Introduzione_Mercanti di cultura: modleli in transizione (original) (raw)

Ungaretti, mediatore culturale di "Commerce"

"Intersezioni", 2002

Estate 1924: a Parigi nasce «Commerce», raffinata rivista di letteratura diretta da Léon-Paul Fargue, Valery Larbaud e Paul Valéry, sotto gli auspici e la protezione di Marguerite Caetani, principessa di Bassiano, che vi svolse -senza mai apparire menzionata -il ruolo di animatrice, mecenate e severo giudice della qualità dei testi pubblicati. Al fianco di questo comitato di tutto rispetto, svolsero un ruolo determinante, per imprimere una fisionomia cosmopolita al foglio, Jean Paulhan, allora redattore-capo della «Nouvelle Revue Française», Saint-John Perse, Thomas Stearn Eliot, Bernard Groethuysen, Benjamin Crémieux. La rivista ebbe vita dal 1924 al 1932 e sulle sue pagine trovò spazio un gran numero dei più significativi autori francesi e non, del Novecento e del passato. Ne nacque una sorta di laboratorio di scrittori, poco interessati ad accattivarsi le simpatie del pubblico, e propensi piuttosto a far parlare la letteratura attraverso i testi: sono assenti infatti sia dichiarazioni di poetica che manifesti preliminari, tanto che la fonte più attendibile per ricostruire la fisionomia di «Commerce» e la dinamica delle sue scelte letterarie è costituita dai carteggi fra il comitato direttivo e i collaboratori effettivi e potenziali della rivista 1 .

Fedeli che migrano: il volto interculturale degli esodi contemporanei

F. Sorvillo, L. Decimo, Fedeli che migrano: il volto interculturale degli esodi contemporanei, in Cammino tra aspettative e diritti. Fenomenologia dei flussi migratori e condizione giuridica dello straniero, a cura di S. D'Acunto e al., Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2017.

Bartolomeo Talenti alle fiere di Bolzano. Una famiglia di mercanti lucchesi tra istanze di riforma e tradizione

