Kunsthaus Franz Naager: manifattura artistica del primo Novecento a Venezia. Decorazione, tradizione, innovazione, Tesi di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, relatori Prof.ri S. Di Resta, P. Faccio, correl. Dott.ssa A. Martignon, IUAV, a.a. 2019/2020 (original) (raw)
Il percorso della conoscenza, condotto attraverso la lettura dell’architettura e l’analisi delle fonti documentarie, consente di delineare la storia evolutiva del compendio immobiliare di proprietà dello Stato, sito alle Fondamente Nuove, in Venezia, dall’inizio dei Seicento – epoca della sua costruzione - ad oggi. Vengono analizzate le modificazioni intervenute nel corso del tempo, dalla genesi dell’insula alle trasformazioni novecentesche, messe in relazione con le occupazioni e funzioni del compendio, anche attraverso una lettura strutturale della fabbrica. In una delle fasi – seppur breve – si colloca la “Kunsthaus Franz Naager”, manifattura artistica del primo Novecento a Venezia, testimone della produzione e del fiorente commercio d'arte e di arredi in stile. Franz Naager (1870 – 1942) fu architetto, imprenditore, pittore, artista poliedrico, antiquario e collezionista di opere d’arte. La sua manifattura, secondo la storiografia attiva a Venezia tra il 1901 e il 1913, era dedita alla produzione di decorazioni in stile – in pietra, stucco, terracotta, carta decorata e carta da parati stampata, stencil, ecc. – e avrebbe impiegato circa 200 operai. Le tracce visibili nella fabbrica (formelle marmoree a pavimento e parete, porte rivestite in lamiera punzonata e decorata, decorazioni policrome su travi e pareti) e le numerose fonti documentarie consultate hanno consentito di delineare meglio la figura dell’eclettico artista ancora poco conosciuto, riportandoci al clima culturale internazionale dell’epoca e ai rapporti tra la “Kunsthaus Franz Naager” con le più eminenti personalità del panorama artistico e culturale tedesco, tra cui l’illustre scrittore Otto Julius Bierbaum (1865-1910), gli architetti Theodor Fischer (1862-1938), Alfred Messel (1853-1909), Gabriel von Seidl (1848 –1913), Ludwig Hoffmann (1852-1932); ma ci consentono anche una divagazione nel panorama veneziano delle manifatture artistiche, del collezionismo e commercio antiquario dell’epoca, o ancora su altre figure legate a Naager, quali la musicista Nice Della Rovere, lo scrittore Antonio Della Rovere, il poeta e critico d’arte Benno Geiger. Non meno densa si rivela la storia successiva alla confisca dell’immobile dopo il primo conflitto bellico quale bene appartenente ai sudditi ex-nemici della guerra: dopo una temporanea gestione a cura dell’Opera Nazionale Combattenti, l’immobile confluirà del patrimonio dello Stato e sarà utilizzato come officina delle matrici zincografiche per la riproduzione delle mappe catastali e relativi archivi, fino alla recente dismissione. Nella valutazione delle vocazioni della fabbrica, particolare attenzione viene riservata ai solai nei quali struttura e architettura si fondono, conservando sia all’intradosso che all’estradosso ampie superfici decorate: l’individuazione di soluzioni per il miglioramento strutturale di ridotta invasività vengono individuate ricercando nella tradizione. Le criticità connesse invece alle labilità strutturali conseguenti al degrado degli originali dispositivi di trattenuta delle facciate vengono affrontate riproponendo nuovi presidi tali da mantenere inalterato il principio della “scatola muraria controventata”, propria del costruito storico veneziano. La conoscenza della fabbrica, della tradizione architettonica costruttiva, delle peculiarità storiche ed artistiche, con il loro potente potere evocativo, costituiscono l’imprescindibile premessa per la definizione del programma di restauro e valorizzazione.