Servio e la metempsicosi (original) (raw)
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Roma «Tor Vergata» (fondo PRIN 2009) 000_pag.edit._000_pag.edit. 14/11/13 15.22 Pagina 6 Servio e la metempsicosi 167 ficate possono liberarsi definitivamente del corpo: merito displicuit hoc Porphyrio, quoniam re vera credere stultum est ex illa vita quae beatissima esse non poterit nisi de sua fuerit aeternitate certissima, desiderare animas corruptibilium corporum labem et inde ad ista remeare, tamquam hoc agat summa purgatio, ut inquinatio requiratur (civ. 10, 30 = Porph. de regressu animae frg. 11, 1 Bidez = 13C Madec -Goulet) 5 . È da notare che l'adozione della posizione di Porfirio, da parte di Agostino, non comporta una diversa interpretazione del brano virgiliano, che anche in altri passi del De civitate dei è criticato in quanto "platonico" (cfr. 13, 19: quod Vergilius ex Platonico dogmate dixisse laudatur; 22, 26: posuit ex Platone Vergilius). Anche Porfirio, così sembra suggerire Agostino 6 , avrebbe adottato l'episodio virgiliano come esemplificazione poetica della tesi per cui le anime si reincarnerebbero in perpetuo, senza postularne una diversa interpretazione.