"Sulla prima attività di Bernardino de Novo, scultore a Genova alla metà del Cinquecento", in 'Bollettino d'arte', 45, 2020 [ma 2021] (original) (raw)
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È l'interesse a tutto campo per il glorioso passato della Serenissima ad animare il mondo intellettuale ottocentesco allo stesso modo impegnato nel recupero critico del patrimonio storico-culturale-artistico e nel riconoscimento del valore etico della sua conoscenza. Conoscenza del patrimonio che, nella duplice natura teorico-pratica, diventa presupposto imprescindibile per la sua salvaguardia e valorizzazione. In parallelo al dibattito sullo stato del patrimonio -già messo a dura prova dagli sconvolgimenti politici dovuti ai passaggi di diversi governi, francese prima, austriaco poi -viaggia la produzione editoriale che vede autori diversi per formazione e competenza scientifica impegnati non solo nella ricerca fine a se stessa, ma anche, e soprattutto, coinvolti con vari ruoli in attività di tutela e di formazione.
Con gli occhi di Argo. La politica del cardinale Alessandro d'Este dopo la devoluzione (1599-1624) * Alessandro d'Este (1568-1624), figlio di don Alfonso duca di Montecchio e fratello ex patre del duca Cesare, fu creato cardinale da Clemente VIII il 3 marzo 1599 e vestì la porpora fino al 13 maggio 1624, quando si spense, forse a seguito di una febbre contratta durante il conclave che incoronò Urbano VIII. 1 Nel contesto delle Convenzioni di Faenza, gli accordi che regolavano la devoluzione di Ferrara alla Santa Sede e che costituivano di fatto una lacerazione della sovranità e del prestigio estense, s'inserì la nomina di Alessandro al cardinalato. Già negoziata da Alfonso II d'Este e Gregorio XIV Sfondrati, la porpora poteva risarcire solo in parte gli 2. La porpora sarebbe stata concessa allo scopo di distruggere del tutto casa d'Este; così ritiene il cronista Giovan Battista Spaccini, citato in L. von Ranke, Storia dei Papi, vol. II, Sansoni, Firenze 1965, pp. 580-581; Cremonini, Le raccolte d'arte del cardinale Alessandro d'Este, p. 91. Sulla devoluzione di Ferrara vista dalla prospettiva romana e sulla sua importanza nel quadro della politica internazionale cfr. M.T. Fattori, Clemente VIII e il Sacro Collegio. Esautoramento del concistoro ed accentramento di governo 1592-1605, tesi di dottorato, ciclo XII, Università degli Studi di Pisa, 2000, pp. 79-143; M.A. Visceglia, Il contesto internazionale della incorporazione di Ferrara nello Stato ecclesiastico (1597-1598), in Dagli Estensi al governo pontificio.
La formazione di Lino Bianchi Barriviera (1906Barriviera ( -1985, veneto di Montebelluna, deve al suo trasferimento fin dagli anni di guerra in Emilia e poi in Toscana le proprie matrici culturali, saldamente radicate nella cultura figurativa dell'Italia del primo quarto del Novecento. È proprio in Toscana, infatti, con iniziali permanenze ad FLAVIA PESCI
2019
This is Anna Orlando's thesis presented in her book "Caravaggio e i Genovesi", 2019: The Ecce Homo on loan from the Musei di Strada Nuova-Palazzo Bianco-Genova for the exhibition "Caravaggio e i Genovesi" (Genova, Palazzo della Meridiana, util june 24, 2019) is by Caravaggio, who most probably painted it in Palarmo in 1609 for the grandson of the Admiral Adrea Doria, Giannettono Doria, bishop of Palermo in 1609. A large number of macro photographies and X-rays show that this idea matches perfectly with Caravaggio's late technique and style.
REALITY AND SYMBOL. SANTO SACCOMANNO AS AN “INTERNATIONAL” SCULPTOR IN NINETEENTH-CENTURY GENOA Santo Saccomanno (1832-1914) was one of the undisputed leaders of Genoese sculpture of the late nineteenth century. He worked mainly on the important site of the Staglieno monumental cemetery, and he helped strengthen the image of Genoese funerary statuary internationally, even producing various works for South American market. This essay-monograph aims to reconstruct the artist’s output in its entirety, while also examining his complex network of relationships, which included direct contact with many fundamental figures of the Risorgimento, in particular Giuseppe Mazzini, of whom Saccomanno sculpted two portraits. Saccomanno was also one of the driving forces behind an important update of styles in Genovese sculpture, due in part to his travels through Britain, France, and Germany: indeed, having started out under the infuence of the illustrious artist Santo Varni, Saccomanno later became one of the most esteemed interpreters of Realism, before tackling international Symbolism from the early 1880s, with close links to the work of Giulio Monteverde.