2016

Parallelamente all’attenuarsi della capacità d’attrazione esercitata dal mercato polacco nel corso del Seicento, gli operatori mercantili lucchesi individuano in Bolzano l’ideale testa di ponte verso il più sicuro mercato tedesco. Dalla seconda metà del XVII secolo alla prima del successivo le fiere bolzanine rappresentano, per i tradizionali tessuti serici cittadini, il maggior polo di smercio verso i territori d’oltralpe. Del resto molti sono i mercanti di Lucca che affittano fondaci sulla piazza tirolese e vi convengono in occasione delle quattro fiere annuali. Tra di essi Bartolomeo Talenti, un piccolo operatore economico che nel Seicento maturo si rende protagonista di una straordinaria ascesa socio-economica, dando vita a una rete di interessi mercantili attiva in gran parte d’Europa. Il saggio fornisce informazioni sulle modalità operative, sulle merci oggetto di contrattazione, sulla provenienza degli uomini d’affari, sugli aspetti giuridico-istituzionali che regolamentano l’attività del mercante, con il risultato di aggiungere, alla recente storiografia, una nuova prospettiva d’indagine sulle fiere di Bolzano - Mitte des 17. Jahrhunderts standen die Seidenhändler in Lucca vor der Her- ausforderung, die europäischen Handelswege für Seide neu ausrichten zu müs- sen. Den Händlern der kleinen Republik – hauptsächlich Italiener – gelang es, dem Wegbrechen der traditionellen kontinentalen Absatzgebiete durch die schrittweise Verlagerung des Schwerpunkts ihrer Handelstätigkeit Richtung Osteuropa entgegenzutreten. Allerdings erzwang die schwindende Attraktivi- tät ihrer traditionellen Seidenstoffe auf dem polnischen Markt im Laufe des 17. Jahrhunderts eine neuerliche Umorientierung ihrer Verkaufsstrategie. In diesem Zusammenhang erkoren die Luccheser Wirtschaftstreibenden Bozen zum idealen Brückenkopf für den zuverlässigeren deutschen Markt. Als Kreu- zungspunkt zwischen Nord und Süd hatte die Tiroler Stadt seit langem eine wichtige Funktion für Handelsverbindungen zwischen dem italienischen Raum und dem mittleren und nördlichen Europa inne. Die infolge des landesfürst- lichen Privilegs von 1633–1635 aufblühenden Messen und die damit verbun- dene Errichtung des unabhängigen Merkantilmagistrats integrierten Bozen voll umfänglich in das internationale Handelsnetz und schufen damit zugleich die Voraussetzungen dafür, dass die größten Luccheser Seidenhersteller ihre Zins- und Kreditgeschäfte dorthin umleiteten. So traf ab den ersten Jahrzehnten des 17. Jahrhunderts in Bozen das Angebot aus Lucca auf die steigende Nachfrage nach Luxusgütern von Handelsleuten nördlich der Alpen und machte die Stadt damit binnen kurzer Zeit zum wichtigsten Absatzmarkt für den deutschspra- chigen Raum. Der erste Abschnitt des Beitrags analysiert ausgehend von institutionellem Quellenmaterial aus Lucca die wirtschaftspolitischen Strategien eben dieser Institutionen, um die lokalen Seidenprodukte – hauptsächlich durch wett- bewerbswidrige Praktiken – auf dem Tiroler Handelsplatz zu stützen. Daraus resultiert ein gemischtes Bild: Neben Anstrengungen zur Neubelebung steht langfristig gesehen das Bewusstsein eines unabwendbaren Niedergangs der städtischen Seidenindustrie, der gleichermaßen unternehmerischer Schwerfäl- ligkeit wie der veränderten Nachfrage auf dem internationalen Markt und der merkantilistischen Politik einiger europäischer Länder geschuldet war. Der zweite Abschnitt skizziert das Geschick eines einfachen Handwerkers aus Lucca namens Bartolomeo Talenti, der nach seinen Lehrjahren in der botte- ga eines bekannten Luccheser Seidenhändlers Mitte der 1660er Jahre beschloss, selbst sein Glück in der Geschäftswelt zu versuchen und damit gegen die Sta- tuten der Korporation, die die Seidenherstellung reglementierten, verstieß. Nach der bitteren Erfahrung eines Gefängnisaufenthalts gelang es ihm jedoch, die Erlaubnis für die Handelstätigkeit zu erlangen, was zugleich der Auftakt war für die Gründung einer Handelsgesellschaft. Die Bartolomeo Talenti & C. schuf in kurzer Zeit ein Netzwerk, das Handelsstützpunkte quer durch Europa verband und von den Messen in Archangelsk und Moskau über die türkische Küste und Smyrna im östlichen Mittelmeer, über Messina und Livorno bis nach Bozen reichte. Im dritten Abschnitt konstituieren die Bestände des Merkantilmagistrat im Südtiroler Landesarchiv die Quellengrundlage, um einige Gerichtsfälle zu analysieren, deren Protagonisten Männer der Familie Talenti im Kontext ihrer Messeaktivitäten waren. Die sich über ein Jahrhundert erstreckende Präsenz der Firma Talenti, die als Gesellschaft zwar verschiedene Veränderungen durch- lief, aber immer in den Händen der Familie blieb, auf dem Tiroler Handels- platz steht zugleich paradigmatisch für die Dynamiken des Luccheser Handels. Diese zeigen sich in Form von Verbindungen zwischen den Bozner Messen und den großen Messen in Leipzig oder Mitte des 18. Jahrhunderts, als die Lucche- ser versuchen, als Beteiligte in Gesellschaften in Rovereto zu investieren. Der vierte und letzte Abschnitt hat zum Ziel, ausgehend von der Analyse eines spezifischen Falles aus den Prozessakten des Merkantilmagistrats Formen der Konfliktregelung aufzuzeigen, die kennzeichnend für den Messehandel wa- ren. Auch hier eröffnet eine einzelne Episode vor Gericht vielfältige Einblicke in die wesentlichen Grundzüge der auf den Bozner Messen getätigten Handels- geschäfte und nicht nur das.Über den ungewöhnlichen Fall des sozialen und ökonomischen Aufstiegs des kleinen Handelsbediensteten Bartolomeo Talenti aus Lucca hinaus liefert der Beitrag zugleich wertvolle Informationen über Praktiken des Handels, über Waren als Verhandlungsgegenstand, über Verfahrensweisen, über Geschäfts- männer, über rechtlich-institutionelle Aspekte, die die Handelstätigkeit regel- ten sowie über die zentrale Bedeutung des Messegeschehens im frühneuzeit- lichen Europa. Im Ergebnis wird die jüngere Historiographie damit um eine neue Forschungsperspektive auf die Bozner Messen bereichert.

