Demanialità, feudalità e sede di zecca : Le monete a nome di Don Cesare Michelangelo D'Avalos per i marchesati di Pescara e del Vasto, Vasto, Vastophil, 2012 (original) (raw)

NOTIZIA SULLA MESSA CON VESPRO E SUL TE DEUM DI DOMENICO SCARLATTI ESEGUITI IL 24 MAGGIO DEL 1716 IN SAN PIETRO IN VATICANO [Draft, 9 pp., December 2022, unpublished].

Synopsis. The official Report of the solemn ceremony celebrated in St. Peter's Basilica in the Vatican on Sunday May 24th 1716 on the occasion of the beatification of Jean-Francois Régis - being compared with a previously known payment invoice that attested a recruitment of a group of musicians for a “secondo Vespro” performed during the same ceremony, - allows to establish that Domenico Scarlatti, as Maestro of the Pontifical Cappella Giulia, contributed to the event with at least three compositions: a Messa per quattro Cori (16 vv. and Bc-organ), a Vespro associated with the Mass as its second part (probably either for the same ensemble, or for 8 vv., 2 violins, 2 violoni, 1 double bass and organ) and a Te Deum (written for an unspecified ensemble). Another Vespro is reported to have been “udito” («heard» - as read or singed?) on the next day of the celebrations, on May 25th, but even assuming it was a Domenico Scarlatti’s work, the question remains whether the invoice’s phrase “secondo Vespro” could be related to the Vespro preformed the previous day together with the Mass, or to a new one. None of these three scores can currently be located, but it seems that already in 1770 they were no longer in the Cappella Giulia’s Archive.

Intorno alla zecca di Casole e alla moneta del vescovo Ranuccio. Monete, poteri comunali e faide familiari nella Toscana del Trecento

Rassegna Volterrana, 2016

La questione intorno all'officina monetaria casolese è annosa, ma solo nell'ultimo periodo ha subito una leggera svolta con gli studi di Montagano che vi attribuiscono un'emissione minuta. In questo piccolo contributo si definisce il contesto di attività della zecca e la produzione effettiva che deve esservi ricondotta. Si sottolinea inoltre la natura politica dell'impianto di zecche periferiche come motivo di affermazione del potere temporale su di un feudo attraverso l'esercizio di una importante regalia.

Opulens moneta. Nuove considerazioni sulla sede della zecca romana e medievale di Mediolanum

Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini 122, 2021

La storia della zecca di Mediolanum, tra fasi di operosità e di inattività, è compresa tra il III secolo a.C. e il 1892. Per quanto concerne i luoghi in cui venivano coniate le monete, le uniche sedi ben note e ampiamente documentate sono quelle di età moderna e contemporanea, quando sono attivi gli ateliers di via Zecca Vecchia (1474-1778) e di via della Moscova (1778-1892). La collocazione delle zecche operative prima del periodo sforzesco è stata invece oggetto di un lungo dibattito, in quanto le fonti, documentarie o materiali, che permetterebbero di localizzarne le sedi all’interno della topografia di Mediolanum, sono tutte di natura indiziaria. Rimangono quindi da individuare non solo l’atelier insubre, ma anche quelli di età romana, tardoantica, altomedievale e comunale. In questo contributo cercherò di fornire nuove chiavi di lettura e prospettive alla vexata quaestio della localizzazione della zecca di età romana e medievale: dopo aver riesaminato integralmente i dati raccolti in oltre un secolo di ricerche, derivanti da fonti di natura archivistica, antiquaria, toponomastica, archeologica, urbanistica e numismatica, proporrò alcune precisazioni e svilupperò nuove considerazioni. Il principale limite degli studi che finora si sono occupati dell’argomento risiede infatti nell’assenza di una lettura complessiva dell’insieme di tracce che, se esaminate settorialmente, appaiono insufficienti per giungere a qualsiasi conclusione, mentre sembrano convergere nella stessa direzione quando sono sottoposte ad una visione globale. Tale analisi sembra pertanto avvalorare l’ipotesi, avanzata per la prima volta da Attilio De Marchi nel 1917, che identificava la sede dell’ atelier di età romana, forse avente continuità d’uso nel medioevo, in un edificio messo in luce nel 1908 in via Moneta, presso il foro di Mediolanum. The mint of Mediolanum was active, with some times of inactivity, from the III Century B.C. to 1892. The only well-known, and widely documented locations, are those of the Modern and Contemporary age, when the ateliers of via Zecca Vecchia (1474-1778) and via della Moscova (1778-1892) were active. The location of the operating mints, before the Sforza rule, has been the subject of a long debate because the documentary and material sources are all circumstantial. Therefore, not only the emplacement of the Insubrian mint is to identify, but also those between the Roman age and the medieval communes. After the accurate review of the data collected over a century (archival, antiquarian, toponomastic, archaeological, urban, and numismatic sources), this paper will provide some clarifications and develop new considerations to the vexata quaestio of the location of the mint in the Roman and Medieval age. The main limitation of the previous studies lies in the absence of an overall reading of the set of sources which, if partially examined, appears insufficient to reach any conclusion, while all of them seem to point to the same direction. This analysis therefore supports the hypothesis, advanced by Attilio De Marchi for the first time in 1917, which identified the Roman mint, which was perhaps continuously used in the Middle Ages, in a building brought to light in 1908 in via Moneta, near the Forum of Mediolanum.