Pere Calders. Cinque testi tradotti da Simone Cattaneo (original) (raw)
Chiunque abbia letto almeno un paio di libri sa che ai tropici ci sono belle città dall'aspetto simile alle vere città d'Occidente. Eppure, prima di arrivare a formulare un giudizio definitivo in materia, conviene conoscere bene tutti gli estremi del caso, e io posso apportare dati che getteranno una nuova luce sulla questione. Perché una volta, per riposare da non ricordo quale fatica, me ne sono andato a vivere in una città tropicale. Era una città asfaltata, con costruzioni in stile americano e semafori a ogni incrocio, polizia municipale, tranvia che funzionavano bene e servizi di culto in grado di soddisfare abbondantemente le necessità degli abitanti e delle persone in visita. Ho affittato un appartamento moderno, tutto in cemento armato e ferro, con sanitari che, secondo quanto dichiarato esplicitamente dal proprietario della casa, erano stati scelti dal catalogo più recente di una fabbrica a suo dire parecchio famosa. Dava l'impressione che, in quell'appartamento, ci si potesse vivere bene. Ma non era affatto vero. Durante il mio primo giorno lì, sono cominciati a uscire insetti da ogni fessura e mi circondavano e mi osservavano in attesa che mi addormentassi per pungermi. Contro di essi avevo le difese che la moderna industria mette a disposizione degli affittuari in casi del genere, e mi è sembrato di non dovermi preoccupare più di tanto. L'indomani, però, ho scoperto delle strane blatte che se si volevano uccidere andavano, per l'appunto, schiacciate, e poi topi, un rettile tropicale che canta di notte, scorpioni, la pericolosa mimeola-alleuquis che si mangia le orecchie dei bambini e, se non ce ne sono, quelle degli adulti, termiti bianche, ecc. Avevo la sensazione di essere un intruso in quell'appartamento e, in effetti, qualche volta avevo colto uno sguardo carico di rimproveri da parte di una di quelle bestiole. Ma sapete come siamo noi europei. Non ci arrendiamo, andiamo dritti per la nostra strada e abbiamo un temperamento bellicoso. Ho deciso di tenere duro e lottavo dal mattino alla sera, nascondendomi negli angoli con un pezzo di legno in mano, in attesa che passasse un animale qualsiasi. Un giorno, però, un mercoledì, mi sono ritrovato una tigre in cucina. Allora sì che mi sono indignato e ne ho avuto abbastanza. Sono andato dalla portinaia, scendendo i gradini a quattro a quattro. «C'è una tigre nel mio appartamento!» le ho detto. «Di già?» mi ha risposto. «Quest'anno la stagione è iniziata in anticipo…» «Ah, sì?» «Sì» ha detto. «Quando arrivano le piogge, le femmine cercano riparo negli appartamenti, per partorire. Se non le date fastidio, non vi farà nulla. La cosa migliore è ignorarla, e soprattutto evitate di calpestarla. Ben gestite, queste bestie fanno persino compagnia.» «Ah, sì?»