Scambio fra culture come strategia di cambiamento sociale nonviolento

Scambio fra culture come strategia di cambiamento sociale non violento Conference: Time, Person and Culture "Scambio Fra Culture Come Strategia di Cambiamento Sociale Nonviolento" ("Cross--Cultural Exchange as a Strategy of Nonviolent Social Change") Cammarata, Sicily. June 2008. Autore: Zara Maria Zimbardo Traduzione: Cecilia Galiena La mia intenzione con questo intervento e' di esplorare il tema di come lo scambio e la comprensione fra culture possa fare da potente strategia di resistenza non violenta alla minaccia di catastrofe violenta. In questa sede presentero' due esempi di questo fenomeno che provengono da due contesti diversi e tuttavia sono tutti e due in rapporto, nella misura in cui sono forme di resistenza al bisogno statunitense di controllare l'accesso alle riserve petrolifere, una dipendenza che ha giustificato estreme forme di violenza di governo e privata. Per poter giustificare la presa di potere della terra di un altro popolo dotata di risorse preziose, come il petrolio, occorre disumanizzare e demonizzare la gente e le culture di quella regione (El--amine 2005), in un costrutto dell'"altro", che viene ritratto come maligno, arretrato, primitivo e sub-umano. Nella resistenza creativa alla disumanizzazione culturale, la circolazione delle storie di vite, speranze, paure, prospettive e saggezze dell'"altro" costituisce una strategia non violenta che risveglia i cittadini all'umanita' di coloro che vengono minacciati dagli Stati Uniti e celebra espressioni culturali diverse. Un esempio che presentero' e' una storia di successo di una tribu' indigena che vive nella foresta pluviale dell'Amazzonia in Colombia e che e' riuscita ad espellere una compagnia petrolifera americana dai suoi territori ancestrali e l'altra, che continua tutt'ora, e' di un movimento atto a prevenire che gli Stati Uniti muovano guerra contro l'Iran.

Tognetti-Mercanti e libri di conto

1 Si pubblica in forma rimaneggiata e ampliata il testo presentato al convegno Per la storia delle città toscane. Bilancio e prospettive delle edizioni di fonti dalla metà degli anni Sessanta a oggi (Firenze, 9-11 febbraio 2011), organizzato dal Centro Interuniversitario per la storia delle Città Toscane (CIRCIT) e della Deputazione di Storia Patria per la Toscana. Ringrazio Richard Goldthwaite e Francesco Guidi Bruscoli per l'aiuto fornito.

I mercanti e l'arcivescovo

2023

I mercanti e l’arcivescovo. L’affermazione dei greci ortodossi a Livorno durante l’episcopato di Francesco Guidi (1734-1778), Pisa, Edizioni ETS, 2023, 188 pp., ISBN 978-884676590-1 (L’arca. Collana di studi e testi di storia moderna, 2).

Attraversamenti culturali. INTRODUZIONE

INTRODUZIONE Il tema di questo volume – i cui saggi spaziano in modo interdisciplinare dal cinema alla letteratura, dalla musica alle arti visuali – vuole problematizzare le nozioni di margine, attraversamento, innesto, molteplicità nel contesto dei linguaggi artistici contemporanei. L'aspirazione di queste proposte saggistiche è quella di scoprire, produrre, e immaginare delle zone di contatto tra le diverse espressività, i soggetti, le discipline artistiche e la realtà che ci circonda, recuperando relazioni ibride, facendo emergere corrispondenze inaspettate tra oggetti e soggetti, imprevedibili traiettorie tra gli sguardi e quello spazio multiplo, composito ed eterogeneo che la globalizza-zione attraversa senza tuttavia rendere completamente omologato. Ad accomunare i saggi inclusi in questo progetto è quindi la costante sperimen-tale con la quale gli autori affermano come sia possibile affrontare la complessità del reale aprendosi alla molteplicità delle sue sfide conoscitive. Il discorso artistico, declinato in tutte le sue forme, mette in discussione sia il concetto di reale, che noi pensiamo meticcio e transnazionale, sia quelli di margine e centro, nella cui dialogi-cità si incunea la riflessione su un diverso modo di partecipare la cittadinanza in un mondo dove i confini nazionali divengono sempre più manifestamente una barriera geopolitica. Sollecitando quindi la contaminazione di diverse pratiche artistiche in uno spazio comunicativo che sia in grado di formulare ed esprimere nuove aspira-zioni collettive, auspichiamo il prodursi di una nuova geografia comune, di un nuovo habitat epistemologico capace di produrre reticoli di comunicazione alternativa. I saggi ci inducono quindi a continuare ad interrogarci e confrontarci sulla natu-ra dell'arte contemporanea e dell'arte tout court, ripensando la cultura, la società, e il sapere come territori mobili, che accolgono tutta una rete di passaggi, diramazioni e confluenze che ci permettono il contatto con spazi di vita e relazione molteplici. La nozione di arte invocata in questo volume non si celebra allora nella sua valenza universale ma piuttosto nel suo farsi frattale, locale, intermedio, rimanendo organi-smo vitale e fabrile. Un'arte che produca, attraverso incroci ed attraversamenti, uno spazio discorsivo in cui si possa pensare, ragionare, e conoscere il mondo in modo articolato, sistematico e tuttavia attento alle relazioni, ai processi combinatori, alle intersezioni immaginative e alle connessioni tra passato e contemporaneità.