Servio e la metempsicosi (original) (raw)
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Redesign, ovvero la metempsicosi degli oggetti
"Zeusi - Linguaggi contemporanei di sempre", 2018
The article analyzes the meaning and the practice of redesign. If redesign is defined as a technical and formal improvement of an existing product, it can also be said that redesign is an understanding ability in catching a sort of innate disposition of the objects and in some way their hidden essence, or, in one word, their soul. Several examples from design history suggest an interpretation to read some objects’ transformations like a metaphorical history of souls’ transmigration; and the designer appears like the creator who recognizes these souls. This history of objects’ improvement (but also their worsening) weaves together other themes like the nostalgic gaze to the past, the “memory’s design”, the vintage collecting, and also the plagiarism issue.
La tradizione manoscritta del commento di Servio alle Bucoliche, 2021
Servio, grammatico vissuto fra il IV e il V secolo, è l’autore dell’unico commento antico alle opere virgiliane che ci è pervenuto in forma completa, grazie all’enorme fortuna di cui ha goduto nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Esso ha accompagnato in questi secoli la lettura di Virgilio e costituisce tutt’ora uno strumento fondamentale per lo studio delle opere virgiliane e della loro ricezione. Nel sec. XX e all’inizio del XXI sono state pubblicate edizioni di alcuni libri del commento all’Eneide, ma per il commento alle Bucoliche (e alle Georgiche) l’edizione d’uso resta quella ottocentesca di Thilo, basata su una conoscenza molto limitata della tradizione manoscritta. Questo volume si propone di colmare questa lacuna degli studi, con una ricostruzione della peculiare tradizione manoscritta del commento alle Bucoliche, ed un esame dei problemi posti dalla ricostruzione del testo critico.
Catullo 1.2, Servio e Guglielmo da Pastrengo
Catullus's book of poems starts with a small but controversial textual problem: in the second line of the first poem should modern editors write 'arido ... pumice' or 'arida ... pumice' (meaning 'with dry pumice-stone')? This article offers a fresh study of this problem, in the first place by re-examining the evidence available: the witnesses who write 'arido', the quotation of the passage by the fourteenth-century antiquarian writer Guglielmo da Pastrengo, who writes 'arida', and the testimony of Servius. I argue that the evidence of these testimonia is inconclusive, and on their basis alone one could write either form; however, the reading 'arido ... pumice' with 'pumex' used surprisingly in the feminine is strongly supported by the existence of a group of Latin nouns of the third declension the gender of which is also flexible. This article has appeared in "Quaderni Urbinati di Cultura Classica" 109 (2015), 137-152. The attached file contains a pre-publication version.
La Serenissima contro Il Mondo
La Serenissima contro il Mondo, Venezia e la Lega di Cambrai 1499-1509, 2020
The Serenissima against the world 1499-1509, Venice and the War of the League of Cambrai The beginning of the sixteenth century represents the century of the great turning point in Venetian history: the republic loses maritime hegemony and political weight in Italy and Europe. The Serenissima begins by facing the Ottoman Empire for the second time, leaving it defeated again. The War of the League of Cambrai, then, even risks destroying it. Together with the domination of the sea, however, the maritime identity and culture built over the centuries evaporate. It is not only a question of having to share traffics and naval routes, previously exclusive, but of the crisis of civilization on which Venice built itself and its fortune, having failed, during the fifteenth century, to reach a territorial dimension adequate to the new challenges. No longer a maritime power, Venice forgets that it is even just a maritime state and falls back into "armed neutrality": the republic is on the road to decadence.
Circolo Medievistico Romano, Roma, EFR, presidenza prof. Sandro Carocci, 2021
Genericamente chiamati ministeriales, i dipendenti che fungevano da ufficiali, guardiani, esattori o giustizieri costituiscono una folta schiera di personaggi nei documenti monastici dei secoli centrali del Medioevo. Questi ministeriales sfuggono generalmente agli sforzi di inquadramento teorico. Nei possessi monastici del Senese e del Fiorentino, si osserva la lenta istituzionalizzazione di questi servitori. Invisibili nelle carte del XI secolo, si affermano negli anni 1080, come laici al servizio dei monaci, ministeriales o semplici missi. Nel corso del XII secolo, il ruolo di intermediario viene generalmente affidato a frati conversi che assumono, alla fine del XII secolo e nel Duecento un profilo più spiccatamente signorile. Attraverso la parabola dei servitori monastici, la riflessione viene condotta sulla specificità delle signorie monastiche. [slide 1] Quale fu il ruolo, nei secoli centrali del Medioevo europeo, della folta schiera di dipendenti che fungevano da ufficiali, guardiani, esattori o giustizieri? Su di loro si è scritto spesso, ma, in mancanza di documenti che ne dessero un'immagine precisa, e