'artigianato

Registrazione del Tribunale di Venezia del 12-5-89 n° 975 del Reg. Stampa" V Indice Approfondimenti 3 Le collaborazioni tecnologiche nelle attività di innovazione: un'opportunità anche per le imprese artigiane. Emanuele Pizzurno, Valentina Lazzaretti 39 Futuro artigiano: l'agire generativo tra comunità e network Massimiliano Costa 67 Apprendimento e sviluppo delle competenze dei titolari di microimprese Domenico Barricelli 99 Artigianato e piccole imprese: strategie di innovazione e di esportazione nel mercato globale Luigia Mirella Campagna, Attilio Pasetto Nuovi Scenari 115 Forme di decentralizzazione dei servizi e collaborazione tra aziende Lucio Fumagalli

Sul concetto di generazione politica

1999

Percbe riflettere sul concetto di generazione political L'interrogativo principale cui ci si propone di dare una risposta in queste pagine e: perche (e come) riflettere suI concetto di generazione politica? L'interrogativo e apparentemente confinato ad un tema dai contorni piuttosto limitati. II nodo da sciogliere, in realta, e assai piu complicato ed e da rintracciare nella palese insufficienza dell'armamentario sociologico tradizionalmente adottato per 10 studio del mutamento politico. Un

Sessantotto. Due generazioni, Laterza, Bari-Roma 2018

2018

A distanza di cinquant’anni sintetizzare con ‘generazione del 68’ quel movimento di rivolta che ha avuto come teatro la scena del mondo può quantomeno apparire sbrigativo, per non dire semplicistico, stereotipato. Lo scopo di questo libro è quello di mostrare che il 68, lungi dall’essere il risultato dell’esperienza di una generazione omogenea, è in realtà frutto della convergenza di soggetti diversi per cultura politica, esperienze, istanze di rivolta e modi della partecipazione. Che il 68 sia plurale emerge immediatamente dalla scomposizione di quella generazione, soprattutto analizzandola per età: tre, quattro anni di differenza marcano infatti una distanza spesso conflittuale tra due culture generazionali. Attraverso più di 60 storie di vita e lungo gli itinerari che dagli anni Cinquanta portarono migliaia di ragazze e ragazzi al 68, questo lavoro intreccia la ricostruzione storica con l’analisi della loro memoria autobiografica e del linguaggio usato per raccontarla: si elabora così il senso che i protagonisti del movimento attribuiscono oggi a quel loro passato.

In margine al Progetto Giovani

In un momento casuale dell'anno (oggi si dice «in presenza di un input») il preside chiama nel suo ufficio un insegnante (scelto tra quelli che pensa gli oppongano minor resistenza) e lo incarica di fare «qualcosa» riguardo ali'«ambiente». L'insegnante (di solito donna, di solito di scienze) si informa un po' presso qualche collega e scopre che si è trovata coinvolta niente meno che in un progetto di durata triennale chiamato «Progetto giovani 93»; la cosa comunque non la spaventa, anzi l'argomento è interessante per lei e per i suoi alunni e comincia a lavorarci su. Bisogna raccogliere dei dati, alcuni anche attraverso analisi di laboratorio, prelevare campioni di acque, vincere resistenze di autorità, contattare enti (il tutto con due ore alla settimana e tre sedi scolastiche diverse, in ognuna delle quali la stessa insegnante è «referente» per qualcosa d'altro -droga, lavoro, recupero scolastico, coordinatrice ecc.-). Dopo un po' i colleghi si accorgono di un'attività inconsueta (il primo sintomo è la classica giustificazione dell'alunno/a «ieri non ho potuto studiare perché dovevo fare un lavoro per la professoressa di scienze» (subappalto?, lavoro domestico?, sfruttamento di minore?). Alla richiesta di chiarimenti fanno finta di capire, poi, alla prima occasione, in sala professori, invitano l'insegnante a moderare il suo sfrenato attivismo; lei stessa, ormai resasi conto dell'impegno richiestole, sarebbe ben lieta di farlo, ma spera di riuscire a concludere in tempi brevi (così si esprime in consiglio di classe). Vana illusione: come ogni ricercatore sa, dopo la raccolta di dati (relativamente facile), viene il momento di organizzare il lavoro (forzatamente frammentario, tanto più se affidato a gruppi disomogenei) e indirizzarlo verso qualche provvisoria conclusione, il che richiede sangue freddo e spesso più tempo. Si arriva così verso la fine dell'anno scolastico in un clima di ostilità ormai manifesta: i colleghi ti guardano con fastidio perché turbi l'usuale routine, i ragazzi, che forse speravano di lavorare di meno, ora, pressati dalle interrogazioni finali, considerano il tutto una perdita di tempo e l'insegnante comincia a sviluppare un complesso di colpa perché le sembra di avere trascurato «il Dio-Programma». Per fortuna, a scuola, tutto passa (nel senso che la fine dell'anno risolve tutti i problemi) e niente passa (nel senso che gli stessi problemi si ripresentano puntualmente ad ogni inizio), e così le vacanze estive portano sollievo e respiro. Nel frattempo (forse è arrivato un altro input) questo lavoro sembra diventato importante: il collega dell'altra sede, incaricato dello stesso lavoro, ne vuole una copia (perché lui non ha fatto in tempo a far niente: «si sa, il Programma») e anche il preside è interessato: qualcuno «lassù» deve fare un convegno, al quale però l'insegnante non potrà partecipare, anzitutto perché è già stata trasferita e poi perché «deve fare lezione».

