Biomonitoraggio di elementi in traccia nei corsi d'acqua della provincia di Vicenza tramite "moss bags": aspetti metodologici e applicativi (original) (raw)

Trapianti di briofite acquatiche per il biomonitoraggio dei metalli in traccia: risultati e prospettive della tecnica dei moss bagsdopo 10 anni di studi fra Veneto e Friuli-Venezia Giulia

RIASSUNTO Fra gli obiettivi del monitoraggio chimico delle acque previsto dalla Direttiva Quadro 2000/60/CE vi è la sorveglianza delle sostanze prioritarie, fra le quali si annoverano alcuni metalli pesanti che spesso generano forme d'inquinamento sporadiche o intermittenti. Ciò, sommato alla promiscuità dell'utilizzo del territorio, all'inadeguatezza della rete fognaria o degli impianti di trattamento ed all'impossibilità di controllare le sorgenti puntiformi, può determinare situazioni che generano rischi ambientali particolarmente insidiosi. Il monitoraggio biologico ed anche quello chimico basato sul campionamento dell'acqua non possono procurare informazioni rappresentative sulla reale presenza di metalli nell'ambiente, né sulla loro disponibilità biologica. L'utilizzo di accumulatori, soprattutto quelli biologici come le briofite, consente invece di ottenere stime sensibili ed integrate del livello di alterazione ambientale da metalli nella sola frazione biodisponibile. Le briofite acquatiche sono utilizzate con successo da oltre 40 anni nei più svariati contesti ambientali d'Europa e si configurano come i migliori strumenti oggi a disposizione per il monitoraggio dei metalli. Il Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste è impegnato da circa dieci anni in attività di studio, calibrazione ed applicazione dei trapianti di muschio (moss bags) sul territorio veneto e friulano. Questa metodica semplice ed efficace è già a disposizione degli Enti locali grazie alla collaborazione con le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale ed attende ora di essere standardizzata attraverso un progetto nazionale patrocinato dall'ISPRA. PAROLE CHIAVE: Fiumi / Bioaccumulatori / Muschi / Inquinamento / Sostanze prioritarie Trace element biomonitoring by the use of transplanted aquatic bryophytes: results and outlooks of the 'moss bag' technique after 10 years of experimentation in Veneto and Friuli-Venezia Giulia Among the objectives of chemical monitoring under the Water Framework Directive 2000/60/EC, priority substances monitoring has great importance, since these pollutants, including heavy metals, often produce sporadic or intermittent contamination. Such events may produce environmental risks in case of promiscuous land use, deficiency of sewer systems or sewage treatment plants, especially when point sources cannot be efficiently monitored by authorities. Both biological monitoring and chemical analyses on grab water samples cannot provide representative information about trace metal occurrence in the environment or their biological availability. On the opposite, bioaccumulators, in particular aquatic bryophytes, provide sensible and time-integrated estimations of the bioavailable fraction of trace elements in running waters. Aquatic bryophytes have being successfully adopted since the 1970's under different environmental conditions in European waterbodies and laboratories, and they have been recognized as the most promising tool for trace element monitoring. A research group activated ten years ago by the Department of Life Sciences of Trieste University is particularly devoted to the study, calibration and implementation of the 'moss bag' technique, based on the use of transplanted mosses. This method, cheap and effective, is being successfully adopted by the Regional Agencies for Environmental Protection of Veneto and-more recently-Friuli Venezia Giulia, but a network for its standardization is necessary in the aim of withdrawing guidelines.

Muschi acquatici come monitor della contaminazione da elementi in traccia nei corsi d’acqua subalpini della provincia di Belluno

The moss bags technique, the use of transplants of aquatic bryophytes to monitor tra-The moss bags technique, the use of transplants of aquatic bryophytes to monitor trace element pollution in freshwaters, was tested in 15 sites of the Province of Belluno (NE Italy), along the Rivers Boite, Cordevole, Piave and some their tributaries. The aims of the present work were 1) to test materials and methods in Pre-alpine water bodies, 2) to observe the bioaccumulation performance of Platyhypnidium riparioides out from its distributional area, and 3) to assess possible events of environmental alteration. The concentrations of As, Cd, Cr, Cu, Mn, Ni, Pb and Zn were measured before and after transplantation (13, 26 and 59 days). The preservation in loco of experimental devices and the recovery of moss bags were successful in 44 times out of 45. Mosses accumulated significant concentrations of Cr, Cu, Mn, Ni, Pb and Zn and some environmental criticisms were detected along the River Cordevole close to the town of Agordo, the upper course of the River Piave and the Stream Gallina. The observation of accumulation curves and the multivariate analysis led to the characterisation of environmental alteration in space and time, to the classification of the monitoring sites on the ground of the pollution typology and to the discovery of an alteration gradient.

L'utilizzo di muschi acquatici per il monitoraggio dei metalli in traccia nell'ambito della Direttiva Quadro Acque: esordio della tecnica 'moss bag' in Friuli Venezia Giulia

2012

L'utilizzo di muschi acquatici per il monitoraggio dei metalli in traccia nell'ambito della Direttiva Quadro Acque: esordio della tecnica 'moss bag' in Friuli Venezia Giulia Riassunto: I muschi acquatici sono utilizzati da molti anni quali biomonitor della contaminazione ambientale, essendo ottimi accumulatori di metalli in tracce. La tecnica 'moss bag', basata sul trapianto di questi vegetali da una sorgente incontaminata al corso d'acqua oggetto di studio, si presenta oggi come uno dei migliori approcci integrati per caratterizzare la presenza di inquinanti persistenti nell'ecosistema e per svolgere indagini mirate sulle fonti di pressione. Dopo diversi anni di ricerche, questa tecnica è stata introdotta sperimentalmente nel contesto dei controlli ambientali svolti dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (A.R.P.A.) in alcuni Comuni del Friuli Venezia Giulia, mettendone in luce le potenzialità e fornendo informazioni aggiuntive sulle condizioni chimiche di corsi d'acqua naturali o artificiali, che potrebbero essere efficacemente sfruttate nella gestione ambientale del territorio. L'articolo ne riporta tre casi studio riguardanti altrettanti contesti locali fra i comuni Cordignano, Sacile e Porcia. Abstract: Researchers have been exploiting aquatic mosses as biomonitors of environmental pollution for the last four decades due to the ability of these plants to accumulate trace metals. The 'moss bag' technique, based on moss transplantation from an unpolluted spring to watercourses to be studied, is worldwide considered a best practice for characterising persistent

Metodi di monitoraggio dei corsi d'acqua: direttiva europea e italiana

Authorea

In ambito legislativo, a livello internazionale, la norma di riferimento per quanto riguarda i corpi idriciè la direttiva UE (2000/60/EC), nota anche come direttiva quadro sulle acque. Tale norma va ad individuare non solo una nuova metodologia per il monitoraggio ma anche per il miglioramento della qualità delle acque. In tale ambito in Italia vige il

Biomonitoraggio di metalli in traccia tramite licheni in aree a rischio del Friuli-Venezia Giulia

Il Decreto lzgislativo 5 febbraio 1997, n.22, che recepisce k direttfue europee sui rifiuti e sugli imballnggi, prevedc I'attaazione d.i specifi.che norme in materia di bonifiche aventi come obíetîivo la tuîela della salute delluomo, d.ell'ecosistema e dclfambiente nel suo complesso, ponendo dei vincoli di garanzia per la correta rtuscin delle aîtivftA di rtpristino deí sitì contaminati.

Manuale tecnico–operativo per la valutazione ed il monitoraggio dello stato morfologico dei corsi d'acqua

2009

i INFORMAZIONI LEGALI L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le persone che agiscono per conto dell'Istituto non sono responsabili per l'uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo manuale. La Legge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008, ha istituito l'ISPRA -Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. L'ISPRA svolge le funzioni che erano proprie dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (ex APAT), dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ex INFS) e dell'Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ex ICRAM). La presente pubblicazione fa riferimento ad attività svolte in un periodo antecedente l'accorpamento delle tre Istituzioni e quindi riporta ancora, al suo interno, richiami e denominazioni relativi ai tre Enti soppressi.

Monitoraggio biologico delle sorgenti salse di Poiano (Reggio Emilia)

Nell'ambito delle attività speleologiche del "Progetto Trias", svolto dalla Società Speleologica Italiana, è stata condotta una ricerca biologica basata sul filtraggio in continuo delle acque della scaturigine principale delle sorgenti salse di Poiano (Alta Val Secchia, Appennino Reggiano) nel periodo novembre 2005 -marzo 2007. Le specie raccolte appartengono ai seguenti gruppi tassonomici: copepodi arpatticoidi (Nitocrella psammophila), ostracodi (Pseudolimnocythere sp.), anfipodi (Niphargus poianoi) ed oligocheti. Il popolamento dell'acquifero che alimenta le sorgenti è caratterizzato da un esiguo numero di specie, tutte stigobie. Sorprendentemente, nessuna delle specie raccolte nelle acque superficiali che alimentano l'acquifero in questione è stata rinvenuta nell'habitat sorgivo di Poiano. La povertà faunistica riscontrata è probabilmente imputabile all'elevato tenore di cloruro di sodio presente nelle sorgenti. L'analisi statistica condotta, volta a rilevare eventuali correlazioni tra la densità delle specie, il periodo di rinvenimento delle stesse e i parametri abiotici ha dimostrato che il numero di esemplari di Nitocrella psammophila e Pseudolimnocythere sp. raccolti all'emergenza principale diminuisce nei periodi di piena. Il numero di esemplari di oligocheti è invece correlato alla portata, mentre Niphargus poianoi sembrerebbe legato, per esigenze trofiche, a microhabitat siti in prossimità delle bocche sorgive. Parole chiave: sorgenti, stigofauna, monitoraggio biologico

Biomonitoraggio dell'inquinamento atmosferico tramite licheni nella provincia di Pescara

2017

This paper presents the results of a study on air quality in the Province of Pescara (Centra! ltaly), carried out in 1991, and based on epiphytic lichens as bioindicators. SO 2 pollution was evaluated by means of an lndex of Atmospheric Purity (l.A.P.) computed on the frequency of epiphytic lid1ens within a sampling grid. Relevés were carried out in 77 stations, on Quercus and Tilia spp.: pollution maps for the Province are presented. Altogether, 57 species were recorded, with a prevalence of nitrophytic and neutro-basiphytic lichens, indicating a diffuse secondary eutrophication of the bark. The species can be subdivided in 6 main groups according to their locai distribution patterns: the distribution maps of 6 species are presented. lndicator species, whose distribution is best related to the pollution patterns, were selected. Eutrophication and acidification maps were obtained by calculating an index far each station, based on lichen sensitivity scales derived from existing literature. The results show that most of thé Province of Pescara has high air quality standards; the rnost polluted areas are in the northeastern part of the Province and along the Pescara valley, corresponding to the town of Pescara and the rnain industria! and urbanized zones. The rnain factors affecting lichen distribution are air pollution and eutrophication due to anthropic activities.