Alghero, il disegno delle trasformazioni

2017

Drawing may be interpreted as the tool that allows us to recognize, break down and sort the different parts of a phenomenon, translating them into signs, expressing the sense of reality, revealing and transposing in the graphic expression the different meanings you want to state. Distinguishing between the perceived data and the ones derived from interpretation, there is no one single truth, but a plurality of worlds with several parallel representations all equally valid. The perception returns ‘images’ of reality, and the drawing turns on new levels of meaning: everything can be reduced to an image, but graphing only evokes some aspects of physical reality. The path of knowledge can seek a vision of objective, empirical reality, or a symbolic image leading to the recognition of the urban structure as a concept connected to a reference model. In the graphic investigation of the form of Alghero, different approaches have been taken. A first assumption has been that the representatio...

Il fatto della generazione: un ponte gettato a far arco (a proposito di Genesis. XVII/1, 2018. La ricerca della paternità. Responsabilità, diritti e affetti, a cura di Stefania Bartoloni e Daniela Lombardi)

QUADERNI FIORENTINI per la storia del pensiero giuridico moderno , 2019

Con l’occasione della recente pubblicazione del numero di «Genesis. Rivista della società italiana delle storiche» dedicato a «La ricerca della paternità. Responsabilità, diritti e affetti» — volume alla cui redazione hanno partecipato anche alcune delle studiose che tra le prime hanno portato alla soglia d’attenzione della letteratura storico-giuridica la questione e segnalato la sua profondità prospettica — attraverso la disciplina della ricerca giudiziale della paternità seguiremo, almeno per alcuni tratti e senza alcuna presunzione di completezza, la lunga traccia che lega ‘fatto’ e ‘responsabilità’ della procreazione. Proveremo ad accostarci a questo viluppo di norme e vissuto come a uno spazio aperto che permette di visitare "luoghi di esistenza" in cui si manifestano ad un tempo i valori ereditati dal passato, le paure e il desiderio di sicurezza da un lato, le utopie e le ideologie che premono invece verso il futuro.

Il progetto, nel suo farsi

Paglierini M., Sfida in Africa. Tra successo e insuccesso c'è solo un soffio, Cierre Grafica, Sommacampagna (Vr), 2021

Prefazione. Dove ci si interroga su tutto ciò che precede l'impianto di un "progetto di sviluppo" nel Sud globale

Giulio Cesare Barbetta e gli studenti della Natio Germanica a Padova

This paper aims to shed light on the relationship between the Paduan musician Giulio Cesare Barbetta and the Natio Germanica of the Studium in Padua. Studies on the relationships between the latter and important musicians such as Antonio Rotta and Bálint Bakfark have been going on for some time now. Less has been said about Barbetta in reference to the Germanic pupils who attended the University of Padua between the Sixteenth and Seventeenth centuries. Among the few existing documents regarding the lutenist, there is a page which was once kept in the liber amicorum by Andreas Weiss and is currently housed in a klebealbum in the Stadtbibliotek of Nuremberg. The owner of the album remains unknown, while the subscriber has been identified as the Paduan musician Barbetta. This essay − together with some clarifications regarding previous literature on the archival data needed for a biographical framework of the dedicator and dedicatee – draws a cultural outline of the musician, adding a few details to the dense network of relationships that the musician had with several members of the German nobility; it also proposes a new musical transcription of the autograph canon of Barbetta included in the folio.